Gas e nucleare per l’Ue diventano ‘verdi’. Italia, l’atomo a tradimento

Il piano della Commissione su nucleare e gas dichiarati ‘verdi’ spacca l’Ue e fa emergere le divergenze tra Germania e Francia sugli obiettivi energetici. Levata di scudi degli ambientalisti.
L’Italia, due referendum anti nucleari fa, tace e briga. «Un atomo di democrazia» chiedono gli ambientalisti. Salvini si scopre nuclearista. Rifiuti e scorie radioattive mai smaltite.
Il ministro della ‘transizione ecologica’ Roberto Cingolani e il suo sostegno al nucleare di “quarta generazione”, in conto di chi?

Le tre opzioni per gli Stati Ue

Sulle tecnologie pulite e sostenibili, gli Stati Ue hanno tre opzioni: approvazione, astensione, rifiuto. L’ala ambientalista del governo di Berlino censura l’iniziativa della Commissione, ma ‘si prenderà tempo per analizzare al meglio la proposta’. La Germania contraria a includere l’energia nucleare tra le tecnologie pulite e sostenibili da finanziare attraverso fondi europei. L’ala ambientalista del governo si agita ma il portavoce dell’esecutivo fa sapere che ci si prenderà del tempo per analizzare la proposta, e che la Germania potrebbe anche astenersi. Ipocrisie politiche con l’Italia a seguire, ma con ‘coda di paglia atomica’.

Italia, «Un atomo di democrazia»

L’energia nucleare, che era stata messa alla porta d’uscita dagli italiani coi referendum abrogativi del 1987 e del 2011, rientra dunque dalla finestra europea con qualche sostegno ‘ufficioso’ in casa. Il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani aveva annunciato di considerare credibile questa ipotesi. A nome suo o di tutto il governo? Immediato plauso della Lega che ora propone un terzo referendum per il ritorno al nucleare, mentre ancora non siamo riusciti a mettere in sicurezza le scorie radioattive semi abbandonate da 20 anni. Anche Fratelli d’Italia, a sostegno alla Francia nella sua corsa al nucleare.

Pentimenti sparsi

Lo scorso mese, la sottosegretaria leghista alla transizione ecologica Vannia Gava ha partecipato al convegno organizzato dall’Associazione italiana nucleare. Con lei c’erano, su posizioni favorevoli al nuclare, Carlo Calenda di Azione! e Erica Mazzetti di Forza Italia. Ma anche Antonio Misiani, responsabile economico del Partito democratico. «Discutere di questo tema non può essere un tabù» ha detto Misiani. Che poi però ha riportato la linea ufficiale del Nazareno: «Oggi il nucleare non è un’opzione». Qualche giorno dopo il segretario Enrico Letta, sollecitato da Repubblica, ha detto «Nell’immediato punterei sul rilancio della produzione nazionale di gas».

Poche idee ma molto confuse

E il governo, che non si sa bene come la pensi, di fatto frammentato e con altri problemi urgenti di fronte scarica sull’Ue. Mentre la forza politica che ha espresso Cingolani e che ha scelto di appoggiare Draghi in nome del neonato ministero della transizione ecologica, i ‘grillini’ a 5 stelle, sono i più schiarati contro un eventuale ritorno al nucleare, «una fonte ormai obsoleta, dispendiosa, dai lunghi tempi di realizzazione e quindi inutile ai fini dell’attenuazione del costo delle bollette nell’immediato». Anche se dalla sponda leghista, riferisce il manifesto, ieri ricordavano che la diplomazia italiana guidata proprio dal grillino Luigi Di Maio, sta gestendo la partita della tassonomia in sede europea (e con la Francia).

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AVEVAMO DETTO

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