Il peggio sempre alle spalle per affrontare il futuro. Capodanno e calendari, speranza e memoria

Il 2022 migliore dell’anno che l’ha preceduto, e sempre il nuovo viene accolto con speranza, almeno da quando gli umani hanno iniziato cadenzare le stagioni che si alternavano. Il peggio sempre prima per sperare nel meglio del dopo. Secondo i calendari attraverso sui scandire la storia. Piccoli accenni

Il peggio alle spalle per sperare il meglio

Giovanni Punzo, prigioniero della storia, parte subito da una ricorrenza tonda e tremenda: 80 anni fa, il passaggio 1941-42. Annus horribilis, quello che chiude, con seguito che propone la campagna di Russia. L’horribilis 1941 è l’anno nel corso del quale le armate naziste soggiogarono temporaneamente l’Europa continentale portando la guerra nei Balcani e in Mediterraneo, mentre in Estremo Oriente Stati Uniti ed Impero britannico sembrarono sull’orlo del tracollo.
Se vogliamo rincorrere il secolo, a 100 anni tondi, per rimanere in casa Italia, ci ritroveremmo in pieno capodanno fascista. Con altre complicazioni. Mussolini impose di affiancare all’anno “gregoriano”, quello quasi universale, un nuovo numero in rappresentanza dell’ ”anno fascista”. La marcia su Roma doveva rappresentare il primo giorno dell’era fascista: il 27 ottobre 1922 (il prossimo ottobre 100 anni!), diventava il giorno 1 dell’anno 1. Per fortuna, quel conto s’è fermato a venti.

Ma chi ha inventato il Capodanno?

Dalla fasulla romanità mussoliniana, alla Roma dei Cesari veri e senza saluto romano. Fu Giulio Cesare nel 46 a.C. a fissare la data di inizio dell’anno il primo gennaio, basando il nuovo calendario sul ciclo solare e non più su quello lunare. Gli storici puntigliosi ci dicono anche che Cesare aveva introdotto anche il concetto dell’anno bisestile, ma il suo calendario era ancora impreciso e dopo 128 anni il primo gennaio ricorreva sfasato, indietro di un intero giorno. Vi sembra cosa di poco conto (giorno più giorno meno…)? Nel Medioevo sembra che ognuno decidesse quando festeggiare il nuovo anno. A Pisa e Firenze, per esempio, l’anno nuovo iniziava il 25 marzo, e noi saremmo oggi al 27 marzo del 2022, primavera in forte ritardo.

Calendario per scandire tempo e potere

Il primo che cercò di stabilire una data unica come inizio dell’anno per tutti i territori del regno fu Re Carlo IX di Francia. Nel 1564 decise che il nuovo anno si sarebbe celebrato il primo gennaio. E meno di 20 anni dopo, 1582, impone il calendario gregoriano (riforma del calendario giuliano), quello che stiamo usando, che fissa con precisione la durata dei giorni per evitare sfasamenti con il ciclo solare. Meglio precisare subito che il vecchio calendario giuliano è ancora in vigore, ma a fini strettamente religiosi, in alcune Chiese ortodosse e Chiese orientali cattoliche, con l’inizio dell’anno (liturgico) che corrisponde oggi al 14 gennaio gregoriano. Oppure, se preferite, il Natale che coincide con la nostra Befana.

Cambiare i giorni per cambiare la storia

Le due grandi rivoluzioni della storia moderna hanno avuto un impatto tale da sconvolgere anche la misurazione stessa del tempo. In Francia, nel 1789, si cercò di cancellare tutte le tradizioni dell’antico regime, compreso il calendario. Venne quindi progettato un nuovo calendario basato sulle fasi dell’agricoltura. Si voleva cambiare davvero tutto e si passo del sistema di calcolo ‘sessagesimale’ (l’ora di 60 minuti), al più razionale calcolo decimale: un minuto divenne composto da 100 secondi e un’ora da 100 minuti. La settimana durava 10 giorni e il mese 30 giorni. Questo nuovo sistema entrò in vigore nel 1793 ma durò poco: Napoleone lo abolì nel 1805.
Anche in Russia, in seguito alla Rivoluzione Sovietica, si tentò un cambiamento di questo tipo: la settimana doveva passare da 7 a 5 giorni e la domenica, memoria religiosa, sarebbe stata bandita. Il nuovo calendario però incontrò lo sfavore del popolo e il progetto venne abbandonato.

Ognuno il suo Capodanno tra sole e luna

Intorno al mondo il famoso conto alla rovescia arriva cadenzato dalla differenza dei fusi orari, lo sappiamo e la televisione ormai noiosamente ripetitiva ci propone da decenni l’anticipo di nuovo anno dall’Australia o dalla Nuova Zelenda, per passare al capodanno nostrano inventato a Terni. Per fortuna ciò è piccola cosa di casa.
Capodanno cinese. Esempio classico e poderoso per popolo seguace. Insieme a tanti altri popoli asiatici, i Cinesi celebrano Capodanno secondo un ciclo lunare, in un giorno compreso tra il 21 gennaio e il 20 febbraio.
Il calendario islamico è invece composto da 4 mesi sacri e il capodanno coincide con il primo giorno di Muharram. Difficile stabilire un parallelo col nostro calendario. Un anno islamico dura 11 giorni in meno rispetto a un anno solare. Nel 2008, ad esempio, le culture islamiche hanno festeggiato infatti due volte il Capodanno: anno 1429 il 10 gennaio, e anno 1430 il 28 dicembre, per mettersi alla pari col ciclo solare.
Capodanno ebraico. La festa del Capodanno Rosh haShana dura 2 giorni (quindi quest’anno saranno festività ebraiche il 26 ed il 27 settembre a partire dalla mezzanotte del 25 settembre), anche se ci sono testimonianze di come nell’antica Gerusalemme si festeggiasse solo il primo.

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