I 27 dell’Ue, in preda al panico per l’aumento del prezzo dell’energia, devono mettersi d’accordo sul destino del gas naturale e del nucleare. Per ora hanno definito 6 ‘obiettivi ambientali’, e col 2022, per avere ‘finanziamenti verdi’ Ue, dovrà essere rispettato almeno uno di questi obiettivi, assieme al principio ‘do not harm’ (non nuocere) per gli altri 5, prova a spiegare Anna Maria Merlo. «Obiettivo ‘riorientare gli investimenti’, visto che oggi solo il 2% dell’economia europea rispetta i criteri dell’eco-sostenibilità».
La Francia, che dal 1° gennaio ha la presidenza semestrale Ue, guida uno schieramento di una dozzina di paesi (molti dell’est) che intendono inserire il nucleare nella ‘tassonomia’, almeno come ‘energia di transizione’. Ma l’Austria minaccia di denunciare la Commissione se il nucleare passa nella tassonomia. Anche Irlanda e Lussemburgo sono molto ostili, e alla Cop26 di Glasgow c’è stata una coalizione tra questi stati con Danimarca e anche Spagna contro il nucleare. Vi ha aderito anche la Germania, che sta per uscire da questa fonte di energia. In Belgio, dove il 40% dell’elettricità deriva dal nucleare, i diversi partiti al governo si sono messi d’accordo per prendere una decisione definitiva a marzo, quando potrebbe venire approvata la chiusura di 7 reattori entro il 2025. L’Italia -scopriamo-, non è contro il nucleare, con bel due referendum popolari buttati al vento.
L’Onu -pensate-, suggerisce di escludere, oltre al nucleare, il gas dalla lista delle energie durevoli e sostenibili. Sul gas, c’è uno schieramento di una decina di paesi dell’est che preme per considerarla un’energia di transizione indispensabile per uscire dal carbone. La Germania è in bilico sulla questione del gasdotto North Stream 2, che è in attesa dell’approvazione del regolatore (forse addirittura a giugno). E Macron cerca un’intesa con Scholz: «sì al nucleare, che permette “sovranità” europea, in cambio di un via libera, sotto condizioni, al gas, che comporta dipendenza da paesi a rischio, a cominciare dalla Russia», sottolinea il manifesto.
Scadenza Capodanno poi i tecnici delle sale di controllo scollegheranno dalla rete elettrica metà delle centrali atomiche della Germania. Fuori servizio per sempre gli impianti «pericolosi e inutili» di Gundremmingen (Baviera), Grohnde (Bassa Sassonia) e Brokdorf (Schleswig-Holstein). Le rinnovabili permettono alla Germania di generare equivalente alla produzione di quattro centrali nucleari che vende ad Austria, Norvegia e perfino alla Francia in deficit di Watt nonostante i 56 impianti atomici in funzione.
Berlino procede verso l’uscita dal nucleare come deciso all’indomani del disastro di Fukushima. Entro 12 mesi la chiusura degli ultimi tre impianti nucleari operativi: Emsland, Neckarwestheim e Isar-2. Seguirà lo smantellamento dei reattori che durerà almeno vent’anni e lo smaltimento che invece sarà praticamente infinito.
L’eredità della sola centrale di Gundremmingen corrisponde a 89 mila tonnellate di rifiuti radioattivi prodotti dal 1967, di cui un ottavo non potrà essere riciclato. Si aggiungono alla montagna di 28.000 metri cubi di scorie da seppellire nell’«Endlager», una miniera di sale o granito in grado di contenere ciò che resta del programma nucleare 1962-2022, che il governo non ha ancora trovato. Italia campione sul problema scorie del suo vecchio e piccolo nucleare ancora in attesa di una qualche soluzione. «La Sogin e i fantasmi»: una società pubblica creata per liquidare il nucleare italiano, come da referendum popolare, e tempi infiniti nel farlo con sospetti sulle vere intenzioni dell’apparato industriale nucleare che preme alle spalle e dentro la società che doveva aver già finito tutto e non è neppure a metà strada. (https://www.remocontro.it/2015/11/17/pasticcio-atomico-intrallazzi-nucleari/)
L’atomo fuggente. Il presidente degli imprenditori italiani rilancia l’energia nucleare, Salvini si accoda e il ministro considera «concluso il suo lavoro», denuncia Legambiente. ‘Nucleare da rilanciare’ dicono assieme Confindustria e Salvini. E il ministro della ‘Transizione ecologica’, Roberto Cingolani? Zitto in casa, a Bruxelles si è espresso per l’inserimento dell’energia atomica nel futuro di Europa verde e ha dichiarato al Financial Times di non essere «un fan del nucleare ma dell’innovazione», precisando, però, che l’Italia dovrebbe considerare di ripristinarlo.