
Contro Omicron, l’Autorità Sanitaria Francese ha raccomandato di ridurre a tre mesi l’intervallo fra la seconda dose di vaccino e la dose booster e di vaccinare con la terza dose gli adolescenti fra i 12 e i 17 anni, i più a rischio per la diffusione del virus. Ieri intanto il Paese d’oltralpe ha registrato il record assoluto di contagi: più di 90mila contagi Covid in 24 ore, un record assoluto dall’inizio della pandemia. Il governo, su proposta del Presidente Macron, pensa a trasformare il pass sanitario francese in ‘pass vaccinale’ con un progetto di legge, una sorta di equivalente francese del Super Green Pass italiano, che verrà esaminato in commissione all’assemblea nazionale mercoledì prossimo.
Il Regno Unito ha registrato oggi un nuovo record di casi di Covid, trainati dalla variante Omicron. I contagi nelle ultime 24 ore sono 122.186, oltre 2.000 in più rispetto a ieri, secondo i dati diffusi dal governo. Il numero di infezioni è aumentato del 48% negli ultimi 7 giorni, rispetto alla settimana precedente, una sorta di bomba virale. Il premier Johnson, che ha molto da farsi perdonare per le sue personali violazioni al lockdown, ricorre alle Sacre scritture, e ha invitato la popolazione a vaccinarsi e nel suo discorso ha citato anche Gesù: «Amate gli altri come voi stessi».
Dopo il via libera negli Usa ieri, il Giappone ha approvato oggi la pillola contro il Covid-19 sviluppata dalla società farmaceutica statunitense Merck & Co. Il ministro della Sanità Shigeyuki Goto ha detto che il farmaco sarà spedito agli ospedali e alle farmacie a partire dalla prossima settimana. Il primo ministro Fumio Kishida ha affermato che il Paese sta acquistando 1,6 milioni di dosi da Merck. Si tratta del primo farmaco per somministrazione orale per il trattamento del coronavirus; ad oggi lo stesso farmaco ha ottenuto l’autorizzazione, tra gli altri, dei regolatori di Stati Uniti, Regno Unito e Filippine.
Non si ferma la corsa del virus: 50.599 i casi di Covid individuati nelle ultime 24 ore, nuovo record assoluto da quando quasi due anni fa è esplosa la pandemia, e 460.674 gli attualmente positivi al Covid. Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 141, mentre il giorno prima erano state 168. I dimessi e i guariti sono ormai quasi 5 milioni (4.970.584). Poco meno di un milione i tamponi molecolari e antigenici nelle ultime 24 ore. E ormai stabilmente sopra i mille (ieri 1.038, il giorno pima 1.023) i pazienti in terapia intensiva in Italia, 15 in più nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 102.
Ma chi muore oggi di COVID-19? Dati scientifici e di fatto. Oltre le polemiche pretestuose. È incontestabile che muoiono soprattutto i non vaccinati, se si considera l’incidenza sulla popolazione, «cioè l’unico dato che ha senso guardare per capire i decessi», come segnala Cecilia Fabiano su LaPresse e sul Post.
«Nella cosiddetta quarta ondata, quella in corso, si sta registrando una crescita significativa dei casi, dei ricoveri e anche dei morti. Fin dall’inizio della pandemia, il dato sui decessi è sempre stato uno dei più significativi e rilevanti, nonostante abbia mostrato qualche limite (dovuto per esempio al fatto che spesso viene comunicato con un certo ritardo o in maniera incompleta). È un dato molto interessante da osservare anche oggi, soprattutto se messo in relazione con la percentuale di persone vaccinate».
Ne ha parlato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la conferenza stampa del 22 dicembre, quando ha detto che «dei decessi, tre quarti non sono vaccinati». Secondo gli ultimi dati disponibili, pubblicati nel bollettino di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (ISS), l’affermazione di Draghi non è però corretta. Dal 22 ottobre al 21 novembre, i morti per COVID-19 sono stati 1.755. Tra loro, 722 non erano vaccinati, mentre 1.033 avevano ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Se si guardano solo i numeri assoluti, il 58,9 per cento dei morti aveva ricevuto almeno una dose e il 41,1 per cento non era vaccinato.
Ma attenti, osservare i numeri assoluti è fuorviante. Paradosso: quando in una popolazione ci sono molti vaccinati si arriva a un punto in cui i contagi e i decessi tra i vaccinati sono in termini assoluti più numerosi rispetto a quelli tra i non vaccinati. In una popolazione completamente vaccinata, ovviamente morirebbero solo i vaccinati. Per questo è necessario guardare i valori percentuali, cioè l’incidenza sulla popolazione.
Se si guarda all’incidenza del virus sulla popolazione in tutte le fasce di età, la stragrande maggioranza dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi da Covid riguarda persone che non si erano vaccinate. «È un dato che ci dice qualcosa che sappiamo già: cioè che il completamento del ciclo vaccinale (quindi le due dosi) riduce significativamente il rischio di ammalarsi gravemente di COVID-19; e che il richiamo (cioè la terza dose) ha un ulteriore effetto in questo senso, soprattutto contro la variante omicron. Per i non vaccinati, i rischi sono enormemente maggiori».