
Il fatto che Putin oggi avverta Europa e Stati Uniti come minaccia esistenziale paragonabile alla multinazionale del terrore islamista è un pessimo segnale, coperto sulle prime pagine dalla crisi evidente del gas come assaggio. Tutti a rischiare di perdere qualcosa (molto più di quanto immaginiamo), ma per la Russia, la Nato ai suoi confini diretti è minaccia inaccettabile alla sua sicurezza. E non è nemmeno difficile da capire. Messaggio chiaro alla parti armate Usa-Nato a occasione Ucraina, e ai governi europei (salvo pochi) che ‘non vorrebbero’ ma non sembrano avere il coraggio di farlo intende oltre oceano.
«Su una grande mappa proiettata alle sue spalle, il ministro della Difesa, Sergeij Shoigu, ha fornito aggiornamenti sulla crisi in corso in Ucraina. Compresa la presenza lungo il fronte con la Repubblica di Donetsk di 150 contractor americani che avrebbero a disposizione anche ‘armi chimiche’ – cioè munizioni non convenzionali». Il fatto, se confermato, andrebbe ben oltre le note «linee rosse» che la Russia ha chieto a più riprese di rispettare. «Abbiamo bisogno di garanzie giuridicamente vincolanti, a lungo termine, ma sappiamo bene che non si può credere neanche a quelle», ha detto il capo del Cremlino.
«Pretesti, come ad esempio la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti operano a migliaia di chilometri dal loro territorio, e quando il diritto o gli accordi dell’Onu li ostacolano, dichiarano tutto vecchio e superfluo». Al ministro della difesa il compito dei dettagli destinati, questa è l’impressione, alla Nato e agli Stati Uniti, più che ai generali seduti in sala. Alcuni esempi: la capacità delle truppe russe di muoversi su una linea di 3.500 chilometri dalle installazioni di partenza. Pronti ad arrivare sugli eventuali obiettivi ucraini in un attimo.
«Ucraina pericolo più imminente per Mosca per gli eccezionali sforzi che gli Stati uniti stanno compiendo per mantenere attiva la minaccia», la sintesi De Biase. Sul Washington Post i piani che l’Amministrazione Usa starebbero studiando per sostenere gli «insorti» ucraini nel caso di un’invasione russa. Come in Afghanistan negli anni Ottanta e più di recente in Siria. Non molto rassicurante per il presidente ucraino Zelesky. I suoi soldati e il suo esercito degradati allo status di «insorti», e la prospettiva di ricevere dagli Stati Uniti solo armamenti per poi vedersela direttamente sui soldati russi..
Il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, dopo le minacce di rito, ha proposto il Consiglio Nato-Russia «il prima possibile, all’inizio del prossimo anno». Dietro le reciproche minacce, in realtà i colloqui sarebbero già cominciati. Lo ha confermato ieri il Financial Times. Quesito base: la Nato è davvero in grado di reggere un ricatto al Cremlino? Sino a che punto i governi dell’Alleanza vorranno basare i loro rapporti con Mosca sul piano militare? La Russia paga da quasi otto anni un regime di sanzioni pesante, ma con conseguenze molto inferiori alle aspettative sul suo sistema economico e politico. L’Europa senza gas o a prezzi decuplicati e altro ancora?
Altra fonte, la prestigiosa università Luiss, conferme sui contractors americani nel Donbass. A Donetsk, «circa 120 dipendenti di compagnie militari private statunitensi, starebbero preparando l’Esercito di Kiev nel Donbass armando postazioni di tiro negli edifici residenziali e nelle strutture locali, mentre addestrano le Forze [ucraine] per operazioni speciali». Ancora: «le compagnie militari private statunitensi starebbero preparando azioni provocatorie per mezzo di prodotti chimici. Serbatoi con componenti chimici non identificati sono stati consegnati alle città di Avdiivka e Krasny Liman, vicine a Donetsk».
Il 18 dicembre, il segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha ricordato che l’Ucrainanon è membro della NATO. Messaggio a Washington. Tuttavia, lo stesso 18 dicembre, il generale Usa Tod Wolters, Comando supremo NATO in Europa, ha suggerito di schierare truppe aggiuntive in Bulgaria e in Romania, Paesi NATO, «per fronteggiare “l’accumulo militare russo” lungo il fianco orientale dell’Ucraina». Lo ha riferito la versione inglese di Deutsche Welle dal quotidiano tedesco Der Spiegel.
Il 17 dicembre, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha reso pubblico l’Accordo di sicurezza avanzato da Mosca. ‘Bozza di trattato’ subito respinto della Nato. Semplice: smantellare gli schieramenti militari nell’Europa Centrale e Orientale, presenti dopo il 1997, l’anno in cui ha avuto inizio l’espansione della NATO verso Oriente. Vecchi accordi traditi e un impossibile passo indietro. Nel frattempo l’ex Patto di Varsavia è stato arruolato in blocco nella NATO espandendosi nei Balcani a circondare. Totale Paesi Nato a 30.
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