«BoJo e la sua stravagante strafottenza». L’addio visto da Giuliano Ferrara

Perché gli inglesi sono disillusi? Volevano un circo e l’hanno avuto. Forse Boris ora cadrà, ma non per la sua stravagante strafottenza. Il quasi funerale previsto da Giuliano Ferrara, penna facile e sempre tagliente, con il suo perché sul Foglio. Thatcher occhi di Caligola e labbra di Marilyn Monroe. Ora il sulfureo Boris, ma non ancora per molto.     

2022, l’anno dei dopo: dopo Merkel, dopo Mattarella, dopo Johnson?

«Secondo Mitterrand, la Thatcher aveva gli occhi di Caligola e le labbra di Marilyn Monroe, quando la fecero fuori i conservatori si ritrovarono con un perfetto steward del potere al posto di una star, John Major, e gli conferirono il più alto tasso di credibilità di un premier dai tempi di Churchill, salvo poi stancarsene perché era “un fesso vestito di grigio senza idee né ispirazione”, e passare allo scintillante Tony Blair. Clare Foges sul Times racconta questa strana alternanza politica, regolare come il tè con gli scones, mentre pare che i britannici siano tutti lì che aspettano l’avvento alla guida del governo del rassicurante Rishi Sunak, il composto cancelliere dello Scacchiere, al posto del sulfureo Boris. Chissà».

Giulia Ferrara, penna facile e tagliente

Prima l’elenco delle più note malefatte divenute pubbliche. L’ultima, quei bicchieri con vino e formaggio nel giardino di Downing Street, in buona compagnia, quando il resto del paese era costretto alla solitudine e alla rinuncia. Peggio, altre immagini, quando tutto lo staff festeggia ‘grossolanamente amalgamato’. Recentissime le dimissioni del ministro della Brexit, Lord Frost, ‘pilastro del johnsonismo antieuropeo’. Mentre vola via oltre un terzo dei voti in un seggio sicuro per i conservatori da due secoli, che elegge una semi-sconosciuta liberaldemocratica. «brutta fine il mito dell’invincibilità per l’uomo che ha oltre ottanta voti di maggioranza putativi ai Comuni».

Volevate il circo, ce l’avete

Impietoso Ferrara coi in vicini britannici, più gli inglesi che scozzesi e gallesi. «Gli elettori inglesi volevano un circo, e l’hanno avuto. Hanno optato per un uomo che aveva scritto due articoli, uno pro e uno contro la Brexit, e all’ultimo momento aveva scelto uno dei due ai bussolotti. Johnson è un cinico allegro, del tutto indifferente al bene e al male come concetti statici o princìpi. Ma non sono novità, queste, e sono compatibili con grandi missioni, roboanti performance oratorie, salti nella luce abbagliante della grande storia».

L’equivoco Churchill

Il modello di Boris, Winston Churchill. Ferrara racconta la storia quasi a fumetti, dove dietro la sregolatezza del premier nei suoi rapporti internazionali, tra whiskey e sigari, c’era anche il genio politico del leader. «Il circo di Churchill produsse buoni effetti sul morale e sull’innato coraggio dei sudditi di Sua Maestà, aiutando il mondo a liberarsi di Adolf Hitler. Ma sempre un efficientissimo circo, un bestiario colmo delle più straordinarie bizzarrie, era». Spingendo alleati spesso riottosi ma affascinati a tirare fuori soldi e armamenti.

Ma Boris non è Winston

«Ci sono ragioni per pensare che stavolta Boris non ce la farà, ma la sua stravaganza elegante e ilare, la sua nota e ammirata strafottenza, non sembra passibile di essere inclusa tra queste ragioni».

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