
Alla base di questo ‘disastro annunciato’, la sua politica sui tassi di interesse e costo del denaro basso. Più consuma interno ma anche più inflazione. Ora cresce solo l’inflazione che, mangiandosi il valore della Lira e le possibilità d’acquisto, sta facendo crollare l’economia, il valore della Lira, e le condizioni di vita dei suoi cittadini. La lira turca si è svalutata di oltre il 40% sul dollaro in appena un anno. E questo crea problemi enormi per un Paese che si trova ad esportare spesso sotto costo e ad importare a cifre proibitive.
«La Banca centrale, che ha da tempo perso la sua indipendenza, caduta come tutte le altre istituzioni sotto il rigido controllo di Erdogan, ha annunciato che entro fine anno l’inflazione potrebbe toccare il 24%».
«Come dico sempre, il tasso di interesse è la causa, l’inflazione è il risultato. Stiamo tagliando i tassi di interesse ora e, se Dio vuole, vedremo tutti che anche l’inflazione diminuirà», ha dichiarato sicuro Erdogan in un’intervista televisiva di qualche giorno fa , facendo rabbrividire gli economisti di mezzo mondo. «E chi lo contraddice, perde il posto. L’ultimo in ordine di tempo è stato due settimane fa il ministro delle Finanze, Lufti Elvan».
Le agenzie di rating declassano il Paese, e la Istanbul Planning Agency, un’agenzia indipendente, ha stimato che a Istanbul, dove risiedono 14 milioni di persone, il costo della vita è aumentato di oltre il 50%. Ma l’unico obiettivo del leader sembra quello di mantenere il consenso, dando il via formale a imprese faraoniche, tipo un canale del Bosforo artificiale tra mediterraneo e Mar Nero. «Secondo l’opposizione, la situazione sarebbe ancora più grave. Il numero uno di Ankara, per tutta risposta, ha deciso di vietare l’ingresso al Tuik, l’Istat turco, a Kemal Kilicdaroglu, leader del Chp, il Partito repubblicano del popolo, che rappresenta la realtà più importante della minoranza in parlamento».
«Erdoganomics – crasi fra Erdogan e economics – ad indicare la politica monetaria che il sultano turco cercava di imporre alla Banca centrale per tentare di tamponare l’inflazione che già da nove mesi fa galoppava tra il 15 e il 16%», l’analisi di Giorgio Ferrari. Inflazione oltre il 20% e la lira turca ha perduto l’80% del valore nei confronti del dollaro in pochi anni. Precipita anche il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, l’Akp, che rispetto alle elezioni 2018 è sceso di oltre 10 punti. L’economia dopo Covid (sperando), corre, ma i mercati che non hanno più alcuna fiducia nella Banca centrale Turca