I primi dettagli li ha forniti la Casa Bianca. Gli Stati uniti hanno espresso anche a nome degli alleati europei «forte preoccupazione» per la crisi militare attorno all’Ucraina, e hanno ribadito di essere pronti a un nuovo pacchetto di misure economiche nel caso in cui la Russia decida di ‘violare la sovranità dei vicini’. Il massimo della guerra possibile prima dell’uso delle armi. L’esclusione dal sistema Swift sulle transazioni bancarie internazionali e lo stop, ha scritto il network di informazione Bloomberg, al gasdotto Nord Stream 2, come riferisce il Manifesto. Peccato che nei guai, assieme a Mosca, finirebbe tutta l’Europa, che già con gas russo centellinato e iper costoso, ha problemi di gelido inverno e di costi di elettricità alla stelle.
Ancora nessun accordo ufficiale Usa Russia sulla situazione in Ucraina, ma con accenni di distensione nascosti dietro la fase della ‘voce grossa’ ad uso politico interno. Due le cose chiare a tutti: il progetto di adesione Ucraina all’Alleanza atlantica (spinta Usa e scetticismo europeo) è considerato una “linea rossa” dal Cremlino. E che gli Stati Uniti del dopo Afghanistan, alle prese con il confronto econo9mico strategico cinese sul Pacifico, non sono disponibili a una guerra armata in Europa. Ovvio poi che il dossier Ucraina, come sottolinea Luigi De Biase, «faccia parte di un confronto più ampio nel quale entrano i trattati sugli armamenti convenzionali e non convenzionali, l’enorme tema della sicurezza informatica, e questioni regionali come quella iraniana».
Non solo Ucraina e oltre l’Ucraina. «La prova sta nelle assenze dal vertice del presidente ucraino, Volodymir Zelensky, che ha ottenuto soltanto uno scambio, lunedì, con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e dei leader europei di Italia, Francia e Germania, gli ultimi due coinvolti direttamente nei negoziati sul Donbass, ai quali Biden ha parlato dopo la videoconferenza con Putin». Biden a rassicurare gli alleati, prima di decidersi a premere sugli strani amici di Kiev perché si decidano a rispettare gli accordi firmati ormai sei anni fa a Minsk. La autonomie promesse all’Ucraina russofona. Con Mosca che aggiunge, imperativo categorico, lo stop al processo di avvicinamento ucraino alla Nato, scongiurando, così, la possibilità di dispiegare «armi offensive» sui confini russi.
Ma le trattative si sono fermate nel momento in cui sono state volutamente svelate, col l’opposizione nazional-estremista che ha accusato Zelensky di tradimento, e il progetto di pacificazione è saltato.
Il nazionalismo populista estremista con la note infiltrazioni neonaziste che minaccia in casa (le grida di Zelenzky al golpe interno), la Russia in allarme per la minaccia armata di Kiev al Donbass russofono separatista, le sue esercitazioni militari esibite ai confini ad avvertire, Nato e Stati uniti che denunciato movimenti militari, ma solo quelli russi. Rapporti di intelligence spesso strumentali sempre più confusi in casa Americana, che di fatto vuol dire Nato.
Dopo settimane di allarmi sul rischio di una invasione, il direttore della Cia, William Burns, ha detto nelle ultime ore che Putin ancora non ha assunto una decisione sul ricorso alle forze armate; che ha preparato l’esercito e i Servizi militari a un’azione rapida; e che potrebbe sfruttare l’inverno per una eventuale offensiva. «Insomma, poche certezze su quel che avviene ai piani alti di Mosca», sottolinea De Biase. Con l’Amministrazione Biden che è certamente condizionata dagli eventi della scorsa estate in Afghanistan. Tanto che il dipartimento della Difesa ha aggiornato i piani per l’evacuazione dei cittadini americani dall’Ucraina, passaggio politico al Congresso affidato al sottosegretario Victoria Nuland.
Poco incoraggiante personaggio la signora Nuland, nota al mondo (ma distrazione diplomatica Usa) per una esplicito ‘vaffa’ rivolto all’Europa nella fase sanguinosa della Maidan in Ucraina
Perplessità su minacce reali non dal confine russo. Tornando alla reiterate denunce di golpe estremistico di destra lanciate dal presidente ucraino Zelensky
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