Biden-Putin «forti preoccupazioni sull’Ucraina»: minaccia ai confini o in casa?

La crisi ucraina a dar fastidio in un colpo solo alle due superpotenze una contro l’altra pericolosamente armate, a cercare di uscire dal pasticcio senza screditarsi agli occhi del mondo. Nel colloquio a distanza di ieri -più illazioni che cronaca vera su quanto si sono realmente detti- il presidente statunitense ha messo in guardia Mosca dall’invadere l’Ucraina, mentre quello russo è tornato a chiedere il rispetto degli accordi di Minsk e lo stop all’adesione di Kiev alla Nato. Intanto Washington aggiorna il piano di evacuazione dei suoi cittadini dal Paese, a mantenere alta tensione e attenzione. O ad avvertire di pessime intenzioni in casa ucraina

Trattative segreta paure nascoste

Due ore di faccia a faccia tra i due presidenti sono tante. E noi, il mondo, a decrittare l’ignoto, dalle versioni sintesi che quei due, ognuno per il suo interesse, hanno deciso di farci sapere. Nelle poche immagini del faccia del vertice telematico concesse al mondo, Vladimir Putin aveva pochi fogli sul suo tavolo. E i giornalisti di Ria Novosti che si occupano del Cremlino, letti dal Foglio, traducono che i due presidenti sapevano bene di cosa parlare, e conoscevano anche le posizioni dell’altro. Joe Biden, chiuso nella ‘situation room’ (da dove comanderesti una guerra), con ministri e consulenti attorno, forse con il compito più arduo: essere duro per politica interna, ma non spingere troppo sulla Nato in Ucraina, per dare retta agli alleati europei e non costringere Mosca a intervenire militarmente.

Versione Casa Bianca, guerra dei soldi

I primi dettagli li ha forniti la Casa Bianca. Gli Stati uniti hanno espresso anche a nome degli alleati europei «forte preoccupazione» per la crisi militare attorno all’Ucraina, e hanno ribadito di essere pronti a un nuovo pacchetto di misure economiche nel caso in cui la Russia decida di ‘violare la sovranità dei vicini’. Il massimo della guerra possibile prima dell’uso delle armi. L’esclusione dal sistema Swift sulle transazioni bancarie internazionali e lo stop, ha scritto il network di informazione Bloomberg, al gasdotto Nord Stream 2, come riferisce il Manifesto. Peccato che nei guai, assieme a Mosca, finirebbe tutta l’Europa, che già con gas russo centellinato e iper costoso, ha problemi di gelido inverno e di costi di elettricità alla stelle.

Sull’Ucraina più dubbi che certezze

Ancora nessun accordo ufficiale Usa Russia sulla situazione in Ucraina, ma con accenni di distensione nascosti dietro la fase della ‘voce grossa’ ad uso politico interno. Due le cose chiare a tutti: il progetto di adesione Ucraina all’Alleanza atlantica (spinta Usa e scetticismo europeo) è considerato una “linea rossa” dal Cremlino. E che gli Stati Uniti del dopo Afghanistan, alle prese con il confronto econo9mico strategico cinese sul Pacifico, non sono disponibili a una guerra armata in Europa. Ovvio poi che il dossier Ucraina, come sottolinea Luigi De Biase, «faccia parte di un confronto più ampio nel quale entrano i trattati sugli armamenti convenzionali e non convenzionali, l’enorme tema della sicurezza informatica, e questioni regionali come quella iraniana».

Partita strategica oltre Kiev

Non solo Ucraina e oltre l’Ucraina. «La prova sta nelle assenze dal vertice del presidente ucraino, Volodymir Zelensky, che ha ottenuto soltanto uno scambio, lunedì, con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e dei leader europei di Italia, Francia e Germania, gli ultimi due coinvolti direttamente nei negoziati sul Donbass, ai quali Biden ha parlato dopo la videoconferenza con Putin». Biden a rassicurare gli alleati, prima di decidersi a premere sugli strani amici di Kiev perché si decidano a rispettare gli accordi firmati ormai sei anni fa a Minsk. La autonomie promesse all’Ucraina russofona. Con Mosca che aggiunge, imperativo categorico, lo stop al processo di avvicinamento ucraino alla Nato, scongiurando, così, la possibilità di dispiegare «armi offensive» sui confini russi.

Ma le trattative si sono fermate nel momento in cui sono state volutamente svelate, col l’opposizione nazional-estremista che ha accusato Zelensky di tradimento, e il progetto di pacificazione è saltato.

Prima l’uovo o la gallina?

Il nazionalismo populista estremista con la note infiltrazioni neonaziste che minaccia in casa (le grida di Zelenzky al golpe interno), la Russia in allarme per la minaccia armata di Kiev al Donbass russofono separatista, le sue esercitazioni militari esibite ai confini ad avvertire, Nato e Stati uniti che denunciato movimenti militari, ma solo quelli russi. Rapporti di intelligence spesso strumentali sempre più confusi in casa Americana, che di fatto vuol dire Nato.

Ma forse la Cia ci ripensa

Dopo settimane di allarmi sul rischio di una invasione, il direttore della Cia, William Burns, ha detto nelle ultime ore che Putin ancora non ha assunto una decisione sul ricorso alle forze armate; che ha preparato l’esercito e i Servizi militari a un’azione rapida; e che potrebbe sfruttare l’inverno per una eventuale offensiva. «Insomma, poche certezze su quel che avviene ai piani alti di Mosca», sottolinea De Biase. Con l’Amministrazione Biden che è certamente condizionata dagli eventi della scorsa estate in Afghanistan. Tanto che il dipartimento della Difesa ha aggiornato i piani per l’evacuazione dei cittadini americani dall’Ucraina, passaggio politico al Congresso affidato al sottosegretario Victoria Nuland.

Poco incoraggiante personaggio la signora Nuland, nota al mondo (ma distrazione diplomatica Usa) per una esplicito ‘vaffa’ rivolto all’Europa nella fase sanguinosa della Maidan in Ucraina

Allarmismo Usa solo di malizia?

«Si tratta di una misura estrema. Gli Stati uniti non l’hanno assunta durante la rivolta che ha portato nel 2014 alla fuga dell’ex presidente Viktor Yanukovich e neanche nella fase più cruenta dei combattimenti nell’est del paese costati la vita a migliaia di civili», segnalala sempre De Biase. Per fortuna, oltre alla forzature maliziose della diplomazia politica, compresi i ‘Vaffa’ dell’arroganza, sino a questo momento l’ambasciata americana a Kiev non ha lanciato alcun avviso di allerta. «Ma il paragone con l’Afghanistan e il fatto che a Washington già si pensi a un ponte aereo per trasportare migliaia di civili oltre il confine, magari a Varsavia o Berlino, distanti soltanto un paio di ore di volo, dovrebbe sollevare perplessità».

Perplessità su minacce reali non dal confine russo. Tornando alla reiterate denunce di golpe estremistico di destra lanciate dal presidente ucraino Zelensky

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AVEVAMO DETTO (ma non dimenticato)

Gli europei si fottano: Lady Chic Victoria Nuland ritratto dell’arroganza – https://www.remocontro.it/2014/03/09/gli-europei-si-fottano-lady-finesse-nuland-ritratto-dellarroganza/

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