Biden-Putin summit online sull’Ucraina: invasione dalla Nato o dalla Russia?

Dopo tante parole minacciose e bluff, confronti sui fatti reali e dimostrabili.  Foto satellitari di manovre militari russe, analisi americane allarmistiche quanto basta, a necessità d’uso politico, e la Russia che oltre ai più minacciosi silenzi di Putin, tiene l’Europa alla canna del gas, letteralmente.

Mediazione dopo troppi trucchi

Alle 16 in Italia, Joe Biden e Vladimir Putin faccia a faccia, anche se lontani mille miglia non solo geografiche. Ieri sera il presidente americano a sorpresa, ha consultato i partner del ristretto gruppo Quint della Nato di cui fanno parte Regno Unito, Francia, Germania e Italia, con appello finale a Putin «per attenuare le tensioni». Doppia interpretazione possibile, tra una rinnovata minaccia della Nato americana con la parte militare europea più consistente, oppure, il proporre gran parte dei vecchi mediatori degli accordi di Minsk come bandiera di pace, per favorire e rilanciare il vecchio cessate il fuoco del 2015 sul fronte del Donbass.

‘Formato Normandia’

A far ben sperare per una soluzione pacifica e ragionevole, la spinta dei quattro europei per affidare la crisi ucraina «soprattutto al Formato Normandia» che comprende Francia, Germania, Russia e la stessa Ucraina. Dovrebbero essere questi Stati a rilanciare l’accordo di Minsk, rivisto nel 2015 e non siglato formalmente dalla Russia. Quel protocollo, prevede che Kiev riprenda il controllo dei confini orientali e quindi del Donbass, in cambio di una fortissima autonomia alle regioni orientali da inserire nella Costituzione. Un dare avere violato dalla due parti, inapplicato forse più da Kiev, prigioniera delle sue componenti nazionalistiche più violente e antirusse.

Le spinte ucraine (e Usa) verso la Nato

Poi il problema del presidente ucraino, Volodymyr Zelenski che, tra una minaccia e l’altra di ‘golpe interno’ (l’ultimo preannunciato da Zelenski era tra sabato e domenica ormai trascorsi senza golpisti al potere), vuole portare il Paese nella Nato anche per garantire se stesso. Un’ipotesi inaccettabile per Putin che si troverebbe con i missili avversari schierati sul confine. E da questo dato di fatto, la costante espansione della Nato ad Est, e ora verso l’Ucraina, dopo la basi americane in Polonia e Romania, minaccia meno esibita delle armate russe, ma di maggiore consistenza politico militare, ripartirà il negoziato diretto tra Biden e Putin.

La Russia minacciata in casa

Putin, con i 175 mila soldati alla frontiera ucraina, avverte e parla chiaro. La Nato in Ucraina è minaccia diretta alla sicurezza della Russia. E Biden, prima del confronti diretto, va in avanscoperta, a verificare le disponibilità dei quattro maggiori Paesi europee, a fare cose e quanto. Capire fino a che punto Italia, Francia e Germania e Regno Unito, esclusa una ritorsione militare, sarebbero disponibili a più severe sanzioni economiche alla Russia. Con Mosca e il suo sempre più costoso gas che deciderà quanto sarà gelido l’inverno da farci trascorrere e quanto energia elettrica lasciarci produrre per far funzionare le nostre industrie.

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