
Ci imponiamo un biografia stretta e di maniera per non cedere alla commozione come amici. Molto amici, litigi lontani compresi. Nato a Lubiana, Volcic è stato per anni il volto dei collegamenti dei telegiornali Rai dai Paesi dell’Est, da Praga, poi Vienna, Bonn e in particolare da Mosca, allora capitale dell’Unione Sovietica. In Rai dal 1956, Volcic fu corrispondente dall’estero dal 1968 fino al 1993. Poi per meno di un anno, fino al 1994, diresse il Tg1.
La politica era finita nell’angolo per lo scandalo P2, in Rai fu la breve stagione dei ‘professori’, e la Rai cercò riparo nel professionista indiscusso e senza appartenenze. Ma fu virtù breve. Con la vittoria elettorale di Berlusconi e al Tg1 arriva la mondanità distraente della direzione Rossella. Volcic, conclusa la carriera giornalistica nel 1996, è stato senatore dell’Ulivo tra il 1997 e il 2001, e poi al Parlamento europeo tra il 1999 e il 2004.
Tra i suoi tanti libri «Mosca, I giorni della fine», «Sarajevo. Quando la storia uccide», «Est. Andata e ritorni nei Paesi ex-comunisti». «Il piccolo zar, 1956», «Krusciov contro Stalin» e «1968, L’autunno di Praga». Così Volcic raccontava il mondo oltre la cortina di ferro, dove ha vissuto per molti anni anche nei periodi più difficili della Guerra Fredda, e dove si è sempre distinto per lo stile sobrio della narrazione dei fatti che raccontava agli italiani attraverso i collegamenti con i tg e i gr della Rai.
LA LEGGENDA DI VOLCIC, CHE QUANDO ANDAVA IN FERIE ESPLODEVA IL MONDO – La difficoltà nel coniugare attenzione massima e normalità quotidiana, vacanze agostane comprese.
GIORNALISMO MAGISTRATURA E SERVIZI SEGRETI. Quando non sempre ciò che appare coincide con ciò che è. E dove le vie del cielo sono infinite, e quelle delle ritorsioni quasi altrettanto.