«Il Maestoso compagno Kim Jong-un è sceso dal cielo, concepito dal sacro Monte Paektu».
Il decennale dell’ascesa al potere della Corea comunista dell’allora giovane Kim è ancora materia su studio e di controverse analisi di politologi e intelligenze di mezzo mondo. A ricostruire, per il poco di certo che riguarda la Corea del nord, i passaggi chiave del sorprendente potere che continua ad esercitare «Il Maestoso compagno Kim Jong-un». Una ricostruzione di potere e di scomparsi secondo Guido Santevecchi, sul Corriere della sera, tentata anche dal britannico Mail da cui viene la foto di copertina.
Centinaia di analisti occidentali che passavano (e passano) le loro giornate a studiare ogni minimo dettaglio che filtra da Pyongyang per dare l’allarme in caso di instabilità, di una scossa al vertice di un Paese imprevedibile e armato di ordigni nucleari, beffati. Lo smacco di aver dovuto apprendere la svolta alla testa del regime dalla tv nordcoreana, con cinquantuno ore di ritardo.
Il 28 dicembre di dieci anni fa, sotto una tempesta di neve, per le strade di Pyongyang sfilò un lunghissimo corteo funebre. «In Nord Corea, queste cerimonie servono per cercare di decifrare i rapporti di forza, in base allo schieramento dei personaggi, all’elenco dei dignitari invitati». La Lincoln trasformata in carro funebre era affiancata da otto uomini a piedi. Kim Jong-un e sette gerarchi, disposti su due file. «Scrutando quelle immagini, gli analisti sentenziarono che i sette attorno alla salma di Kim Jong-il avrebbero costituito il Consiglio di Tutela dell’ inesperto e impreparato Kim III».
Errore di spie e analisti occidentali, e molti più micidiali errori in casa coreana, tra gli addolorati vertici di famiglie e di potere che accompagnavano il feretro dello scomparso e l’erede da manipolare. «Quel giovanotto sovrappeso da usare come un fantoccio, prestanome da esibire alle adoranti masse nordcoreane cresciute nel mito della Dinastia». Non fu così. E qui la leggenda rincorre la notizia in assenza di verifiche certe.
Zio Jang, uomo di riferimento per i rapporti con la potente Cina, fu arrestato a fine 2013, durante una seduta del Politburo. La propaganda mostrò il momento in cui due soldati lo sollevavano di peso e lo trascinavano via, verso il processo sommario e poi il plotone d’esecuzione. Si sono perse le tracce anche degli altri cinque del corteo funebre: Kim Ki-nam, capo della propaganda, sostituito da Kim Yo-jong, sorella minore di Kim; svanito nel nulla Kim Yong-chun, vicemaresciallo e ministro; sostituito Kim Jong-gak, generale; emarginato e forse purgato U Dong-chuk, capo della polizia segreta; Choe Tae-bok, vecchio responsabile degli affari esterni è stato pensionato.
«Di quel manipolo in lutto, è rimasto solo Kim Jong-un, che ora compie dieci anni da Rispettato Maresciallo e si è tolto la soddisfazione di incontrare tre volte il presidente degli Stati Uniti Donald Trump», sottolinea Santevecchi. Entro fine mese, annuncia la Korea Central News Agency, sessione plenaria del Partito dei Lavoratori di Corea, presieduta da Kim, che certamente esalterà i suoi risultati negli ultimi dieci anni e annunciare gli obiettivi politici per il prossimo anno.
«Lotta molto gigantesca», testuale, per il piano economico quinquennale viste la gravi carenza anche alimentari oltre che sanitarie sul fronte Covis, tutte accuratamente nascoste. Ma la minaccia esterna sempre evocata dal regime appare reale. Stati Uniti e Corea del Sud –oltre al feroce embargo che sta ormai colpendo pesantemente la popolazione-, hanno deciso di lavorare ad un “nuovo piano di guerra operativo” rispetto all’accresciuta minaccia rappresentata dal programma balistico di quel Paese.
Durante il fine settimana – ha riportato il sito indipendente Nk News – ha lasciato Pyongyang anche la delegazione diplomatica rumena di due persone, l’ultima missione dell’Ue che era ancora nel Paese.