L’Ucraina nella Nato la vera partita Washington Mosca. Giochi pericolosi tra minacce e inganni

Le ‘forzature’ (come si chiamano in diplomazia le bugie) del segretario di Stato Usa, Blinken che già vede i cosacchi per le strade di Kiev, e la risposta decisamente arrabbiata (forse più veritiero un rude ‘incazzato’) del solitamente compassato ministro degli Esteri della Russia, Sergei Lavrov. Che Blinken, sul futuro di Kiev non la racconti giusta (le sue origini ucraine lo tradiscono), l’hanno capito anche in Europa. Unione europea (Berlino e Parigi in particolare) e molti dei soci di minoranza della Nato a comando e ispirazione Usa perplessi e sospettosi. L’analisi di Piero Orteca.

Lavrov e Blinken tra accuse e minacce

Sull’Ucraina, ormai il caos diplomatico regna sovrano. Per questo Joe Biden e Vladimir Putin si vedranno presto. Questa volta, quindi, è toccato a Sergei Lavrov, Ministro degli Esteri della Russia, alzare il tiro. Se non sta attenta a come gioca le sue carte, l’Europa potrebbe tornare a rivivere l’incubo della guerra. Non quella “fredda”, ma un conflitto “caldo”, anzi tutto fuoco e fiamme, combattuto sul campo. Parliamoci chiaro, più che un avvertimento, quello lanciato dal braccio destro di Putin, è suonato come un ultimatum. Anche se, alla fine, si capisce che stiamo descrivendo una partita di poker, in cui ognuno alza la voce (bluffando), ma poi si accontenta di un “passa parola”, che non fa male a nessuno.

Troppa Nato fa male all’Europa

Comunque, il copione dice: basta con la strategia di allargare la Nato, costi quel che costi, per strangolare la Santa Madre Russia. Un’operazione di sporca politica egemonica, secondo il Cremlino, mascherata con la solita tiritera della “esportazione della democrazia”. Con questo giochino, pensano a Mosca, si vuole stendere una specie di cordone sanitario che isoli Putin e metta “sotto vuoto” il ruolo internazionale dell’ex Unione Sovietica.

Sicurezza in Europa

Lavrov ha parlato in Svezia, a una conferenza sulla sicurezza in Europa, promossa dall’OCSE. Nella quale ha incontrato Antony Blinken, Segretario di Stato americano (ma di origini ucraine, fino al midollo). Quest’ultimo ha ribadito che gli interessi di Kiev non si toccano e che i confini vanno rispettati. Insomma, da quelle parti tira una brutta aria. Anche perché il Ministro degli Esteri Usa, non sappiamo quanto convintamente, ha replicato alla messa in guardia di Lavrov, minacciando “gravi conseguenze, se la Russia dovesse cercare un conflitto con l’Ucraina”. Blinken non ha però specificato la natura di queste “gravi conseguenze”. Gli esperti, comunque, sono convinti che si tratti di un bluff grossolano.

Dopo l’Afghanistan nessun Donbass

Nessuno si immagina Biden, che scappa a gambe levate dall’Afghanistan e dall’Irak, rischiare una guerra nucleare per salvare un terzo dell’Ucraina. E parlando di “controbluff”, in pochi credono che i 90 mila soldati russi, ammassati al confine est dell’ex Repubblica sovietica, possano decidersi a invaderla. Si tratterebbe, invece, di un mezzo di pressione psicologica (e diplomatica), usato da Putin per “convincere” americani e alleati europei, che accogliere l’Ucraina nella Nato sarebbe un affare in perdita. Comunque, il lato positivo dell’incontro Lavrov-Blinken è che i due hanno deciso di rivedersi molto presto. Il che, a lume di logica, dovrebbe escludere qualsiasi sgradita sorpresa nei prossimi giorni. Anche se rimangono molti dubbi sulla capacità di Mosca e Washington di allentare la tensione.

Sofisticati armamenti Usa in Polonia e Romania

Soprattutto quando si vanno a vedere le mosse militari tattiche sul campo, le incertezze aumentano. Lavrov, per esempio, ha accusato la Nato di aver installato sistemi d’arma molto complessi, in Polonia e in Romania. Il Ministro degli Esteri russo, in particolare, ha fatto riferimento a una disposizione “offensiva” dello schieramento. Citando anche il dispiegamento di missili “terra-aria” di ultima generazione. Lavrov ha anche sottolineato che Mosca è a conoscenza del fatto che Stati Uniti e alleati avrebbero deciso di installare, in alcuni Paesi dell’Europa Orientale, missili “terra-terra” a medio raggio.

Spie a segnalare pericolo

La tensione, a ogni modo, resta alta e tre presunte “spie” ucraine sono state arrestate dall’FSB russo. A essere interessata dalla crisi è tutta la regione orientale del Donbass, dove ormai i separatisti controllano larghe aree del territorio. I centri maggiormente interessati sono Donetsk, Petrivske, Debaltseve e Luhansk.

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AVEVAMO DETTO

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