Variante Delta sull’Europa. Italia verso il Superpass e terza dose dopo 5 mesi

La drammatica sintesi da Berlino che dice tutto: «Entro l’inverno tedeschi vaccinati, guariti o morti». L’Europa è di nuovo l’epicentro mondiale della pandemia di Covid-19. I Paesi dell’Est sono alle prese con una pressione sugli ospedali mai vista dall’inizio dell’emergenza sanitaria, l’Austria ha deciso di tornare in lockdown e da febbraio introdurrà l’obbligo vaccinale.
Italia: le regioni incalzano e sul Super green pass; booster a cinque mesi dal primo ciclo; attività sportive, culturali e ricreative solo per vaccinati o guariti. Sui piani del governo il problema delle dosi e la logistica della nuova campagna
La Conferenza delle Regioni ha chiesto al governo più tutele per vaccinati e guariti. L’Associazione medici rianimatori: si valuti l’obbligo vaccinale per tutti. In Alto Adige mascherine all’aperto

Europa bersaglio e l’Italia si attrezza

Perché i vaccini da soli non bastano a fermare il virus. La variante Delta è molto più contagiosa mentre ci sono stati cambiamenti nella società e nei comportamenti personali e in molti paesi alcune precauzioni, come le mascherine e il distanziamento, vengono osservate meno rigorosamente.

Superpass e richiamo a 5 mesi

La terza dose potrà essere somministrata a tutti dopo 5 mesi dalla seconda annuncia il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Sono ore delicate», ammette. Viglia di scelte importanti (giovedì consiglio dei ministri) sul Super green pass, chiesto dalla Conferenza delle Regioni per salvaguardare le attività economiche, lasciando più libertà di movimento, anche in ipotetiche future zone arancioni e rosse, a vaccinati e guariti. Obiettivo dichiarato, evitare nuove chiusure, come sta avvenendo in Alto Adige, dove si sfiora il 18% di non vaccinati. «Per chi decide di non vaccinarsi – ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – è giusto garantire il diritto al lavoro e i diritti primari, ma se una persona non si vaccina è giusto che abbia qualche restrizione in più».

Brutti numeri ma salviamo il Natale

Contagi settimanali a sfiorare i 100 casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 78 e ai 53 di una e due settimane fa. Non c’è ancora l’esplosione avvenuta in altri Paesi europei e l’Italia forse è ancora in tempo per mettere in salvo le festività e il turismo invernale.

La linea dura dei governatori

  • Green pass soltanto per i vaccinati e controlli per chi arriva dagli Stati esteri dove è alto il numero dei contagi e basso quello delle vaccinazioni, chiede il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, con la Slovenia sull’uscio di casa.
  • «Super green pass», dal presidente della Lombardia Fontana, che consentirà solo ai vaccinati e ai guariti di frequentare i posti a maggior rischio di contagio: bar, ristoranti, teatri, cinema, stadi, palestre, piscine.
  • Secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti, eventuali chiusure regolate dall’assenza o meno della vaccinazione e non su territori dove operano soggetti in condizioni molto diverse.
  • Il governatore siciliano Nello Musumeci invoca l’obbligo vaccinale per tutti.

I numeri senza possibilità d’inganno

Dati dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che i vaccini hanno nettamente ridotto la diffusione del Covid le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e i decessi in tutta Italia.

Incidenza contagi
Nel periodo dal 15 ottobre al 14 novembre 2021, casi di Covid diagnosticati in Italia, 643 ogni 100.000 abitanti fra la popolazione non vaccinata, 165 casi ogni 100.000 tra i vaccinati. Contagi tra i non vaccinati, quasi 4 volte più alta che tra i vaccinati.

Ospedalizzazioni
Fra l’8 ottobre e il 7 novembre 2021, 38,8 ospedalizzazioni ogni 100.000 abitanti fra i non vaccinati, a fronte di 6,8 fra la popolazione vaccinata. L’incidenza tra i non vaccinati è stata quasi 6 volte più alta che tra i vaccinati.

Terapia intensiva
Fra l’8 ottobre e il 7 novembre 2021, ricoveri in terapia intensiva 5,12 ogni 100.000 abitanti tra la popolazione non vaccinata, contro 0,52 ricoveri ogni 100.000 abitanti fra i vaccinati. L’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva tra i non vaccinati è stata quindi quasi 10 volte più alta che tra i vaccinati.

Decessi
Fra il 24 settembre e il 24 ottobre, decessi fra i non vaccinati 4,17 ogni 100.000 abitanti, a fronte di 1,06 decessi ogni 100.000 abitanti fra i vaccinati. L’incidenza dei decessi tra i non vaccinati è stata perciò quasi 4 volte più alta che tra i vaccinati.

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