Contagi di estrema destra in Germania

Uno studio mostra la correlazione tra AfD, l’Alternative für Deutschland, il partito politico tedesco di estrema destra e la diffusione dei contagi. Uno studio pubblicato dallo Spiegel e rilanciato da il Foglio. Il parallelo americano dei repubblicani ‘trumpiani’.

La Germania delle 3G che trema

Le terribili 3G del ministro della Salute Jens Spahn, che a fine inverno i tedeschi o saranno ‘geimpft, o genesen, o gestorben. Vaccinati, guariti o morti. La 3G sulla quale si basa l’attuazione del green pass in Germania. Berlino in piena quarta ondata, ieri i nuovi casi erano più di ventiseimila, e a soffrire dell’alto numero di ospedalizzazioni sono soprattutto tre Länder: Sassonia, Turingia e Baviera.

Più contagi a destra e ad est

Fatta eccezione per la Baviera, le altre due regioni sono tra quelle in cui il sostegno per il partito di estrema destra AfD è più alto e si trovano a est del paese (qualcosa di simile alla tragica prima ondata italiana nella Lombardia leghista e ora nel nostro nord est). Il settimanale Spiegel ha pubblicato i risultati di uno studio che ha cercato di individuare quali rapporti ci sono tra contagi e scelte politiche.

Sassonia e Turingia anti ‘dittatura sanitaria’

La ricerca ha rilevato che se l’AfD riceve un voto su dieci in un distretto e il doppio in un altro, il livello di infezione nel le due zone differisce in media del 22 per cento. Più AdF più contagi. I ricercatori non dicono quanta responsabilità abbia direttamente il partito e sottolineano come non tutti gli elettori dell’AfD siano contrari alle restrizioni sul coronavirus e siano No vax, ma il partito è stato tra i più grandi animatori delle proteste durante la pandemia, sempre pronto a denunciare la ‘dittatura sanitaria’.

Negli Usa i repubblicani ‘trumpiani’

Una correlazione simile si trova anche tra i repubblicani americani e il tasso di vaccinazione: gli stati democratici hanno un tasso di vaccinazione più alto, i repubblicani (soprattutto di vocazione trumpiana) più basso.

La vaccinazione e l’attitudine a evitare il contagio sono ormai diventati un segno distintivo dei partiti, e per questo la fine della pandemia è anche un problema politico.

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