
«Il Green Pass è il Marchio della Bestia», dichiara monsignor Viganò. Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day, scrive: «Riteniamo inaccettabile imporre una sorta di ‘obbligatorietà vaccinale’ operando un’illegittima discriminazione fra gli studenti stessi. Il diritto allo studio è di tutti e qualsiasi odiosa discriminazione fra studenti ‘vaccinati e non’ susciterà pericolose condizioni di conflitto sociale dentro la comunità nazionale».
Sempre Family Day, l’ex parlamentare della Lega Simone Pilon ha dichiarato che «non si può costringere alla somministrazione di vaccini che sono ancora nella fase sperimentale». Peggio l’associazione Pro Vita e Famiglia, quella delle Marcia della Vita che terrorizza: «imporre il Green Pass ai minorenni significa creare un esercito di sdraiati psicopatici».
Tweet di Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione: «È necessario condannare fermamente un sistema che sfrutta linee cellulari di bambini abortiti nella ricerca, produzione o sperimentazione dei vaccini, farmaci e prodotti cosmetici». E cinque vescovi cattolici hanno condannato i vaccini sostenendo che utilizzano tessuto proveniente da materiale biologico frutto di interruzioni di gravidanza.
A nulla è servita la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede che, con il consenso di Papa Francesco, ha dato il via libera, in questo tempo di pandemia, alle vaccinazioni prodotte utilizzando linee cellulari provenienti da due feti abortiti negli anni Sessanta. «È moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione».
Il vescovo ausiliare Athanasius Schneider, l’arcivescovo Tomasz Peta di Astana in Kazakhstan, il cardinale Janis Pujats di Riga, in Lettonia, l’arcivescovo emerito Jan Pawel Lenga di Karaganda e il vescovo Joseph Strickland di Tyler, in Texas, contestano anche la Congregazione vaticana. «L’aborto, il genocidio peggiore conosciuto dall’umanità». Ma l’aborto umano è spesso drammaticamente spontaneo.
Padre Livio Fanzaga di Radio Maria, pur non contrario al vaccino, ha sostenuto che anche se «può essere utile -e certamente è stato utile nel passato- non è la salvezza». E la circostanza che l’Unione Europea abbia presentato il Vax-Day, proprio a Natale, diventa «una chiara dichiarazione di guerra», addirittura «Guerra a Dio».
Tra i cattolici No vax, spicca il parroco nel rione Colonna, a Roma, don Ghio, che spesso recita messa con il rito antico. «Vaccinarsi è peccato», l’anatema. Quindi, «disubbidire è lecito». Don Pietro Cutuli, diocesi di Mileto-Nicoletta-Tropea, dietro i vaccini vede «la promozione di Satana». Insegue verso l’inferno don Paolo Pasolini, che si inventa «donne ingravidate da aziende statali o private per farle abortire, asportare loro il feto vivo e usarne gli organi per la sperimentazione dei vaccini anti-Covid».
La rete integralista e negazionista di una parte del mondo cattolico ed episcopale italiano si salda con l’ampio fronte dei cattolici conservatori americani, che non sono semplicemente attestati su posizioni critiche a Papa Francesco. Raymond Burke è uno dei prelati statunitensi più conservatori. Ricoverato per Covid, aveva citato la falsa notizia che il vaccino serva a iniettare un microchip sotto la pelle. Oltre all’ormai noto vescovo Viganò, ex nunzio a Washington, che ha più volte scritto a Donald Trump, “voce che grida nel deserto”.
I cardinali come George di Chicago e Dolan di New York, con un forte nucleo di intellettuali laici e religiosi, uniti in gran parte intorno alla rivista “First Things”, fondata dall’ex reverendo luterano Richard John Neuhaus convertito al cattolicesimo proprio per l’influenza del papa polacco. Assieme a loro, intellettuali ex democratici finiti fra i neocon.
L’Eternal Word Television Network di Mother Angelica, diventata la tv di riferimento per chiunque si riconoscesse nella visione più tradizionalista della fede. A questo gruppo erano legati giovani che poi avrebbero fatto strada, come il futuro segretario di Stato Mike Pompeo, italiano non cattolico. Oppure Steve Bannon, che ha avuto un curioso legame con la famiglia dell’ex ambasciatrice presso la Santa Sede Mary Ann Glendon.
La figlia di Glendon, Elizabeth Lev, aveva avuto una relazione con il sacerdote dei Legionari di Cristo Thomas Williams, da cui era nato un bambino. Costretto a lasciare l’abito talare, l’aveva sposata, trovando lavoro come il corrispondente dalla Città Eterna di Breitbart, ossia il sito super conservatore guidato proprio dal futuro manager della campagna presidenziale di Trump.
Raymond Burke, consacrato vescovo da Wojtyla e creato cardinale da Ratzinger, aveva minimizzato la pandemia come una specie di imbroglio e si era opposto al vaccino, salvo poi ammalarsi di Covid e finire ad un passo dalla tomba. Ma ha insistito sulle teorie cospirative più irragionevoli come quella del microchip posto sotto la pelle di tutte le persone, «in modo che in ogni momento possano essere controllate riguardo alla salute e ad altre questioni».