
Venti giorni di lockdown totale senza distinzioni da lunedì prossimo e obbligo vaccinale per tutti a partire dal primo febbraio.
«Non siamo riusciti a convincere abbastanza persone a farsi vaccinare e troppe forze politiche hanno ostacolato la restrizione» denuncia il cancelliere Alexander Schellenberg.
Così la Repubblica austriaca diventa il primo Stato europeo a imporre la somministrazione del farmaco anti-Covid a tutti i cittadini con sanzioni che vanno dalla multa al carcere. E la terza dose, il “booster”, viene anticipato dopo 4 mesi dal secondo richiamo. Infine, giro di vite sui tamponi per chi entra nel Paese: ai non vaccinati non basterà più il test antigenico ma servirà il Pcr la cui validità però è stata diminuita da 7 a 3 giorni.
«Imporre il lockdown non è stata una decisione facile ma le terapie intensive sono prossime al collasso. Vediamo troppa sofferenza umana ma anche troppi austriaci che hanno mancato di dimostrare la loro solidarietà nella lotta alla pandemia» riassume Schellenberg al Consiglio dei ministri fiume durato fino alle 2.30 del mattino di ieri.
Virus senza frontiere e dai due Land epicentro del virus, Alta Austria e Salisburgo, la quarta ondata preme anche sulla confinante Baviera, tra gli Stati tedeschi più colpiti dalla crescita esponenziale del contagio. Lì ‘lockdown mirato’ in tutti i distretti con indice di contagio superiore ai mille casi ogni 100 mila abitanti. «Nelle aree a rischio chiuderemo qualunque attività fino a metà dicembre» conferma il premier di Monaco.
Cancellati i tradizionali mercatini di Natale «incontrollabili», e introdotti i nuovi limiti sui contatti personali tra non vaccinati. In Baviera non escludono altre misure come consente la nuova legge della ‘coalizione Semaforo’, votata giovedì al Bundestag e approvata ieri senza opposizione dei Land guidati da Cdu-Csu. La norma prevede che con più di tre pazienti ricoverati per Covid ogni 100 mila abitanti, scatti la regola del “2G” (accesso consentito solo a vaccinati e guariti), nel caso di 6 ricoveri il “2G plus” (vaccinati e guariti ma solo con con test negativo) fino al lockdown per soglie superiori.
«Da un lato il ministro della Sanità, Jens Spahn (Cdu), fa sapere di non potere escludere a priori nuovi lockdown», informa Canetta, mentre il ministro degli Esteri, Heiko dell’ Spd (lui in uscita con il suo partito ormai alle porte del governo), garantisce che «non ci sarà e nemmeno l’obbligo vaccinale per tutti» sul modello austriaco. Tutto da verificare.
«Tutto il Paese è un unico grande focolaio», avverte l’Istituto Robert Koch che ieri ha invitato tutti i tedeschi a «rimanere a casa il più possibile». Il problema resta il tasso di vaccinazione completa fermo a quota 67,7% e il record di nuovi contagi (65.371 il dato di ieri). «La regola del 2G adottata ieri dalla conferenza Stato-Regioni non è sufficiente. Oltretutto in un quarto dei distretti si registrano indici di infezione superiori a 500 e molti ospedali hanno raggiunto il limite».
Da un lato, un virus più contagioso e misure meno tempestive; dall’altro i vaccini. L’esito di questo scontro determinerà l’entità della quarta ondata.
La crescita dei casi e dei decessi prosegue come da un mese a questa parte. L’incidenza è a 98 casi settimanali per centomila abitanti. È il quarto aumento consecutivo. «Una tendenza ad un certo peggioramento ma ben al di sotto dei valori che si registrano nell’Europa orientale e centrale». In Austria, l’incidenza ha toccato quota 994, dieci volte la nostra. Anche se, come segnala Andrea Capocci, « il quadro italiano è frastagliato». In Alto Adige l’incidenza è a 406, in Friuli-Venezia Giulia a 289, in Puglia, Basilicata e Sardegna 40 o anche meno.