Circondati dal virus: la pandemia dilaga in Europa. Il caso Austria. Italia, stretta green pass

In Germania e Slovacchia via al lockdown dei non vaccinati. In Alta Austria e a Salisburgo, le due regioni più restie finora a restrizioni, a sorpresa, decidono la chiusura per vaccinati e non, da lunedì e per i prossimi trenta giorni.
ITALIA VERSO NUOVO DECRETO
L’impennata dei contagi da Covid-19 e il pressing dei presidenti di Regione che non vogliono rischiare nuove chiusure nel periodo natalizio. Riduzione della validità del green pass a 9 mesi e regole più severe per chi decide di non vaccinarsi. Veri e propri divieti legati alla vita sociale per proteggere chi è immunizzato.

Dove il virus corre più veloce dei governi

Mentre in Europa centrale esplode la quarta ondata di Covid, la Mitteleuropa tenta ancora un difficile lockdown dei non vaccinati. Ma i margini di manovra dei governi si fanno di ora in ora sempre più limitati. Germania e Slovacchia varano misure per escludere i non vaccinati dall’accesso alla vita pubblica e dove non basta, come in alcuni Laender dell’Austria, si torna al lockdown per tutti. «Alta Austria e Salisburgo, le più restie finora a restrizioni, a sorpresa, hanno deciso il lockdown per tutti, vaccinati e non vaccinati per un mese a cominciare da lunedì prossimo».

Illusione lockdown selettivo

Il lockdown per i soli non vaccinati, sperimentato a tappe via via più severe (spinte anche in Italia), si è rivelato difficile da gestire e controllare e di fatto inefficace. Ed ecco che l’Austria dell’ex Giovin Cancelliere Sebastian Kurz che sbruffoneggiava sui contagi altrui, si scopre nel dramma. «Non è solo la pandemia dei non vaccinati», come l’ha definita qualche giorno fa il nuovo cancelliere Alexander Schallenberg, segnala Angela May sul manifesto. Già da settimane medici e scienziati di fronte al numero di contagi ormai troppo alto chiedevano misure più restrittive ed efficaci negate.

«Corona-Bananenrepublik Oesterreich»

Emergenza nazionale e ancora convenienza politiche. La proposta del ministro della sanità Wolfgang Mueckstein, verde, in carica da pochi mesi, di chiudere intanto discoteche e locali notturni ancora lunedì è stata bocciata dai popolari. L’editoriale del settimanale Profil di questa settimana titola «Corona-Bananenrepublik Oesterreich» (Repubblica delle banane corona Austria) e della settimana scorsa «la politica è più pericolosa del virus».

La destra dei meno vaccinati

In Alta Austria – la regione con meno vaccinati governata da Oevp (i popolari di Kurz) ed estrema destra della Fpoe – in un ospedale i cadaveri dei morti di Covid, 59 in 5 giorni, sono stati lasciati nel corridoio per mancanza di spazio. Un terzo delle operazioni importanti devono essere rinviate per l’alto numero di pazienti Covid in terapia intensiva, al 70% si tratta di non vaccinati.

Due casi in terapia intensiva che hanno assunto il farmaco Ivermectin, un vermicida per cavalli che Herbert Kickl, capo della Fpoe consiglia agli umani contro il Covid. In Alta Austria, l’Ivermectin risulta esaurito.

Le vanterie bugiarde

«Siamo i migliori contro il Covid» diceva Kurz l’estate scorsa, dichiarando finita la pandemia e di fatto anche la campagna vaccini, contro il parere degli esperti. Ecco perché l’Austria si trova tra gli ultimi per i vaccini, al 65%, e tra i primi per i contagi.

ITALIA VERSO NUOVO DECRETO

Possibile un decreto la prossima settimana. Per il governo è ormai chiaro che «la situazione sta peggiorando, non si può stare fermi» e sarà inevitabile che «i non vaccinati paghino più di chi ha invece scelto di immunizzarsi».

Green pass da 9 mesi

Sulla riduzione della validità del green pass non ci sono più dubbi. Il decreto stabilirà che il green pass non è più valido un anno, ma 9 mesi dall’ultima inoculazione. Anticipata al 22 novembre l’avvio della campagna di richiamo tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni.

I tamponi

I tamponi antigenici hanno mostrato un’attendibilità non completa e per questo c’è chi vorrebbe eliminarli come requisito per ottenere il green pass. Rimane il dubbio anche per i molecolari. Dal momento in cui arriva l’esito negativo ci sono infatti 72 ore e molti scienziati ritengono che in questo lasso di tempo ci si possa infettare e dunque essere contagiosi senza accorgersene.

Divieti ai no vax e green pass rafforzato

Bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi al chiuso potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. La convinzione del fronte rigorista è che a subire le restrizioni debbano essere le persone che hanno scelto di non immunizzarsi. Una delle ipotesi potrebbe essere l’eliminazione del tampone per ottenere il green pass.

Richiamo a 5 mesi

Il decreto confermerà l’obbligo per il personale sanitario e per i lavoratori delle Rsa di richiamo del vaccino. Il governo sta valutando l’anticipo della terza dose a partire dalla fine del quinto mese e non dal sesto. Su questo dovrebbero però essere compatti i componenti del Cts per superare il parere dell’Ema, che ritiene valido l’intervallo di 6 mesi.

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