‘Cortina di ferro’ per i migranti nei Paesi liberati da quella sovietica. In 50 anni 65 muri di confine

La Polonia costruirà da dicembre una barriera per fermare il flusso di profughi spinti verso il confine dal governo della Bielorussia. 180 chilometri di muro e il resto del confine con fitte barriere di filo spinato.
Il papa: «costruire muri è un ritorno al passato». Matterella: «sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e il non tener conto della fame e del freddo cui sono esposti esseri umani ai confini dell’Unione»
Prima e oltre la Polonia, «Negli ultimi 50 anni costruiti 65 muri di confine» documenta Nello Scavo su Avvenire.

Una cortina di ferro per i migranti

«Non sarà facile, quando toccherà agli storici, spiegare che l’epoca dei muri non è più solo quella del Vallo di Adriano o il tempo del cinese Qin Shi Huang, l’imperatore padre della Grande Muraglia. Epoche in cui le fortificazioni servivano a proteggersi dalle incursioni armate. Non nel 2021, quando miliardi di euro vengono investiti per respingere nient’altro che persone disarmate».

Migrazioni forzate

Il 60% delle nuove barriere è stato voluto per ostacolare le migrazioni forzate. Negli ultimi 50 anni (1968-2018) sono stati costruiti oltre 65 muri di confine. L’Europa (26%) è seconda solo all’Asia (56%). A oltre trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, il 60% della popolazione mondiale (circa 4,7 miliardi di persone) vive in Paesi che hanno costruito un qualche argine contro i flussi di persone.

‘Transnational Institute’

Il centro studi ‘Transnational Institute’ ha calcolato che solo dal 1990 al 2019 i Paesi Ue dell’area Schengen si sono dotati di oltre mille chilometri di recinzioni. E presto saranno più del doppio. La spesa totale ha sfiorato il miliardo di euro. A cui andranno aggiunti gli stanziamenti per i 508 chilometri di frontiera che la Lituania ha deciso di puntellare con pali d’acciaio e filo spinato. Come la Polonia, che con i lituani condivide l’affaccio sulla Bielorussia.

La traccia dei soldi per capire

«Per venirne a capo bisogna seguire i soldi», come in qualsiasi indagine criminale, suggerisce Nella Scavo. «Si scopre così che il filo spinato e le armi per ricacciare indietro i poveri sono prima di tutto un colossale giro d’affari». Prove? Frontex, nata per supportare la sorveglianza dei confini esterni è accusata di malversazioni e di aver cooperato nelle operazioni più cruente nei Balcani, nel Canale di Sicilia e nell’Egeo. Eppure inutilmente ingrassa. Entro il 2027 spasserà dagli attuali 1.500 a 10mila effettivi, spesa gigantesca di 5,6 miliardi di euro fino al 2027.

Comparti difesa e muri in appalto

Anche importanti aziende del ‘comparto difesa’ si sono specializzate in muri o barriere varie. Con fornitori specializzati. European Security Fencing, produttore spagnolo di filo spinato, utilizzato nelle recinzioni al confine con Spagna/Marocco, Ungheria/Serbia, Bulgaria/Turchia, Austria/Slovenia, Regno Unito/Francia. O la slovena “Dat-Con” incaricata di costruire barriere oltre che in casa, in Croazia, Cipro, Macedonia, Moldavia e Ucraina.

Frontiere affare e Frontex a perdere

Sino ad oggi le imprese hanno beneficiato di 4,46 miliardi Ue attraverso varie voci di spesa. Per il nuovo bilancio Ue (2021-2027), si raddoppia: 8,02 miliardi di euro al «Fondo per la gestione integrata delle frontiere». E altri 11,27 miliardi di euro alla contestatissima Frontex (di cui 2,2 miliardi di euro saranno utilizzati per acquisire e gestire mezzi aerei, marittimi e terrestri) e almeno 1,9 miliardi di euro di spesa totale (20002027) per le sue banche dati di identità e Eurosur.

‘Se questa è l’Europa’, dice il papa

Papa Francesco: «La costruzione di muri anti-migranti è un ritorno al passato», e Avvenire dedica un’edizione speciale alla voglia del Continente di chiudersi nel suo egoismo. «Se l’Europa è i campi di concentramento di Lesbo. Se l’Europa è il finanziamento diretto o indiretto dei lager e dei negrieri di Libia. Se l’Europa è l’intrico balcanico di recinti, campi minati e miliziani picchiatori. Se l’Europa è i fucili spianati di Ceuta e Melilla. Se l’Europa è le ‘giungle’ di Calais. Se l’Europa sono gli eserciti schierati ai confini orientali e i poveri in mezzo».

Se questa è l’Europa, è un’Europa imbelle, incrudelita e tradita

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