Profughi e migranti sulla ‘rotta orientale’, in Polonia la ‘macchina della paura’ mobilita riservisti e neonazi

Nel giorno in cui la Polonia celebra l’Indipendenza (con grandi manifestazioni dell’ultra destra xenofoba), il governo di Varsavia conferma la sua “autonomia” da Bruxelles rifiutando ancora l’offerta di rinforzi da Frontex, che ha la sua sede centrale proprio nella capitale polacca.
L’esercito di Varsavia ha mobilitato anche i riservisti per un totale di almeno ventimila uomini delle varie forze armate. Mentre dalle retrovie viene segnalato il prevedibile attivismo di gruppi neofascisti e neonazisti da mezza Europa.

Ultradestra polacca

La macchina delle paura sul fronte orientale

Polonia, profughi mediorientali e afghani che si ammassano ai confini con la Bielorussia, e l’estremismo di destra xenofobo e spesso neonazista di esibisce per la strade di Varsavia, ‘Marcia dell’indipendenza’ che l’estrema destra organizza da 10 anni. Polonia sovranista, e l’ultradestra antisemita, omofoba e antieuropea si è impossessata della celebrazione della festa nazionale, l’11 novembre. Un corteo di ultrà che gridava slogan di odio e di incitamento alla violenza contro «gli ebrei che vogliono derubare la Patria», gli omosessuali, l’Unione europea di cui hanno bruciato in piazza le bandiere. Alla manifestazione anche militanti di Forza Nuova. La polizia ha separato l’adunata neofascista dalla manifestazione governativa e da quella delle opposizioni democratiche ed europeiste, che in 15mila hanno cantato Bella ciao sventolando vessilli Ue e arcobaleno.

Nazionalismo neonazista e i catto-sovranisti

«Fermiamo i circoli ebrei, vogliono rubarci 300 miliardi di dollari», hanno scandito più volte gli estremisti, che vogliono bloccare le richieste di risarcimento degli ebrei polacchi sostenute dai legislatori Usa. I pochi ancora residenti e i molti fuggiti da decenni in Israele o Stati Uniti, espropriati prima dai nazisti poi dal 1968 dall’uomo forte antisemita del regime comunista, Mieczyslaw Moczar. Slogan fascisti (“falciamo via la marmaglia comunista”), omofobi, (“vietiamo di essere froci”). E anche motti cattolici, «Dio, onore e Patria», «siamo cristiani, la Patria non può morire come l’Europa occidentale cosmopolita», e infine, «Polska cala tylko biala», la Polonia intera è solo bianca. Troppo anche per il Pis sovranista al governo, che quest’anno non ha sfilato insieme ai neofascisti, ma che con la sua politica aiuta fortemente.

Profughi e migranti armi di Mosca

L’allarmismo sulla crisi migratoria sta tracimando fino a Kiev, segnala Nello Scavo su Avvenire. E ora anche l’Ucraina nera. Il timore che dietro alle operazioni di Minsk vi sia un piano di Mosca per gettare scompiglio in tutto il quadrante ha fatto salire l’allerta, con il governo ucraino che raddoppierà il numero di guardie di frontiera al confine con la Bielorussia nel timore di trovarsi davanti uno scenario come quello affrontato in queste ore dalla Polonia. Il ministro dell’Interno Denis Monastyrsky, riferisce l’agenzia Ukrinform, ha presentato un rapporto al Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, nel quale annuncia di prepararsi a “a scenari simili a quelli ai quali si assiste attualmente al confine polacco-bielorusso”. Moinastyrsky ha indicato che il numero delle guardie di frontiera al confine raddoppierà e che saranno coinvolti anche i riservisti della polizia e della guardia nazionale.

Paure alimentate e numeri reali

I proclami e gli isterismi ascoltati in queste ore sembrano non voler tenere in conto i numeri reali, ribadisce Avvenire. Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) ha elaborato i dati di Frontex: da gennaio a settembre 2021 sono arrivati nell’Unione europea quasi 49mila migranti attraverso il Mediterraneo centrale, 39mila dalla rotta balcanica e poco più di 6mila attraverso la Bielorussia. «Se anche fossero attendibili le stime di Varsavia, secondo cui in Bielorussia vi sarebbero fino a 12mila migranti pronti ad attraversare il confine, si tratterebbe nel complesso del 5% del totale dei migranti arrivati sulle altre rotte quest’anno». A soffiare sul fuoco stanno arrivando altre formazioni. La gran parte dei profughi transitati dalla Polonia sono giunti in Germania che quest’anno ha accolto oltre 6mila persone provenienti dalla “rotta orientale”.

Chi soffia sul fuoco

Già il 24 ottobre la polizia tedesca aveva bloccato appena in tempo un gruppo di estrema destra che stava raggiungendo il confine polacco. Sono stati identificati più di 50 militanti armati di spray al peperoncino, baionetta, un machete e manganelli con cui intendevano perlustrare la frontiera. Il gruppo è sospettato di legami con formazioni neonaziste in tutta Europa e in particolare al movimento politico di ispirazione nazista “Third way”. Una “terza via” che preoccupa molti osservatori, preoccupati di come alla strumentalizzazione di Lukashenko possa seguire quella dei gruppi anti-immigrazione. Uno scenario che fa esattamente il gioco dell’asse Minsk-Mosca.

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