
«Gli accordi di Abramo, proposti al mondo come un importante trattato di pace, si svelano invece come alleanza militare», segnala Michele Giorgio, Nena News. A guidare le quattro marine è ovviamente la V flotta degli Stati uniti, che opera in tutto il Medio Oriente e che ha la sua base nelle isole davanti al Bahrain, un piccolo arcipelago di eccezionale importanza strategica per Washington. «Proprio la rilevanza della sua posizione nel Golfo garantisce una sorta di immunità al regno di re Hamad bin Isa al Khalifa che è accusato di violazioni dei diritti umani a danno degli oppositori politici e degli sciiti che formano la maggioranza della sua popolazione».
Esercitazione su tattiche di abbordaggio, perquisizione e sequestro di navi sospette o ostili, ed il messaggio è chiaro. Chiarendo a Tehran che questa alleanza militare entrerà in azione – assieme all’Arabia saudita – in caso di guerra. Per il momento siamo ai dispetti incrociati. Esercitazioni navali contrarie avviate lunedì da Tehran nel Golfo di Oman, a dimostrare che l’Iran è in grado di bloccare lo Stretto di Hormuz, attraverso il quale transita circa un quarto del petrolio mondiale. Ovviamente il comandante americano Brad Cooper, sostiene appunto di voler salvaguardare la libertà di navigazione e il libero flusso degli scambi.
«Pur affermando di preferire la via diplomatica per la soluzione dei conflitti con Tehran, l’Amministrazione Biden negli ultimi mesi si è avvicinata molto alle posizioni israeliane, sia nei confronti dell’Iran che dei palestinesi», la valutazione di molti osservatori internazionali. Tentazioni di resa dei conti militare di parte israeliane nota, meno noto l’invio di bombardieri pesanti B-1, capaci di sganciare bombe nucleari, in volo sulla regione con la scorta di F-15 israeliani e di velivoli di altri paesi alleati. Esibizione contro esibizione, Israele ha ospitato una massiccia esercitazione aerea multinazionale con la presenza anche dell’Italia.
«Per bloccare il programma nucleare di Teheran che procede rapido, mentre i negoziati internazionali a Vienna per ora non hanno ottenuto un nuovo accordo», segnala il Foglio. «In Israele si parla sempre di più di possibili raid aerei contro l’Iran per bloccare il programma nucleare perché i negoziati internazionali a Vienna – che dovrebbero portare a un accordo che sospenderà il programma nucleare iraniano – sono fermi da mesi e non hanno ottenuto finora alcun risultato». E martedì il capo di stato maggiore israeliano, il generale Aviv Kohavi, ha detto che «l’esercito sta accelerando i piani operativi e lo stato d’allerta per fronteggiare l’Iran e una minaccia nucleare», davanti alla commissione Difesa della Knesset.