
In difficoltà voluta l’Unione Europea via Polonia, col despota Lukashenko che replica alla sanzioni europee sfruttando l’ostilità dei paesi dell’Europa orientale per i migranti. Secondo la Polonia, 30mila i tentativi di ingresso dalla Bielorussia da quest’estate. Mentre i migranti coinvolti nella nuova rotta raccontano che buona parte del loro viaggio è stato incoraggiato e organizzato proprio dalle autorità bielorusse, «che si comportano alla stregua di trafficanti», denuncia Il Post.
Tutto è iniziato a marzo, «quando abbiamo saputo che il governo bielorusso stava semplificando le procedure burocratiche per rilasciare visti “turistici” in Iraq», ha denunciato a BBC News il viceministro dell’Interno lituano, Kęstutis Lančinskas. Una scorciatoia spesso salvavita ad evitare il lungo e pericoloso tragitto di avvicinamento verso il confine europeo lungo la ‘rotta balcanica’, ad esempio.
La Bielorussia non ha grandi legami con i paesi del Medio Oriente, e per spargere la voce dell’apertura della nuova rotta è bastato il passa parola via social. Chat di WhatsApp o Facebook che pubblicizzavano pacchetti “tutto incluso” per una poco credibile vacanza a Minsk. E le procedure burocratiche per i visti appaltate ad agenzie di viaggi esterne. Agenzia di Baghadad, scopre Deutsche Welle, ma succede la stessa cosa anche al di fuori dell’Iraq, in altri paesi della regione. Per ottenere il visto servono pochi giorni, al massimo qualche settimana.
Ormai da mesi diverse compagnie aeree presenti in Medio Oriente hanno collegamenti diretti fra Minsk, la capitale della Bielorussia, e città come Istanbul (Turchia), Damasco (Siria), Dubai (Emirati Arabi Uniti). Una delle più attive è Belavia, la compagnia aerea statale bielorussa: non offre collegamenti diretti con l’Iraq ma mantiene un volo giornaliero con Dubai e con Istanbul, da cui a volte partono anche due aerei al giorno diretti a Minsk.
Attratte da una rotta diventata improvvisamente popolare fra i propri clienti, diverse compagnie aeree hanno attivato collegamenti con Minsk. Iraqi Airways, la compagnia di stato irachena, ha addirittura ampliato i collegamenti con Minsk da diverse città fra cui Bassora, quasi in Iran, Erbil nel cuore del curdistan, e Sulaymaniyah, salvo sospenderli su pressione di diplomatici europei. Quindi tutto prevedibile (e previsto), ciò che sta ora accadendo. Turkish Airlines, una delle compagnie aeree più grandi al mondo, continua a garantire due collegamenti al giorno fra Istanbul e Minsk, nonostante quello che sta succedendo al confine con la Polonia.
Per raggiungere gli aeroporti di partenza, per le procedure burocratiche e il volo e, i migranti spendono qualche migliaio di euro. I più fortunati, soprattutto nei primi tempi della rotta, venivano sistemati negli hotel controllati dal regime e scortati fino al confine dalle forze di sicurezza bielorusse con appositi pullman e taxi. Gli altri sono invece costretti ad affidarsi ai trafficanti, che si possono contattare sia dai paesi di partenza sia una volta arrivati a Minsk.
Le cifre sui loro compensi riportate dai giornali variano molto. Il Guardian parla di una tariffa compresa fra 15.000 e 20.000 euro a persona.
L’ultimo tratto della rotta prevede di attraversare a piedi il confine fra Bielorussia e Polonia in una zona boscosa e fino a pochi mesi fa poco sorvegliata dalle guardie di frontiera. «Oggi la situazione è molto cambiata, sia per le migliaia di soldati polacchi che pattugliano il confine, sia per una serie di giri d’affari legati al nuovo flusso». Criminalità transfrontaliera che si fa pagare per superare il confine, prevede un sovraprezzo ‘sicurezza’: pattuire prima o derubarti dopo.