
Non è troppo popolare nemmeno Boris Johnson, sottolinea Luca Manes, di ReCommon, un’associazione che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori, sul manifesto. Bugiardo Boris nei giorni scorsi a dare l’impressione di essere un paladino del clima, ieri ha detto di fatto ai manifestanti, «Andate a scuola». Ma loro, i ‘Fridays for Future’ a scuola ci vanno, eccome, e sanno scrivere molto bene e chiaro sui loro cartelli, «Cop is a fantasy», oppure «no more blah blah blah», a ripetere il giudizio di Greta sulla vuota retorica dei governi del Pianeta.
Ed Miliband è stato ministro per il Cambiamento climatico nel governo di Gordon Brown, ed è la voce dell’opposizione britannica su Glasgow. Sui giovani in piazza dichiara al Corriere della sera: «Hanno ragione: loro parlano senza esitazioni, senza tenersi sotto controllo, in maniera veritiera. Loro parlano non solo per i giovani, ma anche per quelli che non sono ancora nati. Se guardi le cose dal punto di vista di qualcuno fra 50 o 100 anni, direbbero che stiamo facendo troppo poco sul cambiamento climatico. Dobbiamo ascoltare la voce di quei giovani»
Tra gli attivisti, prima che la politica cerchi di indorare la pillola, serpeggia la convinzione che quella di Glasgow sia l’ennesima occasione persa, ripete Manes. «Anche alcuni risultati apparentemente positivi lasciano un retrogusto di fiele». Le promesse da marinaio e rinvii, sula carbone dalla Polonia (2040), all’India (2070). Se il pianeta ci arriva ancora integro.
«perché non si può risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno causata. Il re è nudo, la storia li giudicherà severamente».
Ieri a Glasgow, è stata anche la giornata dedicata all’oceano, ridotta però a una tavola rotonda sulla «finanza blu», accompagnata da un appello solenne per un’azione di protezione degli oceani, «grandi misure ambiziose» ma solo promesse, denuncia a sua volta Anna Maria Merlo. Mentre si discute su come sfruttare al meglio le risorse minerarie sott’acqua, alla Commissione per la conservazione della fauna e della flora marine, non è ancora stato possibile trovare un accordo sulla creazione di nuove aree marine protette. All’Onu è dal 2012 che si discute su un trattato internazionale di conservazione delle biodiversità in alto mare, senza nessun risultato finora.
L’emergenza da fine del mondo che verrà, non riguarderà i Grandi Nani di oggi.
§§§
AVEVAMO DETTO