A Glasgow clima pessimo. Vincono gli egoismi e la politica dei Grandi Nani

A Glasgow una marea di giovani assedia la Cop26 sull’orlo del fallimento. Aprono il corteo gli indigeni dell’Amazzonia, vittime della deforestazione di Bolsonaro. Allo sciopero dei Fridays for future l’ultimo appello per clima. Il premier inglese Boris Johnson: «Andate a scuola». Dalla piazza: «Voi andatevene a casa»

Una marea verde di giovani e poco altro

Glasgow gioiosamente invasa dai ‘Fridays for Future’ di tutto il mondo’. Alla testa del corteo tante donne e ragazze dal Sud del mondo ed esponenti delle comunità indigene dell’Amazzonia. Assente al vertice il brasiliano Bolsonaro (cittadino onorario di Anguillara), è il primo nei cori della piazza, accusato di ‘genocidio di fatto’ dei nativi dell’Amazzonia, dove la deforestazione prosegue senza sosta a vantaggio delle imprese private, e della gestione criminale della pandemia che ha causato finora più di 600mila morti.

Boris dopo la maschera ecologica

Non è troppo popolare nemmeno Boris Johnson, sottolinea Luca Manes, di ReCommon, un’associazione che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori, sul manifesto.  Bugiardo Boris nei giorni scorsi a dare l’impressione di essere un paladino del clima, ieri ha detto di fatto ai manifestanti, «Andate a scuola». Ma loro, i ‘Fridays for Future’ a scuola ci vanno, eccome, e sanno scrivere molto bene e chiaro sui loro cartelli, «Cop is a fantasy», oppure «no more blah blah blah», a ripetere il giudizio di Greta sulla vuota retorica dei governi del Pianeta.

Ex ministro laburista: Greta doveva poter parlare

Ed Miliband è stato ministro per il Cambiamento climatico nel governo di Gordon Brown, ed è la voce dell’opposizione britannica su Glasgow. Sui giovani in piazza dichiara al Corriere della sera: «Hanno ragione: loro parlano senza esitazioni, senza tenersi sotto controllo, in maniera veritiera. Loro parlano non solo per i giovani, ma anche per quelli che non sono ancora nati. Se guardi le cose dal punto di vista di qualcuno fra 50 o 100 anni, direbbero che stiamo facendo troppo poco sul cambiamento climatico. Dobbiamo ascoltare la voce di quei giovani»

Ennesima occasione persa

Tra gli attivisti, prima che la politica cerchi di indorare la pillola, serpeggia la convinzione che quella di Glasgow sia l’ennesima occasione persa, ripete Manes. «Anche alcuni risultati apparentemente positivi lasciano un retrogusto di fiele». Le promesse da marinaio e rinvii, sula carbone dalla Polonia (2040), all’India (2070). Se il pianeta ci arriva ancora integro.

Greta nella retrovie, ‘Il Re è nudo’

Ribadisce il concetto Greta Thunberg, che durante il corteo è rimasta nelle «retrovie», per lasciare la scena agli esponenti del Sud del mondo. Per la giovane attivista svedese la Cop26 è un fallimento totale, un mero esercizio di pubbliche relazioni di politica internazionale.

«perché non si può risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno causata. Il re è nudo, la storia li giudicherà severamente».

Oceani e innalzamento dei mari

Ieri a Glasgow, è stata anche la giornata dedicata all’oceano, ridotta però a una tavola rotonda sulla «finanza blu», accompagnata da un appello solenne per un’azione di protezione degli oceani, «grandi misure ambiziose» ma solo promesse, denuncia a sua volta Anna Maria Merlo. Mentre si discute su  come sfruttare al meglio le risorse minerarie sott’acqua, alla Commissione per la conservazione della fauna e della flora marine, non è ancora stato possibile trovare un accordo sulla creazione di nuove aree marine protette. All’Onu è dal 2012 che si discute su un trattato internazionale di conservazione delle biodiversità in alto mare, senza nessun risultato finora.

Rialzo del livello dei mari

Si prevede un aumento del livello degli oceani di un metro di qui a fine secolo. La circolazione delle masse d’acqua rallenta e gli oceani si acidificano, +30% in pochi anni, e le barriere coralline sono diminuite del 20%. Gli oceani, che assorbono più del 90% del surplus di energia e il 30% delle emissioni di carbonio, tra  gli effetti del riscaldamento climatico potrebbero non più svolgere questo ruolo. La scienza dice e documenta ma la politica e breve, pensa al suo sopravvivere elettorale e non fa.

L’emergenza da fine del mondo che verrà, non riguarderà  i Grandi Nani di oggi.

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AVEVAMO DETTO

Tags: clima
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