
«E i vaccini sono solo l’inizio. Se riuscissimo a far produrre i medicinali al nostro corpo, sarebbe possibile curare di tutto, dalle infezioni batteriche alle malattie autoimmuni, fino ai rari disturbi genetici e al cancro».
«È una rivoluzione sia per quanto riguarda il numero di farmaci che potremmo immaginarci sia per la rapidità con cui verrebbero realizzati e testati», afferma Cullis. Alcuni risultati promettenti stanno già arrivando, ma siamo solo agli inizi. Eppure non è esagerato dire che questo potrebbe cambiare tutto.
I primi vaccini partivano da virus “vivi”, trattati in modo da essere meno pericolosi del virus originario dai quali proteggono. I vaccini vivi possono essere molto efficaci, ma hanno degli svantaggi: sono difficili da produrre. Nel 1990 la scoperta della possibilità di utilizzare del dna o dell’Rna con le istruzioni per sintetizzare la proteina in grado di combattere i virus.
Poi nel 2005 arrivò la prima di due svolte decisive che cambiarono le prospettive dei vaccini a Rna. «Quell’anno Katalin Karikó e Drew Weissman dell’Università della Pennsylvania riuscirono a modificare chimicamente gli mRna in modo che non venissero rilevati dal sistema immunitario all’interno delle cellule». Infiltrati segreti in grado di favorire la produzione di proteine anti virus fino a mille volte superiore.
Ma l’epidemia finì, la sperimentazione non venne portata avanti e i progressi rallentarono. Sempre le potenzialità di guadagno sottovalutate e la nuova tecnologia vaccinale lasciata ad aziende più piccole come Biontech e Moderna.
ad agosto 2020 il vaccino Pfizer-Biontech è stato il primo vaccino a mRNA a essere definitivamente approvato dalla Food and drug administration statunitense.
Com’era prevedibile, ora che i vaccini contro il covid-19 hanno dimostrato l’efficacia di questa tecnologia, gli investitori si stanno affrettando a sborsare i soldi per altri impieghi. “È una corsa all’oro”, sostiene Cullis. «È chiaro che le applicazioni dei vaccini a mRna sono molto vaste. E a questo bisogna aggiungere la possibilità di sintetizzare qualsiasi genere di proteina».
Anticorpi progettati ad hoc usati per qualsiasi scopo. «Per esempio possono aderire alle proteine mutanti sulle cellule tumorali innescando la loro distruzione da parte del sistema immunitario». La speranza è che, se possiamo sfruttare l’mRna per spostare la produzione di medicinali all’interno del nostro corpo, sarà possibile sviluppare le stesse terapie a una frazione del loro costo, e realizzarne di nuove molto più velocemente.
Ma le terapie a base di mRna sono ancora in una fase iniziale. Moderna sta aprendo la strada. Nel 2019, l’azienda ha riportato dei risultati positivi testando per la prima volta sugli esseri umani un mRna che codifica direttamente per un anticorpo contro il virus ‘chikungunya’. E altre informazioni scientifiche complesse che rinviamo alla lettura del testo originale (https://www.internazionale.it/notizie/michael-le-page/2021/11/02/vaccini-covid-medicina).
«È un work in progress, ma ci sono segnali di speranza».
Se riuscissimo a vincere le sfide che rimangono – e questo è un grande se – potremmo sfruttare la stessa tattica che i virus usano contro di noi per curare quasi tutte le malattie che ci affliggono.