
Presidenza a turno (ospitalità e organizzazione), e quest’anno, sappiamo bene, è la prima volta dell’Italia.
Il G20 è nato nel 1999, e fu concepito durante una riunione del G7, convinti che in un mondo sempre più globalizzato i forum G7, G8 non fossero sufficienti a garantire la stabilità finanziaria a livello globale. Venne così pensato di allargare il forum di cooperazione, cercando di assicurare maggiore inclusione e rappresentanza, anche se entrambe sono state più volte messo in dubbio.
Dal 2008, per cercare soluzioni alla crisi finanziaria mondiale, il forum fu elevato al livello di capi di stato e di governo.
Oltre ai venti membri fissi vi partecipano diverse organizzazioni e istituzioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Vi sono anche dei paesi “ospiti”, tra cui la Spagna, che lo è in modo permanente, e altri che vengono invitati ad ogni edizione. Il G20 non ha una propria sede fisica e la sua presidenza viene ruotata tra i membri. L’Italia ha ereditato la presidenza dall’Arabia Saudita e nel 2022 la passerà all’Indonesia.
Sin dall’inizio, il forum dedicava gran parte dell’agenda al debito pubblico nazionale, soprattutto delle economie emergenti, e alla stabilità finanziaria globale. Con gli anni, gli obiettivi si sono passati anche alla regolamentazione del commercio internazionale e dei mercati finanziari. Dal 2015, dopo la firma dell’Accordo di Parigi sul clima, l’agenda del G20 ha cominciato a concentrarsi su questioni di più ampia rilevanza globale.
La lotta al cambiamento climatico, le migrazioni, la digitalizzazione, l’occupazione, i sistemi sanitari, la parità di genere e gli aiuti allo sviluppo hanno iniziato ad essere tra i temi trattati. In un mondo sempre più globalizzato, queste questioni, insieme a quelle più prettamente finanziarie, risultano essere trasversali e tra loro interconnesse, imponendo quindi la necessità di una risposta collettiva a livello mondiale.
Il G20 non è certo esente da critiche. Prima, quella di essere un’istituzione esclusivista. Anche se i venti membri rappresentano circa i due terzi della popolazione globale, l’Africa è quasi totalmente assente. Solo un paese su 54, il Sudafrica, è membro del forum. Eppure, il continente africano, con una popolazione di 1,3 miliardi (17% del mondo), è il più giovane e quello più afflitto da ogni crisi di dimensione mondiale.
Il forum è stato spesso anche accusato di non avere legittimità internazionale. Ben 173 paesi dell’ONU non ne fanno parte e, stando ad alcune critiche, questo rappresenta una battuta d’arresto rispetto al multilateralismo inaugurato dopo la Seconda guerra mondiale, ricordando un po’ la natura del Congresso di Vienna del 1815.