
Il 6 ottobre Zemmour è arrivato al secondo posto, davanti a Le Pen e dietro Emmanuel Macron, in un sondaggio per le elezioni presidenziali di aprile. Da paura. Un nazionalista radicale condannato per incitamento all’odio razziale che potrebbe imporsi come avversario perdente contro Macron alle3 presidenziali. E non sarebbe una bella immagine per la Francia vista persino da destra.
Zemmour, 63 anni, è una figura controversa da più di venticinque anni. I suoi libri “declinisti” annunciano il tracollo della civiltà francese, con titoli come Mélancolie française (malinconia francese) e Il suicidio francese. Di recente ha attirato l’attenzione su CNews, un canale via cavo che alcuni paragonano alla statunitense Fox News.
«Se Marine Le Pen ha cercato di ripulire l’immagine razzista del Rassemblement national allontanandolo dalle sue origini» segnala l’Economist, «Zemmour vuole invece radicalizzare, provocare e deviare il dibattito dietro le sue ossessioni».
Ora Le Pen e Zemmour si contendono la stessa fetta dell’elettorato disilluso di estrema destra. Zemmour potrebbe accaparrarsi i voti dei nazionalisti tradizionali tanto quanto Le Pen, e minaccia di estrometterla dal ballottaggio.
Nel 2017 Macron ha dimostrato in modo spettacolare che nella quinta repubblica è possibile conquistare la presidenza senza avere alle spalle un partito consolidato, ricorda il foglio britannico. «I vecchi partiti della destra e della sinistra non esistono più. Le persone non si identificano più con loro e si sentono perdute». Per altri analisti più ‘continentali’ il riferimento più tranquillizzante è il nostro Movimento 5 stelle ridimensionato e costretto ad uscire dal ‘grillismo’ di origine.
La candidatura forte di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi per i socialisti con una base elettorale ormai estremamente ridotta. l candidato dei Verdi, Yannick Jadot, a sua volta in difficoltà. Nel centrodestra, i gollisti veri dovranno scegliere entro dicembre tra tre candidati, Xavier Bertrand, presidente della regione settentrionale Hauts-de-France, dato per favorito.
Nessun sondaggio finora indica che Zemmour potrebbe vincere ad un secondo turno. Potrebbe anzi aiutare Macron dividendo il voto dell’estrema destra e risvegliando i conservatori tradizionali. «Sta attirando l’attenzione come outsider», dice Emmanuel Rivière, della società di sondaggi Kantar ripreso su Internazionale, «Ma gestire una vera campagna elettorale è molto più difficile che apparire in tv o partecipare alla presentazione di un libro».
Comunque sia, a sei mesi dal primo turno e con la Francia in stato di agitazione, Zemmour sembra pronto a contribuire a una campagna elettorale infiammata e divisiva, conclude The Economist.