Éric Zemmour, lo xenofobo a destra di Le Pen che qualcuno vorrebbe come Trump francese

«Tu sei il Trump francese» gli avrebbe detto una volta un alleato dell’ex presidente degli Stati Uniti ritenendo di fargli un complimento, e lui, Éric Zemmour, vero o falso che sia, se ne vanta. Le iperboli gli piacciano, e anche le bugie; proprio come a Donald. Soltanto che lui, eventuale presidente francese, sarebbe nostro diretto vicino di casa. L’Italia per il momento glissa e scaramaticamente non lo considera più di tanto, mentre ‘The Economist’, solo la Manica a dividere il personaggio col Regno Unito, lo racconta allarmata.

Un grosso insperato regalo all’islamismo radicale europeo e non solo francese e un rischio per tutti, avverte lo studioso e analista di islam Giuseppe Santomartino.

La Bio della vergogna

Personaggio televisivo con una aggressività dialettica alla Sbarbi, per un paragone all’italiana, ma senza la cultura del nostro personaggio delle iperboli. E Zemmour è razzista e fascista dichiarato, sottolinea il prestigioso giornale britannico. «E ora Zemmour punta addirittura a stravolgere il nazionalismo e superare a destra Marine Le Pen cercando di farla apparire troppo morbida», avvertono da oltre Manica.

L’aggressività gridata, alla Trump

Il 6 ottobre Zemmour è arrivato al secondo posto, davanti a Le Pen e dietro Emmanuel Macron, in un sondaggio per le elezioni presidenziali di aprile. Da paura. Un nazionalista radicale condannato per incitamento all’odio razziale che potrebbe imporsi come avversario perdente contro Macron alle3 presidenziali. E non sarebbe una bella immagine per la Francia vista persino da destra.

Personaggio ‘controverso’, a dire poco

Zemmour, 63 anni, è una figura controversa da più di venticinque anni. I suoi libri “declinisti” annunciano il tracollo della civiltà francese, con titoli come Mélancolie française (malinconia francese) e Il suicidio francese. Di recente ha attirato l’attenzione su CNews, un canale via cavo che alcuni paragonano alla statunitense Fox News.

Fasci ripuliti e i fasci esibiti

«Se Marine Le Pen ha cercato di ripulire l’immagine razzista del Rassemblement national allontanandolo dalle sue origini» segnala l’Economist, «Zemmour vuole invece radicalizzare, provocare e deviare il dibattito dietro le sue ossessioni».

Le ossessioni di Zemmou

  • È un antifemminista e antiprogressista che mescola l’erudizione con l’indignazione, le frasi semplici e le tirate rabbiose.
  • Di origini algerino-ebraiche, Zemmour ha dichiarato che la Francia di Vichy ha protetto gli ebrei francesi,
  •  Che alcuni nomi stranieri (come Mohammed) dovrebbero essere vietati e che l’islam non è compatibile con la Francia.
  • Jean-Marie Le Pen, fondatore del partito guidato attualmente dalla figlia, ha dichiarato con soddisfazione che Zemmour “dice cose che nessun altro ha osato dire, tranne me”.
  • Il futuro candidato si presenta come gaullista, con forti imbarazzi e rabbia in casa repubblicana.

Ora Le Pen e Zemmour si contendono la stessa fetta dell’elettorato disilluso di estrema destra. Zemmour potrebbe accaparrarsi i voti dei nazionalisti tradizionali tanto quanto Le Pen, e minaccia di estrometterla dal ballottaggio.

L’indebolimento della politica

Nel 2017 Macron ha dimostrato in modo spettacolare che nella quinta repubblica è possibile conquistare la presidenza senza avere alle spalle un partito consolidato, ricorda il foglio britannico. «I vecchi partiti della destra e della sinistra non esistono più. Le persone non si identificano più con loro e si sentono perdute». Per altri analisti più ‘continentali’ il riferimento più tranquillizzante è il nostro Movimento 5 stelle ridimensionato e costretto ad uscire dal ‘grillismo’ di origine.

I candidati veri e le considerazioni più serie

La candidatura forte di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi per i socialisti  con una base elettorale ormai estremamente ridotta. l candidato dei Verdi, Yannick Jadot, a sua volta in difficoltà. Nel centrodestra, i gollisti veri dovranno scegliere entro dicembre tra tre candidati, Xavier Bertrand, presidente della regione settentrionale Hauts-de-France, dato per favorito.

Zemmour l’incognita agitata

Nessun sondaggio finora indica che Zemmour potrebbe vincere ad un secondo turno. Potrebbe anzi aiutare Macron dividendo il voto dell’estrema destra e risvegliando i conservatori tradizionali. «Sta attirando l’attenzione come outsider», dice Emmanuel Rivière, della società di sondaggi Kantar ripreso su Internazionale, «Ma gestire una vera campagna elettorale è molto più difficile che apparire in tv o partecipare alla presentazione di un libro».

Comunque sia, a sei mesi dal primo turno e con la Francia in stato di agitazione, Zemmour sembra pronto a contribuire a una campagna elettorale infiammata e divisiva, conclude The Economist.

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