Romania, ospedali fabbrica di morte, emergenza sanitaria e politica

Il paese sta affrontando la peggiore ondata da coronavirus dall’inizio della pandemia, soprattutto a causa della bassa percentuale di vaccinati. I completamente vaccinati sono poco meno del 30 per cento, una delle percentuali più basse di tutta l’Unione Europea.
I duemila posti letto nelle terapie intensive sono tutti occupati, e alcuni pazienti gravi sono trasferiti all’estero, Ungheria E Polonia. Nell’ultima settimana oltre 104mila nuovi casi positivi e più di 2.700 decessi.
Da oggi scuole chiuse per almeno due settimane, ma non è chiaro se riapriranno a metà novembre vista l’attuale situazione.

Il covid rende evidente il fallimento dello stato romeno. «Centinaia di morti al giorno. La campagna vaccinale ferma. L’ennesimo rogo in un ospedale pubblico. In Romania le istituzioni sono paralizzate dalla corruzione. E la politica è impotente», denuncia Ioan Stanomir, politologo rumeno sul Foglio.  

In Romania regna l’impunità

«La Romania è uno stato fallito che continua ad andare per la sua strada, trattando i cittadini come una massa informe di sudditi. Davanti alla legge i cittadini non sono tutti uguali. I morti dell’ospedale di Costanza non saranno le ultime vittime sacrificate a questa logica cinica. Perché il futuro della Romania è tenuto in ostaggio da una classe politica totalmente irresponsabile, che ha il potere di decidere le vite stesse dei suoi cittadini».

Incompetenza e irresponsabilità

«Dall’incendio del club Colectiv (che a Bucarest nel 2015 causò la morte di 64 ragazzi e ragazze) fino al rogo il 1 ottobre nel reparto covid di un ospedale di Costanza, che ha ucciso nove pazienti, il filo conduttore del presente è l’incompetenza, l’irresponsabilità della politica e di chi governa il paese», spara il politologo rumeno sul quotidiano italiano.

Lo stato romeno non è in grado di adempiere ai suoi doveri più elementari, tra cui la difesa della salute e della vita dei suoi cittadini.

Colpevoli sempre ‘gli altri’

Del fallimento dello stato ha parlato di recente il presidente della repubblica Klaus Iohannis. «Nel suo discorso, però, ha dimenticato di aggiungere che il capo dello stato è uno dei principali responsabili delle scelte politiche e istituzionali che hanno portato a questa situazione». Il primo ministro Florin Cîţu – sfiduciato dal parlamento pochi giorno dopo il rogo, il 5 ottobre – aveva   promosso un’indagine sull’accaduto e fatto dimettere un paio di funzionari di rango secondario.

Stato infallibile

«Sono decenni che le alte cariche pubbliche si muovono secondo questa strategia basata sul principio che lo stato è infallibile e i cittadini che muoiono e soffrono sono responsabili della loro sorte. La linea seguita da Iohannis diventa ogni giorno di più un modello d’improvvisazione e mediocrità», l’opinione molto argomentata del severo Ioan Stanomir.

Cnsu, Comitato per le emergenze

Attualmente in Romania il potere esecutivo è affidato a una struttura potente ma opaca: il Cnsu (Comitato nazionale per le situazioni di emergenza). «Dietro questa sigla si nasconde un governo che vuole esercitare il potere con una logica emergenziale, l’autoritarismo e la paura».

L’insuccesso della campagna vaccinale, accompagnato da un vertiginoso aumento di contagi e di decessi per covid, «porterà di nuovo alla limitazione dei diritti costituzionali».

Autoritarismo ereditario

La condizione in cui si trova oggi lo stato romeno non è la conseguenza di un’implacabile fatalità storica. È il risultato di una serie di scelte politiche fatte in passato, continua l’analista. «L’attuale classe dirigente ha ereditato, sia dal periodo comunista sia dall’ideologia degli anni della transizione alla democrazia, un modello di pensiero e di confronto con la popolazione improntato alla sottomissione dei cittadini».

Il Re è nudo e corrotto

«La corruzione di oggi, messa a nudo dalle tragedie che si ripetono negli ospedali del paese, è solo una parte del complesso sistema di sfruttamento parassitario delle risorse pubbliche. Gli stanziamenti di fondi e il sistema di nomine pubbliche sono i mezzi usati dalla politica per garantirsi una brutale ingerenza in ogni settore».

La fiducia tradita

Il fenomeno più preoccupante è forse la rottura che si è creata tra stato e cittadini, evidenzia la nota. La fiducia nella politica drammaticamente azzerata. «Ormai i cittadini accettano rassegnati l’arbitrio e la discrezionalità con cui agisce il governo e i privilegi che costituiscono le fondamenta su cui poggia l’intero edificio dello stato romeno».

Romania salvabile?

Per i massimi dirigenti dello stato romeno, l’unica soluzione sembra essere lo stato d’emergenza. E nemmeno il presidente della repubblica sembra accorgersi dello stallo in cui si trova il paese. «Così, alla fine, vince sempre la continuità con il passato: continuità nella menzogna, nella mediocrità, nella fame»

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