No vax con frode, pass falsi a far correre i contagi. Romania e Bulgaria catastrofe e minaccia

La follia dei pass vaccinali falsi che dilagano assieme ai contagi e ai morti. Il presidente romeno Klaus Iohannis ha definito la situazione pandemica del suo paese “Una catastrofe”. Ieri più di sedicimila nuovi casi, con oltre quattrocento morti in un giorno. Anche la Bulgaria in condizioni simili.
Al 12 ottobre la Romania registrava 16 morti ogni milione di abitanti, la Bulgaria 12,1 morti per milione di abitanti: i due dati peggiori tra gli Stati Ue.
Problemi per la riapertura senza restrizioni tra tutti i paesi Ue.

Nei paesi dei pass falsi

Romania e Bulgaria campioni di certificati vaccinali falsi. Arriva il freddo e riesplode la pandemia. Ricoveri in terapia intensiva (dove esiste) e tante vittime, come nel peggiore inverno pre vaccini. E sono rischi per tutta l’Unione.

«La Romania sembra essere rimasta bloccata a un anno fa, ha il tasso di vaccinazione più basso d’Europa, circa il 29 per cento, e adesso è nel pieno di una nuova ondata. Anche la Bulgaria è in condizioni simili», segnala allarmata Micol Flammini sul Foglio. «A pesare sulla catastrofe romena, alla quale corrisponde anche un nuovo periodo di instabilità politica, oltre alla diffidenza della popolazione nei confronti dei vaccini è anche la pratica di ottenere certificati di vaccinazione falsi».

Il mercato criminale dei Pass falsi

Diversi medici ospedalieri hanno raccontato che il dubbio sull’esistenza di un mercato capillare di pass fittizi è venuto quando diversi pazienti che esibivano un certificato di vaccinazione venivano poi ricoverati in terapia intensiva. Un fenomeno che non trovava riscontro in altre nazioni europee.

Viaggiare e ‘vaccino nel lavandino’

Alcuni pazienti pentiti, confessano di aver acquistato un certificato falso soprattutto per poter viaggiare. Ma alcune delle persone con certificati falsi risultavano comunque registrate come vaccinate anche per lo stato, e qui scatta un nuovo problema, un nuovo scandalo. Alcuni medici di base indagati con l’accusa di aver gettato le dosi e falsificato i certificati di vaccinazione.

Una pratica che in Romania viene chiamata “vaccino nel lavandino”.

Bulgaria situazione simile

A Sofia un certificato di vaccinazione costa sui 600 lev, 354 euro circa, ma sui social vengono pubblicizzati pass anche a 200 lev. Per ottenerli in media ci vogliono ventiquattro ore. Le autorità sanno che c’è un problema ma non trovano soluzioni.

‘Untori’ irresponsabili

Il problema oltre a essere nazionale è europeo. In Romania e Bulgaria la propaganda No vax è forte e la facilità a reperire i pass non aiuta la campagna di vaccinazione. L’Ue sembra andare a due velocità anche nella campagna di immunizzazione.

Est e Ovest, vaccinazioni e senso civico

«Se l’ovest è avanti e ora vede con concretezza il ritorno della normalità, l’est ha più problemi», sottolinea Flammini, quasi a rincorrere altre partite più politiche in corso proprio adesso fra i diversi pezzi di Europa. «Si è perso tempo durante l’estate, la campagna di vaccinazione non è stata martellante, e il quadro epidemiologico è quindi molto diverso e più preoccupante».

Queste due velocità impongono all’Ue anche di pensare a delle soluzioni per non compromettere i risultati ottenuti a ovest.

Salute e vaccini a convenienza elettorale

In Romania e Bulgaria, le condizioni instabili della politica rendono tutte le decisioni ancora più complesse. Martedì scorso a Bucarest è caduto il governo che negli ultimi mesi aveva cercato di evitare restrizioni troppo dure per paura di elezioni anticipate. ‘Mors tua vita mea’ si potrebbe anche dire: mettere a rischio la vita di migliaia di persone per convenienza di voto.
A Sofia si vota a novembre per la terza volta in un anno, c’è un’amministrazione provvisoria e nessun partito finora ha voluto prendere misure forti per aumentare le vaccinazioni. Sulla spinta di questo clima permanente da campagna elettorale, la pandemia ha ripreso ritmo.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro