
Romania e Bulgaria campioni di certificati vaccinali falsi. Arriva il freddo e riesplode la pandemia. Ricoveri in terapia intensiva (dove esiste) e tante vittime, come nel peggiore inverno pre vaccini. E sono rischi per tutta l’Unione.
Diversi medici ospedalieri hanno raccontato che il dubbio sull’esistenza di un mercato capillare di pass fittizi è venuto quando diversi pazienti che esibivano un certificato di vaccinazione venivano poi ricoverati in terapia intensiva. Un fenomeno che non trovava riscontro in altre nazioni europee.
Alcuni pazienti pentiti, confessano di aver acquistato un certificato falso soprattutto per poter viaggiare. Ma alcune delle persone con certificati falsi risultavano comunque registrate come vaccinate anche per lo stato, e qui scatta un nuovo problema, un nuovo scandalo. Alcuni medici di base indagati con l’accusa di aver gettato le dosi e falsificato i certificati di vaccinazione.
Una pratica che in Romania viene chiamata “vaccino nel lavandino”.
Il problema oltre a essere nazionale è europeo. In Romania e Bulgaria la propaganda No vax è forte e la facilità a reperire i pass non aiuta la campagna di vaccinazione. L’Ue sembra andare a due velocità anche nella campagna di immunizzazione.
«Se l’ovest è avanti e ora vede con concretezza il ritorno della normalità, l’est ha più problemi», sottolinea Flammini, quasi a rincorrere altre partite più politiche in corso proprio adesso fra i diversi pezzi di Europa. «Si è perso tempo durante l’estate, la campagna di vaccinazione non è stata martellante, e il quadro epidemiologico è quindi molto diverso e più preoccupante».
Queste due velocità impongono all’Ue anche di pensare a delle soluzioni per non compromettere i risultati ottenuti a ovest.
In Romania e Bulgaria, le condizioni instabili della politica rendono tutte le decisioni ancora più complesse. Martedì scorso a Bucarest è caduto il governo che negli ultimi mesi aveva cercato di evitare restrizioni troppo dure per paura di elezioni anticipate. ‘Mors tua vita mea’ si potrebbe anche dire: mettere a rischio la vita di migliaia di persone per convenienza di voto.
A Sofia si vota a novembre per la terza volta in un anno, c’è un’amministrazione provvisoria e nessun partito finora ha voluto prendere misure forti per aumentare le vaccinazioni. Sulla spinta di questo clima permanente da campagna elettorale, la pandemia ha ripreso ritmo.