Vigilia di Green pass, le preoccupazioni e la ministra intoccabile grazie a Salvini

La giornata più a rischio è quella di domani, quando scatterà l’obbligo di presentare il Green pass per poter accedere ai posti di lavoro. «Castellino non fermato per evitare ulteriori disordini», ha provato a giustificare la ministra Parlamento. «Sapevate e non avete fatto nulla», l’attacco facile da destra.
Qualcuno lo chiama ‘Paradosso Lamorgese, ministra a prescindere’. Perché è il bersaglio di Salvini, e quindi non removibile. Malgrado eventuali errori su cui sorgono dubbi anche a sinistra

Emergenza ordine pubblico

Al Viminale, il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza in vista delle scadenze considerate «calde» delle prossime settimane, l’attenzione è centrata proprio sul 15 ottobre: «E’ una prova importante, con possibili disordini che possono avvenire ovunque», spiega in serata un funzionario dal Viminale. Ma il problema adesso è anche un altro, oltre alle violenza fasciste infiltrate strumentalmente nelle protesta No vax e no Green pass. Sarà in grado il ministero dall’interno di evitare che si ripeta la vergogna vista sabato a Roma? In una giornata come quella di domani potenziali disordini potrebbero sorgere ovunque.

I non vaccinati in divisa

Tensione diffusa ovunque, e impossibile spostare reparti di agenti da una regione all’altra come avviene normalmente, sottolinea Carlo Lania, «senza contare che oppositori al Green pass esistono anche tra le forze dell’ordine con 12.600 agenti che non hanno ancora trasmesso il passaporto verde». Domani, assenti anche loro dal lavoro?

Trieste-Texas

Oltre alla sfida aperta dai portuali di Trieste, posizione trumpista alla texana, memoria dell’inciampo politico dei ‘camalli’ genovesi anni Ottanta con la bestemmia «Né con con lo Stato né con le Brigate rosse», i luoghi particolarmente a rischio disordini sono considerati porti (oltre alla sfida aperta di Trieste), autostrade, grandi fabbriche, ma anche i trasporti pubblici.

Sabato minaccioso

Altra giornata segnata in rosso è quella di sabato. Oltre alla manifestazione dei sindacati contro l’aggressione fascista, in molte città anche i No Vax hanno già chiesto le autorizzazioni a manifestare. Verranno permessi solo sit-in o iniziative stanziali, comunque in luoghi lontani da sedi istituzionali e da possibili obiettivi sensibili. Ma può sempre spuntare un qualche Castellino a scatenare qualche manipolo di avanguardisti all’assalto.

Poi il G20 di fine ottobre

L’attenzione massima per le giornate del 30 e 31 ottobre, quando venti capi di Stato e di governo arriveranno a Roma per le giornate conclusive del G20. «Un appuntamento che può far gola ad antagonisti di ogni colore che potrebbero confluire nella capitale non solo da tutta Italia ma anche dall’estero», come già visto in molte altre occasioni e in molti altri Paesi.

‘La ministra a prescindere’

«L’insostituibile leggerezza del ministro Lamorgese», l’attacco frontale dell’HuffPost. «Si potrebbe chiamare il paradosso Lamorgese, ministro a prescindere. Perché è il bersaglio di Salvini, e quindi non removibile. Malgrado i suoi errori, che iniziano a far breccia anche nel centrosinistra», sostiene Stefano Bardolini. Chiamata al Viminale da Mattarella per “spoliticizzare” il dicastero dell’Interno dopo mesi di campagna elettorale permanente del predecessore Salvini. Che ora parte critica del governo, ha più volte chiesto la sua sostituzione, rendendola politicamente intoccabile, assieme a tutto il governo Draghi.

Ma gli inciampi ci sono

L’assalto non fermato per prudenza alla sede della Cgil, di cui già abbiamo detto. Eppure era stata la stessa Lamorgese a lanciare l’avvertimento: «C’è un rischio alleanza tra estremisti e No Vax”, aveva detto a Giovanni Bianconi sul Corriere giusto il 21 settembre scorso». L’allarme non seguito dai fatti, anche se qualcuno chiama in causa il prefetto di Roma Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini. Ma la responsabilità politica resta tutta e comunque del ministro.

Il ‘mattinale’ della ministro

La titolare dell’Interno, invece di dare una lettura approfondita dei caratteri dei movimenti no pass e di quelli eversivi e dei loro intrecci, invece di illustrare il problema politico che deve essere affrontato, ha letto poco più di un mattinale di polizia, come avrebbe fatto un questore, non la responsabile politica dell’ordine pubblico.

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