
Le uccisioni di oggi rischiano anche di far cadere il suo neonato governo, già ampiamente contestato per via delle rivelazioni dei Pandora Papers che coinvolgo premier e alti esponenti politico finanziari libanesi.
Le scene di violenza che hanno portato indietro il Paese ai tragici anni tra il 1975 e il 1990. Centinaia di persone che si trovavano per le strade quando gli spari dai tetti degli edifici li hanno fatti bersaglio. Gli armati Hezbollah, non soltanto. Secondo l’emittente televisiva Al Arabiya, non è ancora chiara la motivazione della violenza assassina organizzata. Tensione già nel momento in cui i due gruppi musulmani hanno indetto la manifestazione, letta come una provocazione da parte cristiana. Neanche l’intervento dell’esercito (su richiesta del gruppo sciita) è riuscito a riportare la calma e i sono stati coinvolti nella sparatoria, con scene di vera e propria guerriglia.
fra queste il premier Najib Miqati, il governatore della banca centrale Riad Salamé, l’ex premier Hassane Diab e l’ex direttore della Mawarid Bank, Marwan Kheireddine.
Per Tramballi, dell’Ispi, sentito dall’HuffPost , «La differenza tra le istituzioni libanesi e il movimento guidato da Hassan Nasrallah sta nel fatto che mentre i partiti tradizionali rubano soldi, Hezbollah s’è preso il Libano». In verità, sostiene Tramballi, «L’azione del gruppo spalleggiato dall’Iran non ha il fine ultimo di impossessarsi del potere, non perlomeno nella sua concezione tradizionale. Anche se nessuno è in grado di contrastarlo, il movimento “non si vuole prendere la responsabilità di governare il Libano, bensì solo di controllarlo. Non sono così sciocchi da volere una rivoluzione in stile iraniano a fine anni Settanta. Sono consapevoli di come il Libano sia un Paese laico».
Secondo Matteo Colombo -ricercatore dell’Istituto di relazioni internazionali olandese Clingendael e dell’Ispi – lo descrive ad Huffpost come «Uno Stato nello Stato. Grazie agli aiuti che arrivano da Teheran, può andare avanti anche se il Libano fallisse». «Per il gruppo militare musulmano, la situazione attuale è la condizione ideale per agire e porsi come salvatore del popolo libanese. I barili di carburante iraniano trasportato dalla Siria sono la testimonianza di come Hezbollah abbia voglia di ergersi come unico soggetto interessato al cambiamento». Di fronte a una povertà dilagante, c’è un aumento dei prezzi alimentari incredibile a cui si aggiunge anche la questione dei profughi siriani. «Il problema ormai non è solo di natura economica ma anche umanitaria».
Michel Moawad, un deputato cristiano dimissionario e figlio del presidente libanese assassinato René Moawad, oggi pomeriggio a MTV Libano ha denunciato che il comportamento ‘provocatorio’ di Hezbollah, e ha avvertito il movimento di «Non osare nemmeno pensare che possa spaventarci con i suoi fucili e giochi di ruolo». Rischio escalation: «Vogliamo continuare la battaglia in strada per affrontare coloro che vogliono distruggere la sovranità e l’entità del Libano e distruggere la magistratura, la sua indipendenza e la pace civile», ha detto ancora Moawad.
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