
Qualche guaio in più per le merci. Tra scaffali vuoti e benzinai a secco, perfino l’allarme dei macellai, segnala Giulia Belardelli sull’HuffPost. Noi umani entrare nel paese solo con il passaporto biometrico, mentre per i prodotti agricoli e della pesca, carne, uova, latticini, frutta e verdura, sarà molto più complicato. Per le merci in coda alle dogane, e per i cittadini britannici che troveranno molto scaffali vuoti nei loro negozi. E le nuove norme arrivano in un momento particolarmente difficile per il Regno Unito, tanto da far temere “un inverno da incubo”, avvertono i pessimisti. «Una carenza globale di gas, l’aumento dei prezzi dell’energia e del cibo, problemi nella catena di approvvigionamento e la decisione dei conservatori di tagliare il welfare , ha gettato nell’oscurità il futuro del paese», scrive Samuel Earle sul New York Times.
Scaffali vuoti nei supermercati, cibo sprecato nei campi. I produttori di carne hanno chiesto al governo di consentire loro di assumere prigionieri per colmare la penuria di manodopera. La National Pig Association, Pig nel senso del maiale, ha lanciato un allarme: se non si trovano più macellai, nel giro di poche settimane sarà necessario un abbattimento di massa dei maiali che non entreranno nella catena alimentare e inviati all’incenerimento. Prospettiva di un Natale senza “sausage roll”, ma è solo la punta dell’iceberg. Nei giorni scorsi la combinazione tra carenza di camionisti e crisi del carburante ha mandato in tilt interi settori, materializzando uno scenario che gli esperti temevano da mesi.
La carenza cronica di manodopera, in particolare, è uno degli effetti della Brexit. Camionisti (-100mila), ma anche raccoglitori di frutta, operai della macellazione, camerieri, operatori sanitari. Tra luglio 2019 e settembre 2020, 1,3 milioni di cittadini stranieri hanno lasciato la Gran Bretagna. L’esodo dei lavoratori europei per Brexit e Covid. Pandemia che ora torna a preoccupare Londra con nuovi casi sono in aumento che smentiscono le facilonerie ottimistiche del governo dell’altalenante Boris.
L’agenzia di stampa Reuters riferisce di pompe ancora asciutte e camionisti esasperati. Ma sono molte famiglie nel Regno Unito in questi giorni a doversi fare i conti in tasca, per una serie di tagli decisi dal governo conservatore. «Il 30 settembre fine al programma che risarciva le persone fino all′80% del reddito perso durante la pandemia. Il 6 ottobre via l’Universal Credit, il programma di welfare onnicomprensivo della Gran Bretagna – 23 euro a settimana – proprio quando più persone che mai fanno affidamento su di esso», osserva ancora Samuel Earle.
Si prevede che la più grande riduzione del welfare state nella storia britannica spingerà un milione di persone in più al di sotto della soglia di povertà, inclusi 200.000 bambini.
Quello che è mancato è stata una riflessione sulle conseguenze, che rischiano di diventare ancora più amare a causa di una congiuntura globale sfavorevole per tutti.