
Tra le priorità che il governo di Kishida si troverà ad affrontare, quella di rilanciare un’economia colpita dalla pandemia -sottolinea ISPI-, cercando di far fronte ad una Cina sempre più protagonista nella regione, concorrente ma al tempo stesso importante vicino e partner commerciale. Prima del voto Kishida ha sottolineato la necessità di un dialogo con Pechino ribadendo assieme, il mantenimento di «stretti legami con Taiwan», l’isola indipendente che la Cina rivendica come parte integrante del proprio territorio.
«L’Ldp ha perso l’occasione di nominare Taro Kono, un politico ‘più fresco’ e popolare agli occhi dei giapponesi. Kono ha pagato il suo essere schietto e diretto, un outsider in un partito che ha dimostrato ancora una volta di essere ‘allergico’ al cambiamento e all’innovazione», commenta Axel Berkofsky, analista ISPI dall’Asia centrale. «Carismatico e molto ben collegato a livello internazionale, Kono sarebbe stato una scelta felice per un paese che ha bisogno di veder rinnovata la sua immagine pubblica. Invece, il Giappone rischia di rimanere bloccato con Kishida, la scelta ‘sicura’ dei dinosauri del partito».
È probabile che il Giappone continui a promuovere il Quad, il patto di sicurezza tra Giappone, Stati Uniti, Australia e India in funzione anti-cinese, E che, sulla scia dell’Australia, si doti di sottomarini nucleari rafforzando la condivisione dell’intelligence ‘Five Eyes’. Con Pechino, vigilia del cinquantesimo anniversario dei rapporti dopo l’invasione della guerra mondiale, che Tokyo vorrebbe non nemica essendo il principale partner commerciale del Giappone. Obiettivo interno, ridurre le disparità economiche e sociali che l’emergenza sanitaria nell’ultimo anno e mezzo ha aggravato.
Dinosauro un po’ colomba e un po’ falco, nel bestiario della complessa politica giapponese