
Washington si muove con Australia e Gran Bretagna senza nemmeno avvertire l’Ue . «Non eravamo stati informati», dalla Commissione Europea. Sintesi commento per non dire troppe brutte cose. Che non si risparmia invece la Francia. Parigi accusa Washington e Canberra (e Londra, anche se non la cita) di non rispettare «il multilateralismo basato sulle regole di diritto». Banditismo commerciale da parte dell’Australia, e colpo alla schiena da Stati Uniti e perfida Albione. Conti da saldare in casa Nato. Il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, «pugnalata nella schiena», di «fiducia tradita». Per la ministra della Difesa, Florence Parly, una «bruttissima notizia per il rispetto della parola data».
«Non lo sapevo. E presumo l’accordo non sia stato fatto in una notte, ma preparato per tempo», si lascia finalmente scappare l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.
A Bruxelles l’imbarazzo è totale, proprio nel giorno in cui la Commissione Europea lancia la sua strategia sull’Indo-Pacifico, tentando – in ritardo – di piazzare gli interessi europei in un’area di influenza cinese e insieme di crescenti tensioni anti-Pechino, segnala Angela Mauro sull’HuffPost. «Area che ormai rappresenta il nuovo centro di gravità del mondo in termini geopolitici ed economici», dice Borrell, in quanto stanno lì «il 60 per cento del pil globale e due terzi della crescita globale. La regione è al secondo posto tra i destinatari degli export Ue». «Quanto è accaduto, dimostra ancor di più l’importanza della nostra strategia sull’Indo-Pacifico, ne rafforza il tempismo».
Capisco che a Parigi siano arrabbiati, ma quanto è accaduto è anche una sveglia per gli europei: dobbiamo lavorare insieme in modo coordinato…
«I toni aspri sono rari in diplomazia, soprattutto nei confronti di alleati», commenta Anna Maria Merlo da Parigi, sul Manifesto. Ma questa volta, tutto il possibile prima di una rottura diplomatica formale è stato detto. Direttamente all’Australia, mentre con Washington il tempo dei conti in sospeso prima o poi verrà. «La Francia prende atto delle decisione appena annunciata, una decisione contraria allo spirito e alla lettera della cooperazione che prevaleva tra Francia e Australia, basata su relazioni di fiducia». Poi la scelta americana di escludere un alleato e partner europeo come la Francia da una partnership con l’Australia, «nel momento in cui facciamo fronte a sfide senza precedenti nella regione indo-pacifica».
Veleno tecnico militare in coda. Canberra non dispone delle competenze e delle infrastrutture per costruire e mantenere i 12 sommergibili a propulsione nucleare. E i tempi per renderli operativi potrebbero essere molto lunghi.
Stati Uniti e Regno Unito forniranno all’Australia la tecnologia per costruire sottomarini a propulsione nucleare, un’arma di cui finora – come osserva il Lowy Institute – era in possesso solo Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito, Cina e India. Obiettivo – evidente ma non dichiarato – il contenimento della Cina nella regione. Grazie ai sottomarini nucleari, infatti, la marina australiana sarebbe in grado di operare nel Mar cinese meridionale, al centro di numerose dispute territoriali tra Pechino e paesi vicini. La maggior alleanza strategico-militare dai tempi della Seconda guerra mondiale è stata già definita.
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