L’impossibile che potesse accadere ed è accaduto e l’intelligence poco intelligente
L’impossibile che potesse accadere ed è accaduto e l’Intelligence poco intelligente

Tutti gli eventi storici drammatici che producono gravi conseguenze sono sempre inaspettati e ritenuti imprevedibili, ma non è quasi mai così. La storia è piena di tragedia di portata epocale di cui erano noti gli elementi fondamentali ma che non furono correttamente valutati per poterli prevenire. L’analisi di cose nascoste ai più, che è lo scopo stesso dell’intelligence, lo spionaggio tradotto in inglese. Ma rappresenta meglio ciò che stiamo per raccontare la parola di origine che è l’italiana Intelligenza, o prima ancora la latina Intelligo.
L’evitabile tragedia dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti che ha coinvolto il mondo, trasformandolo.

La Tour Eiffel prima delle Torri gemelle

Un primo segnale – anche se fu riconosciuto con il ‘senno di poi’ – venne dalla Francia nel 1994: gli efficienti servizi segreti francesi scoprirono che terroristi algerini intendevano dirottare un aereo per farlo schiantare sulla Torre Eiffel a Parigi. L’anno successivo la polizia filippina sventò un piano assai simile che prevedeva invece bersagli americani: fu arrestato e portato negli Usa Ramzi Yousef, che nel 1993 aveva pianificato il primo attentato esplosivo al World Trade Center. Nel 1999 un rapporto segreto commissionato dal National Intelligence Council, tra le tante formulate, delineò anche l’ipotesi che il gruppo di Al Qaeda, già agli ordini di bin Laden, intendesse colpire importanti obiettivi degli Stati Uniti (Casa Bianca, Pentagono o genericamente New York) come rappresaglia del bombardamento con missili Cruise sul campo di addestramento dei terroristi in Afghanistan. Nel gennaio 2000, Khalid Almidhar e Nawaf Alhamzi (i due che avrebbero poi dirottato l’aero sul Pentagono) furono identificati a Kuala Lampur nel corso di un incontro con Tawfiq al-Atash (che aveva collaborato al lancio di un missile contro la nave da guerra americana USS Cole). E da allora fu un crescendo …

Voli a rischio passeggeri armati

Nel marzo 2001 la potente autorità federale americana sulla sicurezza dei voli (Federal Aviation Administration) lanciò un allarme su passeggeri sospetti in partenza da scali medio-orientali e sulla possibilità portassero a bordo armi abilmente camuffate. La sensazione di pericolo si acuì anche per due processi che si erano svolti in quel periodo negli Usa: il primo contro Ahmed Ressam per un tentativo di attentato all’aeroporto di Los Angeles, e il secondo contro i responsabili degli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania. Il 22 giugno 2001 la Federal Aviation Administration lanciò un ulteriore allarme seguito da un secondo avvertimento il 26, confermato dalla consigliera della sicurezza nazionale Condoleeza Rice. Pare che la stessa Rice, a fronte di un’esplicita domanda del presidente G.W. Bush, avesse parlato di una minaccia «forte, non così specifica, ma comunque forte», aggiungendo però: «Ci sono un mucchio di ciarlatani nel sistema». Ciarlatani o no, il 6 luglio, nel corso di una riunione del gruppo antiterrorismo del National Security Council fu stabilito di sospendere tutti i viaggi non essenziali da parte di membri dello staff.

Fbi e Cia, dal conoscere al capire

Ken Williams, agente FBI della divisione antiterrorismo, il 10 luglio 2001 inviò al quartiere generale un rapporto per presentare una propria teoria su soggetti medio-orientali che frequentavano una scuola di volo in Arizona. Secondo l’agente poteva trattarsi di terroristi affiliati ad Al-Qaeda, ma – seppure ricevuto dai suoi superiori – il rapporto non ebbe seguito. Dopo l’11 settembre il portavoce della Casa Bianca, il ministro della giustizia John Ashcroft e il direttore dell’FBI Robert Mueller dissero però di non esserne stati messi al corrente di quel rapporto. Il 9 settembre in Afghanistan fu ucciso uno dei leader della resistenza anti talebana, Ahmad Shah Massud, e la CIA subito si mise in movimento temendo altre iniziative di Al-Qaeda. Il 10 settembre fu presentato alla Casa Bianca un piano per un intervento in Afghanistan per sostenere il movimento antitalebano, ma gli eventi dettarono un’altra agenda allo staff di G.W. Bush. Alla senatrice Dianne Feinstein, del comitato parlamentare di intelligence, che lo stesso giorno 10 settembre aveva richiesto un colloquio urgente con il vice presidente Dick Cheney per parlare della minaccia terroristica, fu risposto candidamente che per organizzarlo sarebbero stati necessari sei mesi. Il giorno seguente la cronaca sarebbe diventata storia.

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AVEVAMO DETTO

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