
La tifoseria già suonano le trombe e proclamano la ripresa del «processo di pace israelo-palestinese», segnala Michele Giorgio di Nena New. Molti a enfatizzare che quello di domenica sera tra il presidente dell’Anp Abu Mazen e il ministro della difesa israeliano Benny Gantz è stato il primo incontro ufficiale ad alto livello tra le due parti dal 2010. Nessuno a ricordare che in casa palestinese mancano elezioni interne da 15 anni e che l’anziano Abu Mazen, eletto nel 2005, si tiene il potere con formazione politica di Al Fatah, passato glorioso e pesanti accuse di corruzione oggi, senza alcun mandato popolare palestinese. Ma spesso col sostegno del governo israeliano.
«Ma come lo stesso ministro israeliano ha ripetuto più volte, il faccia a faccia avvenuto a Ramallah non ha avuto lo scopo di rilanciare il processo diplomatico», precisa l’attento Michele Giorgio. Di fatto, si è parlato di soldi. Come salvare dalla bancarotta l’Autorità nazionale palestinese sul punto di crollare e del cosa avere in cambio, primo fra tutto –per quanto noto-, il coordinamento tra i servizi di sicurezza delle due parti. D’altronde, riportano i media israeliani, venerdì era stato lo stesso premier Naftali Bennett a ribadire al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che il suo governo non ha alcuna intenzione di ridiscutere sul territori palestinesi occupati.
Ma è lo stesso ministro Gantz a non lasciare dubbi sulla generosità israeliana. «Più forte è l’Anp, più debole sarà il movimento islamico Hamas. Più salda sarà la sua capacità di governare, più sicurezza avremo anche noi e meno dovremo fare», ha spiegato. Nello Stato ebraico insomma, seguono con preoccupazione il crollo del consenso ad Abu Mazen e all’Anp avvenuto in questi ultimi mesi dopo il rinvio delle elezioni legislative e presidenziali con la giustificazione delle crisi e scontri di Sheikh Jarrah e Silwan, i quartieri palestinesi di Gerusalemme Est su cui i coloni ebrei hanno aperto una contestazione giudiziaria per appropriarsene, e della escalation militare tra Israele e Hamas.
«Crisi e conflitti che hanno mobilitato per settimane i palestinesi, non solo nei Territori occupati, che però non hanno spinto Abu Mazen e l’Anp a Ramallah a adottare una linea politica più incisiva a sostegno delle proteste e delle rivendicazioni della popolazione. Un profilo a dir poco basso che ha fatto scendere al minimo storico le quotazioni di Abu Mazen permettendo ad Hamas di conquistare consenso perfino nei segmenti laici e progressisti della società palestinese. Senza dimenticare la dura repressione delle proteste in Cisgiordania per l’uccisione di Nizar Banat, un attivista palestinese picchiato a morte da agenti dell’intelligence per aver accusato l’Anp di corruzione e malgoverno».
Israele corre in soccorso dell’Anp, sua partner nella gestione della sicurezza, temendone la dissoluzione a vantaggio di Hamas. Gantz ha riferito che Israele darà all’Anp, con le casse vuote, 500 milioni di shekel (155 milioni di dollari) come anticipo sulle tasse che riscuote per conto dei palestinesi (circa 2,8 miliardi di dollari all’anno). Israele inoltre legalizzerà la residenza di un numero imprecisato di palestinesi di Gaza e di altri paesi sposati a palestinesi della Cisgiordania. Israele, 28 anni dopo la firma degli Accordi di Oslo, gestisce ancora in modo esclusivo il registro della popolazione palestinese. Le carte di identità rilasciate dall’Anp, devono essere approvate dalle autorità militari israeliane per essere valide.
Il ministro israeliano ha anche promesso che saranno rilasciati permessi per altri 15.000 palestinesi che intendono lavorare nello Stato ebraico e il rilascio di 1.000 permessi edilizi per i palestinesi residenti nel i60% della Cisgiordania ancora sotto controllo israeliano. «La stretta di mano tra Abu Mazen e Benny Gantz garantisce una boccata d’ossigeno per l’Anp sul punto di soffocare ma aggrava le fratture interne dei palestinesi». Il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri ha definito l’incontro un passo pericoloso e ha accusato l’Anp di essere più interessata a mantenere il coordinamento della sicurezza con Israele che a realizzare le aspirazioni nazionali palestinesi. Simile il giudizio del Jihad islami.
§§§