Terrore dopo la strage, l’errore tragico di abbandonare la base di Bagram, prime ritorsioni Usa

Il giorno dopo l’attentato. Lo scenario è cupo. Non solo per i 200 morti, (tra loro anche una famiglia britannica: padre, madre e bambino) di cui in gran parte non ancora identificati, e gli oltre 200 feriti, ma anche per il prossimo futuro che si sta delineando.
Da una parte ancora migliaia di persone disperate che vogliono fuggire da questo inferno, dall’altra i taleban che faticano a gestire la situazione. Infine, nascosti da qualche parte pieni di odio verso tutti, i miliziani ISK del Califfato, pronti ad altri attacchi in mondovisione.

Rappresaglia Usa: un drone Reaper uccide terrorista ISK. L’identità del militante non è stata resa nota. Il Pentagono lo ha definito un “planner” dell’organizzazione: sarebbe la mente dell’attentato

Rientro degli ultimi italiani

Ultimi giorni e timore di nuovi attacchi

Le forze statunitensi si preparano ad altri attacchi terroristici da parte dell’Islamic State Khorasan, che potrebbero includere l’uso di autobomba e razzi contro l’aeroporto di Kabul mentre continuano le operazioni di evacuazione americane. lo ha detto il capo del comando centrale, Kenneth McKenzie. «Crediamo che vogliano continuare e ci aspettiamo che gli attacchi continuino». Nelle ultime 12 ore sono 4.200 le persone evacuate da Kabul, riferisce la Casa Bianca, 109.200 dal 14 agosto, mentre dalla fine di luglio ne sono state evacuate 114.800. Il Dipartimento di Stato ha riferito di circa 500 americani ancora in Afghanistan che chiedono assistenza per essere evacuati.

I troppi errori commessi: Piero Orteca

«Tra i tanti, troppi, errori commessi, ma uno viene considerato alla base della tragedia finale che si sta consumando all’aeroporto civile di Kabul: l’abbandono della mega-base aerea di Bagram, all’inizio di luglio. Un super-compound ultraprotetto, logisticamente ben servito dalla povera rete trasportistica afghana, in grado di garantire un tranquillo ponte-aereo per evacuare (volendo) anche un milione di persone. Quella di “regalare” Bagram ai talebani, sperando che potesse essere tenuta, nel frattempo, dall’esercito governativo, si è rivelata una sciocchezza colossale. Che è stata la causa indiretta delle stragi all’aeroporto di Kabul».

Gli attacchi a Biden

«Lo ribadiscono gli specialisti, tra cui, in particolare, l’ambasciatore Usa Nathan Sales, ex inviato speciale della Coalizione anti-Isis, in un’intervista alla britannica Bbc. Sales ha dichiarato che Biden è stato “monumentalmente incompetente” ad abbandonare senza motivo Bagram, per infognarsi nelle viuzze e davanti ai muri recintati di filo spinato che circondano l’aeroporto di Kabul. Insomma, la strage perpetrata dall’IS-K sembrava proprio annunciata. Adesso bisogna evitare che soldati americani e occidentali vengano catturati ed esibiti come ostaggi. Per questo il Presidente deve prendere tutte le precauzioni possibili, magari utilizzando truppe speciali che possano proteggere quelle “normali”».

L’impossibile Afghanistan talebano

«Il carnaio di Kabul allarma tutta la diplomazia mondiale, a cominciare dai cinesi. Fino a che punto si potranno fidare dei talebani? Possono “collaborare” per il controllo degli Uighuri? Intanto si scopre che gli eredi del Califfato, l’Islamic State Khorasan, si appoggiano alla cosiddetta “rete Haqqani”, dal nome del leader che riunisce le tribù “pashtun” dell’area che va dal sud dell’Afghanistan fino al Waziristan pakistano. In sostanza, secondo gli analisti inglesi, l’IS-K potrebbe rivelarsi una spina nel fianco del movimento talebano. E lo stesso Mullah Baradar non è affatto sicuro che abbia l’autorità per garantire il rispetto di accordi firmati».

Il cortocircuito Usa per Alberto Negri

«Nel momento in cui si sono messi a negoziare in Qatar, a Washington erano consapevoli che avrebbero smontato alla ‘bolla’ filo-occidentale in un Afghanistan già controllato al 50% dai talebani. Bastava una ventata e tutto sarebbe crollato in mano loro. Il 2 luglio gli Usa chiudono di notte la base di Bagram, senza avvertire l’esercito afghano, tagliando luce e acqua: Kabul era già perduta allora. Il messaggio è stato devastante sul morale dei soldati afghani che si sono anche trovati senza copertura aerea perché avevano ritirato tecnici e contractors. Sono quindi stati calcolati male i tempi e gli Usa e la Nato sono finiti nel caos dell’aeroporto e in un’evacuazione più caotica di quella di Saigon 1975, dove per altro non c’erano attentatori suicidi da affrontare».

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