
«L’evacuazione dall’Afghanistan è una “operazione incredibile, senza precedenti, ma evacuare migliaia di persone sarà difficile e doloroso», confessa Joe Biden dalla Casa Bianca. Biden ha ammesso che la situazione è fluida e che «qualcosa potrebbe anche andare storto». Rispetto al ritiro delle forze americane dall’Afghanistan, Biden ha insistito: «Quando avremmo dovuto lasciare l’Afghanistan? Tra 10 anni? 5? Lasciare l’Afghanistan è stata una decisione logica e razionale, non manderò i vostri figli a combattere».
Al G7 ansia per l’evacuazione entro 31 agosto. Londra, Berlino e Parigi chiedono tempo. 31 agosto troppo vicino, e il rischio è quello di non riuscire a evacuare tutto il personale e i collaboratori che per anni hanno lavorato nel paese fianco a fianco con le missioni occidentali in Afghanistan. Trattare con i talebani fino all’ultimo, ottenere tutto l’ottenibile. Ma la loro risposta è minacciosa: «Via entro il 31 agosto o reagiremo». Il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan alla Casa Bianca sostiene di «avere i mezzi necessari per evacuare gli americani da Kabul entro il 31 agosto». Il ministro della Difesa britannico: «quando gli Usa si ritireranno dovremo andarcene anche noi, non credo che ci sia alcuna possibilità di restare senza gli Stati Uniti».
Italia. «Ci siamo prefissati di portare fuori dal paese 2500 persone, ieri sera eravamo a quota 1600». Vista da Roma, l’operazione nel suo complesso sta procedendo secondo i piani. Secondo i dati del ministero della Difesa sono oltre 3.350 i cittadini tratti in salvo da giugno scorso, circa 1.990 quelli già giunti in Italia negli ultimi giorni (di cui 547 donne e 667 bambini) e circa 1.300 quelli presso l’aeroporto di Kabul in attesa di partire.
L’orticello anti-rifugiati d’Europa. Il blocco dell’est alza un muro agli afghani. Da una parte c’è il muro di Slovenia, Austria, Polonia e Ungheria, decisi a evitare che una nuova ondata di migranti colpisca il Vecchio Continente. «L’Ue non aprirà corridoi umanitari per i profughi afghani», ha annunciato ieri il premier conservatore sloveno Janez Jansa, presidente di turno dell’Ue, parlando a nome di tutti, pur non potendolo fare.
Insegue il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, l’ungherese Orban, mentre la Polonia non dichiara ma fa, e blocca da oltre un settimana sulla frontiere con la Bielorussia un gruppo di circa venti fuoriusciti da Afghanistan in condizioni disumane.
Tutto mentre l’Afghanistan continua a chiedere risposte, l’America arranca, mentre Cina e Russia tengono aperte le loro ambasciate a Kabul e trattano con i nuovi padroni del Paese.
