Merkel al Cremlino da Putin per fine incarico. Solo il suo
Merkel al Cremlino da Putin per fine incarico. Solo il suo

La Cancelliera tedesca quasi ex: «Il dialogo con Russia necessario nonostante la distanze». Il presidente russo: «La Germania resta uno dei principali partner della Russia in Europa e nel mondo». A colpi di tweet, quasi un corteggiamento pubblico. «La Russia e la Germania hanno alcune differenze di opinioni, ma sono impegnati a mantenere i contatti, ad avere un dialogo», promette la leader in uscita, sperando che i suoi ancora sconosciuti successori siano d’accordo e alla sua altezza.

Non solo per amore

Il presidente russo Vladimir Putin rileva che ci sono questioni che richiedono una discussione “di persona” e quindi, la visita del capo del governo tedesco non è solo una visita di addio, come detto da Merkel, ma anche “una visita di affari”.
«Attualmente la Russia sta ospitando l’anno della Germania, con lo sviluppo economico al centro della scena. Manteniamo un contatto permanente per telefono. Abbiamo molte questioni che devono essere affrontate in un incontro faccia a faccia: sono certo che questa non sarà solo una visita d’addio, in seguito alla sua decisione di non ricoprire nuovamente la carica di cancelliere federale, ma una visita piena di contenuti seri e pratici».
Merkel, a difendere il suo ruolo politico in occidente: «Ho chiesto ancora una volta al presidente la liberazione di Navalny». Risultati incerti ma valeva il gesto.

Per il Guardian qualche complessità in più

Secondo Andrew Roth, corrispondente a Mosca, l’incontro «segna la fine di una delle relazioni politiche più antiche e complesse d’Europa, un teso braccio di ferro durato 15 anni tra l’anziano statista europeo e il principale antagonista del blocco, Vladimir Putin». Braccio di ferro, ma non soltanto. Molti narrano di quanto la cancelliera di prima nomina fosse diffidente nei confronti dell’ex ufficiale del KGB che alla sua prima apparizione nel 2001 davanti al Bundestag, corteggiava i parlamentari in un tedesco fluente mentre invocava l’unità contro il terrorismo internazionale.
Ma tra di loro possono scegliere di dialogare sia in tedesco che in russo. Per Roth, «Entrambi leader formidabili, i loro stili politici contrastanti e la sfiducia viscerale l’uno nell’altro hanno reso i loro vertici una visione avvincente». Due bei figli di.. la traduzione in linguaggio rude ma efficace.

Lettura tedesca più favorevole

«Nessun altro politico sulla scena mondiale è stato così bravo ad andare d’accordo per così tanto tempo come questi due», ha scritto il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung in un articolo prima del vertice di oggi. Scontri e sgarbi personali ricordati, politici e personali, dalla Crimea a Navalny, al labrador di Putin con lei che dei cani grossi ha paura.
«Eppure, come molti in Occidente hanno cercato di isolare Putin, lei e il francese Emmanuel Macron hanno esortato le nazioni dell’UE a mantenere un dialogo diretto con il leader russo. Mentre entra nel crepuscolo del suo mandato, gli alleati del presidente russo credono che la Merkel cercherà una svolta nei colloqui sul conflitto in Ucraina».
«Ma quale spazio ci sia per la cooperazione rimane poco chiaro. Il dialogo di Minsk – i colloqui di pace in gran parte guidati dalla Merkel tra Ucraina, Germania, Francia e i separatisti sostenuti dalla Russia nel sud-est dell’Ucraina – sono a un punto morto».

Se non per amore almeno per soldi

Alcuni critici vedono la Merkel troppo morbida nei confronti della Russia. La sua precedente visita, quando il Nord Stream 2, il gasdotto che collega la Russia alla Germania, era in fase di completamento. Il gasdotto, che consente alla Russia di fornire gas e tagliare fuori Paesi problematici come l’Ucraina, per Volodymyr Zelenskiy presidente di quel Paese, «un’arma potente data alla Russia».
E i suoi appelli a colloqui diretti con Putin, sostenuti anche da Macron, stanno creando anche più forti contraccolpi nell’UE , dove alcuni Paesi con vecchi conti in sospeso dai tempi dell’Unione sovietica (Polonia e paesi baltici in particolare), ritengono che non si possa ragionare con il leader russo.
E l’incontro cade nel primo anniversario del presunto avvelenamento ad Alexei Navalny, l’oppositore di Putin. Giusto ricordare che è stata la clinica Charité di Berlino a diagnosticare che Navalny era stato colpito con un veleno ‘novichok’, una diagnosi che la Russia ha rifiutato.

L’ultima vodka parlando di Afghanistan

Ma Putin non ama i rimproveri ed è abilissimo a rilanciare. «l’Afghanistan è una lezione, non si può imporre il proprio stile di vita su altri popoli». Lui lo sa bene, avendoci provato più volte, ma il bersaglio Usa in questi giorni è quasi troppo facile. Sull’Afghanistan, dopo la disfatta occidentale, Putin si mette in cattedra, riileva Giulia Belardelli sull’HuffPost. «Noi conosciamo molto bene il paese, sappiamo quanto controproducente sia imporre altri modelli stranieri verso l’Afghanistan». Merkel non può che ammettere che i talebani hanno avuto più sostegno interno afghano di quanto l’intelligence aveva raccontato.
La leader tedesca ha chiesto a Putin che Mosca eserciti la sua influenza nel dialogo con i talebani. «Ho chiesto di far presente ai talebani – ha detto in conferenza stampa col presidente russo – che sulle questioni umanitarie la collaborazione è più facile se rendono possibile l’uscita dal paese delle forze locali” che hanno aiutato la Nato per 20 anni».

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