cacciatorpediniere USS Maddox
Guerre cercate e occasioni inventate, storia e attualità, dal Tonchino al Golfo Persico

Gli antichi lo chiamavano ‘casus belli’, l’occasione, l’episodio da cui far partire la guerra. Fatti fra trattativa e guerra, smontati o montati a convenienza del potere delle parti. Guerre sempre altamente motivate (Ideal politik), e sempre brutalmente condotte per vincerle (Real politik). Per conciliare l’ossimoro, l’obbligo della bugia. GUERRA=BUGIA, e dovremmo ripercorrere tutta la storia del mondo.
Qualche esempio a noi più vicino stimolati dalla preoccupante attualità che stiamo vedendo montare nel Golfo Persico tra droni kamikaze e pirati che compaiono e scompaiono.
Oggi Giovanni Punzo si sofferma sulle più importanti guerre Americane, quindi storia moderna. Forse non per caso.

Guerra americana nel Vietnam

La prima guerra americana di Cuba (1898)

Nonostante fosse in piena crisi politica e in gravi difficoltà economiche, l’impero spagnolo alla fine dell’Ottocento controllava ancora importanti possedimenti coloniali: le Filippine, l’isola di Guam, Puertorico e Cuba. Nello stesso periodo però gli Stati Uniti erano interessati a rafforzare la loro presenza nei Caraibi (cioè Cuba e Puertorico, considerate già allora ‘cortile di casa’) e – poiché si cominciava a parlare della realizzazione del canale di Panama che avrebbe unito l’Atlantico a Pacifico – erano interessati anche ad uno sviluppo ulteriore nel Pacifico. Il 15 febbraio 1898 una corazzata americana, la «Maine» che si trovava in visita ‘di cortesia’ nel porto dell’Avana, esplose per cause che a tutt’oggi non sono state chiarite completamente. La commissione d’inchiesta parlò di una mina sfuggita agli ancoraggi, ipotesi già poco probabile in tempo di pace, ma in breve l’opinione pubblica americana si convinse che si era trattato invece di un sabotaggio. Al grido di «Remember the Maine! To Hell with Spain!» (Ricordatevi il Maine! All’inferno la Spagna!), gli Stati Uniti dichiararono allora guerra al paese europeo che fu rapidamente e duramente sconfitto, tanto più che nel maggio del 1898, a pochi mesi dall’incidente, fu annientato quel poco che rimaneva della flotta spagnola in una battaglia nel golfo di Manila. Nel breve volgere di pochi anni gli Stati Uniti presero le ex colonie spagnole e cominciarono a scavare da soli nel 1907 il canale di Panama che fu poi terminato nell’agosto 1914.

Rivoluzione messicana e Prima Guerra mondiale

Anche prima dello scoppio della rivoluzione in Messico i rapporti con gli Stati Uniti non furono mai facili, ma la situazione peggiorò in almeno un paio di occasioni fino a far temere un intervento militare di maggiori dimensioni. La prima volta, per rispondere al fermo di alcuni militari americani da parte di autorità messicane, gli Stati uniti occuparono nel 1914 la città di Veracruz e la seconda nel 1917, per rispondere a incursioni messicane in New Mexico, inviarono un corpo di spedizione comandato dal generale Pershing. In effetti si erano verificati incidenti, ma le reali dimensioni non erano tali da provocare conflitti su più larga scala, sebbene l’opinione pubblica americana fosse pronta a chiedere l’invasione per delle piccole bugie. Più delicata la vicenda del transatlantico «Lusitania», affondato da un sommergibile tedesco nel 1915. Silurare una nave passeggeri fu un gesto senza dubbio riprovevole, ma in effetti la nave recava a bordo un’ingente quantità di munizioni destinata agli inglesi (tale da far perdere i requisiti della assoluta neutralità) e soprattutto solcava consapevolmente una rotta pericolosa, tanto da attendere al largo dell’Irlanda una scorta di incrociatori inglesi che invece non arrivò mai. L’affondamento del transatlantico giocò alla fine un ruolo tutt’altro che indifferente nell’entrata in guerra degli Stati Uniti – che in sostanza avevano lasciato salpare una nave conoscendo i pericoli della navigazione – diventando uno dei più forti argomenti della propaganda alleata.

Il golfo del Tonchino (1964) e Vietnam

Il 2 agosto 1964 il cacciatorpediniere «Maddox» della Marina degli Stati Uniti fu attaccato da tre motosiluranti nord-vietnamite. In soccorso della nave si levarono in volo due caccia decollati da una portaerei presente in zona ed accorse subito un secondo cacciatorpediniere. Poiché dalle intercettazioni radio effettuate nelle ore successive risultò che i nord vietnamiti intendessero effettuare nuovi attacchi, intervennero velivoli di una seconda portaerei e il 5 agosto fu condotto un pesante attacco contro le basi delle siluranti nord vietnamite e i loro depositi di carburante. Con un tempismo eccezionale il 7 agosto il Congresso degli Stati Uniti approvò la cosiddetta ‘risoluzione del Golfo del Tonchino’ che autorizzava altre operazioni aeree contro il Nord Vietnam. Il Presidente Johnson, il Segretario alla Difesa McNamara e il Congresso forse ignoravano di aver dato il via a una lunga e difficile guerra a perdere, ma il Presidente e il Segretario sapevano certamente che le cose non erano andate come nelle versioni ufficiali. Nel 1982 furono desecretati documenti ufficiali che raccontarono una ben diversa vicenda, a cominciare dal fatto che il «Maddox» non si trovava in acque internazionali, ma – seppure contestate – in acque vietnamite, né – come confermò la stessa Cia – era stato ‘circondato’ da motovedette nemiche. La vicinanza alla costa del luogo dell’incidente si spiegherebbe oggi con due ipotesi: la missione della nave era di ‘ascolto’ (meglio conosciuto come ‘spionaggio’), oppure la nave era stata mandata vicino alla costa allo scopo preciso di provocare un incidente.

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