Vaccini contro il virus politico. Dagli Usa la micidiale ‘Variante Destra’
Vaccini contro il virus politico. Negli Usa test sulla ‘Variante Destra’

La minaccia è grave e come spesso accade, viene scientificamente analizzata prima negli Stati Uniti, anche se i sintomi erano percepibili da tempo anche in Europa e in Italia. La potente ‘Variante Destra’ contro i vaccini, con dati scientificamente incontestabili, rilanciati in Italia dall’ISPI. Superati intanto i 200 milioni di contagi coronavirus nel mondo, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. I decessi sono 4.252.873, mentre le dosi di vaccino somministrate sono oltre 4 miliardi e 228 milioni.

Variante Destra anche in Italia

L’SOS di Biden ai governatori

«Per favore, aiutateci. O quantomeno toglietevi di mezzo». Sono le parole usate ieri da Joe Biden che ha criticato duramente quei governatori repubblicani che ostacolano i tentativi della Casa Bianca di spingere le persone a vaccinarsi. Ma come riferisce Ispi, ora a togliersi di mezzo per primo rischia di dover essere Andrew Cuomo, governatore democratico dello stato di New York accusato di molestie sessuali, tra i più ligi a insistere sull’obbligo vaccinale per i dipendenti statali.

Ma ben altro altrove

Intanto diversi governatori repubblicani restano inamovibili. «In Florida, per esempio, il governatore Abbott ha firmato un ordine esecutivo che impedisce ad amministrazioni pubbliche e agenzie statali di obbligare i propri dipendenti a vaccinarsi».

No more “America First”

L’irritazione di Biden è comprensibile. A maggio aveva fissato un obiettivo: somministrare almeno una dose di vaccino al 70% della popolazione americana adulta entro il 4 luglio, giorno dell’Indipendenza. l’obiettivo è stato raggiunto, ma il 2 agosto. E nel frattempo è arrivato un altro smacco: l’Ue, che nei mesi scorsi era rimasta indietro nella campagna vaccinale, a fine luglio ha superato gli Usa nella quota di popolazione pienamente vaccinata.
Adesso a Biden servono risultati. Anche perché la variante Delta ormai imperversa: i casi sono quintuplicati nell’ultimo mese, e anche i decessi hanno ripreso ad aumentare. Soprattutto nelle contee con meno vaccinati.

Grafico di Politica contro Scienza

La grafica offre un percezione visiva immediata della interferenza della politica sulla scienza e sulla sola arma anti Coronavirus che sono i vaccini. Ascisse e ordinate, da ricordi scolastici.

Sull’asse verticale, ordinata la percentuale di abitanti che ha ricevuto almeno una dose di vaccino alla data del 3 agosto, solo l’altro ieri. Stato per Stato. Dai virtuosissimi Vermont e Massachusetts tra il 70 e l’80 per cento di immunizzato, e tra il 60 e il 70% troviamo Pennsylvania, New York e California. Poco sopra il 50 per cento i giganti Florida e Texas. Maglia nera Mississippi fermo al 40%.
Sull’asse orizzontale, la percentuale di voti andati a Donald Trump, leader negazionista, nella recenti presidenziali perse. Meno voti a Trump più virtuosi con i vaccini: Vermont e Massachusetts con poco più del 30% di voti repubblicani in testa coi vaccini, e giù a scendere coi vaccini, diagonale quasi perfetta, col crescere dei consensi a Trump, sino a quel 60-70 per cento di voti del fondo classifica di immunità anti virus.

I social arma di disinformazione

Del resto remocontro aveva già riferito di altri studi Usa sull’uso pericoloso dei social per diffondere paure e falsità. Il britannico Center for Countering Digital Hate, ha puntato l’attenzione su un social come Instagram (gruppo Facebook) finora ritenuto veicolo di messaggi prevalentemente positivi. Ma ecco che una persona che guarda post cospirazionisti di QAnon vedrà comparire tra i post consigliati materiali no vax o di suprematisti bianchi. Gli account no vax in lingua inglese avrebbero oltre 59 milioni di follower. «I professionisti della salute devono persuadere il pubblico a compiere un’azione. I no vax devono solo creare dubbi sulla sua efficacia, sicurezza o necessità. Per questo operano solo attraverso domande».

L’Ue alla prova della quarta ondata

Nel frattempo scopriamo, forti governative e scientifiche certe, che in Europa è iniziata la quarta ondata. Da inizio mese il numero di casi giornalieri è quintuplicato, complice la diffusione della variante Delta, tra il 40 e 60% più infettiva del ceppo originale del coronavirus, e ormai responsabile del 70% dei nuovi contagi. Eppure, se nelle fasi precedenti della pandemia insieme ai contagi aumentava anche il numero degli ospedalizzati e dei decessi, ora grazie ai vaccini questo schema sembra rompersi.

Delta più contagi, vaccini meno ricoveri

Da un mese la curva dei ricoveri è pressoché piatta e il numero di morti è ai livelli più bassi da settembre. Non in tutta Europa però la campagna vaccinale è vicina alla conclusione, nonostante l’abbondanza di dosi disponibili. Dopo la mancanza di dosi e le polemiche di questo inverno, l’UE ha recuperato il terreno perduto. A oggi sono infatti state somministrate circa 450 milioni di dosi: 103 ogni 100 abitanti, persino meglio degli Stati Uniti (102). Il 58% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, e quasi la metà è completamente vaccinata.

Anche in Europa la ‘Variante Destra’

Se guardiamo all’Est Europa, però, queste percentuali cambiano radicalmente. Solo un cittadino rumeno su quattro ha ricevuto la doppia dose di vaccino. Ancora peggio in Bulgaria, col 14%. In caso di ulteriori ritardi, i tassi di mortalità di questi paesi, già tra i più alti nella UE, potrebbero tornare a salire, creando un rimbalzo “a due velocità” dell’economia europea.

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AVEVAMO DETTO

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