
Non ci sono dubbi sul fatto che l’aumento della temperatura media della Terra sia un fattore determinante nell’avere eventi atmosferici sempre più estremi, come forti tempeste, prolungati periodi di siccità, ondate di caldo e fasi anomale con temperature al di sotto della media in alcune zone. Tutto ciò porta con sé ulteriori effetti: morti e danni come avvenuto in Germania e in Belgio, incendi fuori controllo su ampie porzioni di territorio, scarso accesso all’acqua potabile per centinaia di milioni di persone, innalzamento del livello dei mari e perdita dei raccolti con conseguenti carestie.
Tra il 14 e il 15 luglio scorsi, sulla Renania-Palatinato e Vestfalia, le due aree più interessate dalle alluvioni della scorsa settimana, è caduta una quantità di pioggia che in condizioni normali cade in un mese. L’alta concentrazione in poche ore ha causato l’esondazione di fiumi e altri corsi d’acqua, portando poi a frane e smottamenti che hanno contribuito a peggiorare la situazione e a creare danni per miliardi di euro, riferisce il Post.
Piogge così intense in un periodo di tempo molto breve sono tra gli effetti del cambiamento climatico, dicono i ricercatori. In generale, in condizioni atmosferiche in cui le temperature sono più alte del solito, una maggiore umidità, che fa aumentare sensibilmente la portata delle piogge. Una delle equazioni utilizzate dai ricercatori per calcolare questo fenomeno mostra come l’aumento di 1 °C della temperatura abbia, in determinate condizioni, il potenziale di fare aumentare l’intensità delle precipitazioni fino al 7 per cento.
A causa dell’accumulo dei gas serra, prodotti in buona parte dalle attività umane, la Terra fatica a cedere il proprio calore attraverso l’atmosfera (come un pentola col coperchio sopra), e di conseguenza avviene un aumento della temperatura media. Il fenomeno non è omogeneo in tutte le aree del pianeta ai poli due-tre volte più all’equatore). La riduzione della differenza delle temperature e fa ridurre velocità dei flussi d’aria che spostano le perturbazioni.
Perturbazioni lente che così si concentrano per più tempo sulla stessa aerea, con le conseguenze drammaticamente viste. «La riduzione delle correnti a getto si verifica per lo più in estate e in autunno, e gli effetti sono visibili per lo più alle medie latitudini, come quelle in cui si trova l’Europa. Le perturbazioni si muovono più lentamente e al tempo stesso hanno maggiori dimensioni a causa dell’accumulo di umidità. Possono quindi riversare maggiori quantità d’acqua sotto forma di piogge e tempeste, causando i danni cui si è assistito nell’ultima settimana in Germania e in Belgio».
L’aumento della temperatura ai poli è ormai verificato da anni, assieme ad estati con temperature ampiamente al di sopra della media in diverse aree intorno al Circolo polare artico. Il Canada con temperature da equatore insegna. «Negli ultimi giorni in Siberia sono state registrate massime di 38 °C, e il clima secco e arido ha contributo alla formazione di grandi incendi, come era già avvenuto alcune estati fa». Gli incendi boschivi in questo periodo dell’anno sono comuni, ma negli ultimi tre anni si è assistito a un’accelerazione senza precedenti con decine di migliaia di chilometri quadrati di foreste bruciate.
«Gli eventi meteorologici e quelli climatici non devono essere confusi: il “meteo” è lo studio e l’analisi di fenomeni circoscritti nel tempo e di breve durata, lo studio del “clima” comprende invece analisi più articolate sulle condizioni dell’atmosfera e su come variano le sue caratteristiche (con i riflessi sul territorio) nel corso del tempo». È una distinzione importante. «Più fenomeni atmosferici estremi si verificano, più i ricercatori hanno la possibilità di stimare quale sia l’impatto del cambiamento climatico sul pianeta, e sulle nostre esistenze».