
NSO Group è l’organizzazione di hacker su commissione più famigerata al mondo, e Pegasus è lo spyware è l’arma di punta del gruppo. software di livello militare, nato per consentire ai governi di penetrare le reti di terroristi e criminali, che , come ogni arma diventa uno strumento ‘malvagio’ a seconda di chi lo usa. Un software che infetta gli iPhone e gli smartphone e consente a chi lo usa di estrarre messaggi, foto, email e anche per attivare segretamente il microfono e la telecamera del dispositivo. Arma contro i ‘cattivi’, che per molti regimi autoritari sono i loro oppositori, avversari politici giornalisti impiccioni. NSO Group nega che i dati siano trapelati dai suoi server.
Sono almeno dieci i Paesi implicati nell’affaire Pegasus come clienti di NSO, e nessuno di loro brilla per democrazia interna e rispetto di oppositori e diritti umani.
«si tratta di Ungheria, Azerbaigian, Kazakhstan, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, India, Messico, Marocco, Ruanda».
Come sottolineano le testate internazionali che hanno partecipato all’inchiesta, la sola presenza del numero di telefono nel database di Pegasus – da oltre 50.000 contatti – non significa necessariamente che quella persona sia stata spiata. Ma che le intenzioni dei governi coinvolti erano certamente pessime, visto che gran parte di quei numeri controllati o controllabili, erano di persone che con la criminalità o il terrorismo internazionale non hanno proprio nulla a che fare, spesso noti oppositori democratici e difensori dei diritti umani.
La tecnologia Pegasus -riporta il Guardian- sarebbe stata usata anche dal governo ungherese di Viktor Orbán nella sua guerra ai media. Ovviamente lo staff di Orban, con il Washington Post, replica secco, ma più che difendersi allarga il cerchio dei sospettabili. «In Ungheria gli organi statali autorizzati all’uso di strumenti sotto copertura sono monitorati regolarmente dalle istituzioni governative (che non è esattamente una garanzia, Ndr). Avete fatto la stessa domanda ai governi degli Stati Uniti, del Regno Unito, della Germania o della Francia».
A Pegasus avrebbero fatto ricorso anche l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti per prendere di mira i cellulari di alcune persone vicine al giornalista ucciso Jamal Khashoggi. Secondo le verifiche di Amnesty, lo spyware è stato installato con successo sul telefono della fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz, appena quattro giorni dopo l’omicidio avvenuto nel 2018 nel consolato saudita a Istanbul. La società NSO era stata precedentemente implicata in altre attività di spionaggio direttamente su Khashoggi.
Da un elenco di oltre 50.000 numeri di cellulare ottenuto da Forbidden Stories e Amnesty International, il ‘Pegasus Project’ ha identificato più di 1.000 persone in 50 Paesi selezionate da clienti di NSO per una potenziale sorveglianza. A essere finiti nell’occhio di Pegasus sono, tra gli altri, la direttrice del Financial Times Roula Khalaf e giornalisti di Associated Press, Reuters, CNN, Wall Street Journal, New York Times, Bloomberg News, Le Monde.
L’analisi dell’elenco ci dice quali clienti di NSO hanno selezionato la maggior quantità di numeri di telefono ’spiabili’. In testa è il Messico con oltre 15.000. Il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti ne hanno selezionati più di 10.000. I numeri selezionati sono stati rintracciati in oltre 45 Paesi in quattro continenti.
In Europa sono oltre 10.000 i contatti telefonici inseriti dai clienti di NSO.
NSO Group è un’azienda israeliana fondata nel 2010, che -secondo il Washington Post- vanta clienti in 40 paesi. L’azienda ha uffici in Bulgaria e a Cipro, 750 dipendenti totali e lo scorso anno ha registrato un fatturato record di 240 milioni di dollari secondo Moody’s. La maggioranza delle azioni appartiene a Novalpina Capital, società finanziaria con sede a Londra.
L’inchiesta ha rilanciato le pressioni internazionali sul governo israeliano che di fatto consente all’azienda di fare affari con regimi autoritari che utilizzano lo spyware per scopi che vanno ben oltre l’obiettivo dichiarato, che è quello di prendere di mira terroristi e criminali. Ma un recente rapporto del New York Times, denuncia invece come Israele ha permesso alla NSO di continuare a fare affari con l’Arabia Saudita anche dopo l’omicidio del giornalista e dissidente Khashoggi.