In 40 anni di mestiere m’è capitato di incontrare più banditi e assassini che galantuomini ed artisti. Le rare volte che è accaduto con l’arte, ho spesso sfiorata la comica. Come la pizza imposta da Vincenzo Mollica con un “noto rocchettaro” a me sconosciuto. Serata simpatica anche per lui visto che non sapendone nulla non lo importunai e poté parlare della sua passione per i cavalli. I guai per me vennero nel raccontarlo alle mie figlie quando, non ricordandone il nome, dissi di quel pittore pazzo di inizio ‘900. Ligabue ringrazia.
Con Vincenzo Cerami, allora già premio oscar (e questo lo sapevo), nessuna gaffe. Abbiamo trascorso numerose fughe dalla Palermo ufficiale del Premio Italia 2002, per andarcene nottetempo e anonimamente a spasso, e a mangiare pasta coi ricci al ristorate di vecchi amici a ‘le Grotte’ di Mondello. Abbiamo tirato spesso avanti sino a mattina a raccontarci, ambedue incuriositi come scimmie del mondo dell’altro. Io non cercavo il genio e trovai una persona simpaticissima, acuta e senza pretese. Una fortuna averlo incontrato.