Francia, No-Vax esclusi da tutto, lavoro compreso. E ora è corsa al vaccino

Francia, linea dura anti-Covid: niente stipendio a medici e infermieri non vaccinati che senza green pass restano a casa. E chiunque voglia uscire per andare al ristorante o in un locale, prendere un treno o fare compere in un centro commerciale, così come andare a un concerto, al cinema o a teatro, dovrà mostrare il pass vaccinale che dimostra la sua immunizzazione o un tampone negativo.

Lotta dura senza paura

Pass sanitario per cinema, bar, ristoranti – Da fine luglio quindi il pass sanitario, che certifica il ciclo vaccinale completo, la recente guarigione o il test negativo, diventerà obbligatorio per entrare nei luoghi di cultura, nei musei e nei cinema. A inizio agosto la misura sarà estesa a bar, ristoranti, centri commerciali, tratte lunghe in treno o pullman, aerei. Davanti all’inquietante avanzata della variante Delta, la Francia sceglie dunque la linea dura per convincere i cittadini a vaccinarsi al più presto.

No Vax, no lavoro in sanità

Il ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha annunciato che il personale sanitario che non si sarà completamente vaccinato entro il 15 settembre non potrà più lavorare e non verrà più pagato. Quanto all’estensione dell’obbligo di pass sanitario in bar ristoranti, treni, aerei annunciato dal presidente Macron, Véran ha ribadito che “non è un ricatto” ma una misura necessaria per evitare di “chiudere il Paese”.

Conversione sanitaria di massa

E la decisione di imporre restrizioni ai non vaccinati ha provocato un boom nelle prenotazioni per immunizzarsi. «Abbiamo registrato 20 mila appuntamenti per minuto, un record assoluto dall’inizio della campagna ed è continuato durante la notte e in mattinata», ha sottolineato Stanislas Niox-Chateau, a capo di Doctolib, il principale sito che si occupa delle prenotazioni. In totale, 926 mila persone si sono prenotate per il vaccino anti-Covid, il 65% di loro è sotto i 35 anni.

Vaccinazioni a spinta

Secondo il capo di Doctolib, «Abbiamo registrato sette milioni di connessioni in qualche minuto durante il discorso del presidente. Il trend proseguito durante la notte e che continua stamani». Presto a quattro, cinque milioni di iniezioni a settimana. “«In media – ha concluso – ci sono undici giorni tra la prenotazione e l’appuntamento, in questo modo, i francesi che hanno preso appuntamento ieri saranno integralmente vaccinati entro metà agosto o fine agosto».

Italia: obbligo vaccino sì o no?

All’indomani dell’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron sul vaccino anti Covid obbligatorio per il personale sanitario e sul pass per andare al ristorante, al cinema o sul treno, si accende il dibattito anche in Italia, alla luce della ripresa dei contagi e della variante delta, e si susseguono le posizioni degli esperti sul tema.

Sull’obbligo ai sanitari Italia prima

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ricorda che sull’obbligo della vaccinazione del personale sanitario, «la Francia ha seguito il nostro approccio. Il decreto è stato approvato in Italia già l’1 aprile. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo».

Genova, imparare da oltralpe

Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, invita ad imparare da Oltralpe. «Gli ospedali si sono quasi completamente svuotati di pazienti Covid e le rianimazioni sono tornate a occuparsi di tutti gli altri malati», sottolinea, mentre contesta chi propone nuove zone gialle o di altri colori più cupi, «e sembra vivere sulla luna».

Campioni solo nel calcio?

Dal 21 agosto in Francia l’obbligo di vaccinazione vale per tutti quelli che hanno più di 12 anni. «Guardiamo e impariamo. Nel calcio siamo campioni d’Europa e nella gestione della pandemia e del green-pass? Non ci saremmo nemmeno qualificati».

Ancora per il convincimento

Per l’infettivologo Stefano Vella, docente di Salute all’università Cattolica di Roma ed ex presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, sentito dall’Adnkronos, «Per quella fetta di popolazione che ancora non si è immunizzata contro Covid-19, la miglior strategia è spiegare che il vaccino protegge al 100% dalla malattia grave e ne abbiamo le prove” dice commentando la stretta in Francia sulle libertà concesse a chi non è vaccinato».

Effetti collaterali del Covid e non del vaccino

«Prendersi questo virus non fa affatto bene e ci sono effetti collaterali ancora sconosciuti – sottolinea – più che di un vaccino, sarei più preoccupato di beccarmi un virus sconosciuto. Per questo parlare di obbligo vaccinale non è un’eresia. Se io voglio andare in Africa devo presentare un certificato con tutti i vaccini fatti altrimenti non mi fanno entrare e non mi sento limitato nella mia libertà».

Variante Delta peggio del raccontato

«Dobbiamo anche smetterla di dire che la variante Delta è solo più contagiosa – avverte Vella – Se vediamo i dati inglesi, sono aumentati anche i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva. Magari saranno meno gli anziani, e quindi in rapporto ci saranno meno decessi, ma i giovani sono più colpiti». Vella ricorda che «questo è un virus che non si sa ancora cosa combina e si è visto che può fare strane cose. Rimane a lungo addosso, si sposta nel sistema nervoso e fa danni».

Per le scelte di pochi rischio di tutti

L’immunologo Mauro Minelli: «Non è più tempo di discutere sul ‘vaccino sì o vaccino no’, proprio perché la ripartenza la variante Delta rischia di farci perdere il vantaggio parzialmente acquisito. Il rischio è che, per scelte incomprensibili di pochi, si trovino a pagare il prezzo di eventuali nuove restrizioni anche tutti gli altri. Il vaccino anti Covid è un’arma straordinariamente importante e al momento è anche l’unica veramente efficace».

Scuola e disparità territoriali

Franco Locatelli, portavoce del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus e presidente del Consiglio superiore di sanità: «Va incentivata e fortemente raccomandata la vaccinazione anti-Covid del personale scolastico docente e non». Disparità fra regioni. «Ci sono alcune regioni che hanno percentuali di immunizzazione superiori al 90% e altre che superano appena il 60%. Questa eterogeneità va eliminata per rendere omogenea la copertura nel personale scolastico e creare tutte le condizioni per una ripresa con continuità dell’attività didattica in aula».

Roberto Burioni, San Raffaele di Milano

«Non vaccinarsi, sulla base dei dati inequivocabili di sicurezza ed efficacia, è una scelta autolesionista, irrazionale che danneggia l’intera società. La politica deve decidere se consentire agli irresponsabili la libertà di comportarsi in questo modo». Su Twitter Burioni poi scrive: «Non è giusto fare portare il peso dei disagi causati da chi per ignoranza ed egoismo non si vaccina a coloro che hanno avuto il senso civico di vaccinarsi. Questo il succo del discorso (sacrosanto) di Macron», aggiunge lo scienziato sul social.

Pensare agli altri e ai più fragili

Vincolare le principali attività al Green pass è un modo per riuscire a contemperare una convivenza civile col virus, sottolinea Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano.

«Quindi ognuno di noi si prende la responsabilità e l’onere degli eventi avversi che possono capitare, in un’ottica di solidarietà e di qualità di vita complessiva della comunità. Dobbiamo pensare anche agli altri, a noi stessi e ai nostri fragili».

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