
Così, al termine di un’accurata sfoltita di capelli, ha concluso che non si esce da questo schema. E che l’ambizione dell’essere umano deve per forza essere la gabbietta, che ti consente di vedere il mondo con chiarezza, solo nell’accettazione serena, ignorando l’esistenza delle sbarrette e togliendosi dalla testa le seghe mentali, da vetero-intellettuali, di ciò che è giusto e di ciò che è efferato.
Già, che cosa è giusto? Ha domandato perplesso un cliente pronto alla rasatura. Questo è il punto, ha replicato il barbiere: oggi potremmo dire che è giusto ciò che è utile a farti sentire un’aquila nella gabbietta, è efferato ciò che danneggia la narrazione, mettendo quindi in dubbio ciò che è utile. Ma un primo passo sarebbe chiedersi: giusto (o sbagliato) per chi? Chieditelo, mio caro, e studia, approfondisci, agisci nella vita per ribaltare il mondo. Altrimenti, senza giusti interrogativi, la gabbietta è l’unica risposta. Essendo canarino e credendosi liberi come un’aquila.