
(ANSA) – KABUL, 02 LUG – Tutte le truppe Usa e Nato hanno lasciato la base aerea di Bagram in Afghanistan. Lo riferisce alla Afp una fonte del dipartimento americano della Difesa. Un segnale che il completo ritiro delle forze internazionali dall’Afghanistan è imminente.
«Tutte le forze della coalizione hanno lasciato Bagram”, ha riferito la fonte americana rimasta anonima, senza specificare inoltre quando gli gli ultimi militari hanno lasciato la base che si trova circa 50km a nord di Kabul. Il ministero della Difesa di Kabul ha fatto sapere che la base di Bagram è stata consegnata alle forze armate afghane».
«Gli Usa e la Nato sono nella fase finale del ritiro dal Paese dopo un coinvolgimento militare di vent’anni, con il completamento del ritiro entro la data altamente simbolica del prossimo 11 settembre».
«I talebani “accolgono e sostengono” la partenza delle truppe Usa e Nato dalla base aerea: lo ha detto il loro portavoce, Zabihullah Mujahid. “Siamo lieti e sosteniamo questa partenza”, ha detto all’AFP Mujahid. “Il loro completo ritiro consentirà agli afghani di decidere da soli il loro futuro”».
«Costruita negli anni Cinquanta dai sovietici, principale base logistica dell’occupazione militare russa negli anni Ottanta, poi in mano agli americani per la war on terror, Bagram è davvero un simbolo della guerra afghana. Qui si sono avvicendati gli ultimi presidenti degli Stati Uniti, tranne Joe Biden», sottolinea Giuliano Battiston sul Manifesto.
Qui a novembre 2019 è arrivato anche Donald Trump, che poche settimane prima, il 7 settembre, aveva fatto saltare all’ultimo momento la firma di uno storico accordo con i Talebani. È stato allora che è tornato sui suoi passi: l’accordo si farà. Per quell’accordo il governo di Kabul, che pure non ne era firmatario, ha dovuto rilasciare 5,000 detenuti talebani. Molti dei quali proprio dal carcere di Bagram.
«Il carcere di Bagram, controllato dagli americani, ha fatto parte di quel sistema oscuro di abusi e impunità che ha contrassegnato tutta la guerra afghana e, più in generale, la war on terror. Lì infatti venivano trasferiti alcuni dei detenuti che, secondo testimonianze credibili, sarebbero stati torturati nei buchi neri gestiti dalla Cia in Afghanistan, come le prigioni segrete cosiddette di Salt Pit e Cobalt. I buchi neri hanno inghiottito la vita di tanti afghani ormai morti».
«Più che la clinica odontoiatrica, il Burger King o il Pizza Hut ospitati al suo interno nei “bei tempi” in cui ospitava fino a 100.000 soldati statunitensi, Bagram verrà ricordata per la sua prigione, temuta da tutti gli afghani e conosciuta come la Guantanamo afghana».
Anche qui sono avvenute torture, abusi, secondo un rapporto del Senato Usa e tanti altri rapporti e testimonianze credibili. Sono i risultati delle decisioni prese dall’ex segretario alla Difesa, Usa, Donald Rumsfeld. Morto due giorni fa, Rumsfeld è sempre stato convinto che la guerra afghana fosse una guerra giusta. E che si potesse vincere.