Exit dal Regno Unito: il Sinn Féin repubblicano vuole un referendum per riunificare l’Irlanda entro il 2025

Un referendum per riunificare le due Irlanda entro il 2025. È questo l’obiettivo del partito repubblicano irlandese che fu l’organo politico dell’Ira. Allora era guerra con Londra, ora sarebbe quasi certamente guerra civile con la parte della popolazione nord irlandese silo britannica. La presidente del partito nazionalista Mary Lou McDonald ostenta sicurezza: «Se si andrà al voto vinceremo con un ampio margine», riferisce La Stampa. Ma prima si andrebbe alla guerra, segnalano molti altri.

La fondazione del Sinn Féin, 1922

Le tentazioni da Dopo Brexit

L’Inghilterra di Boris Johnson che impone l’uscita di tutta la Gran Bretagna dall’Unione europea, e ora le altra nazioni del regno, Scozia per prima ma anche il Galles e ora l’Irlanda del Nord, meditano di lasciare Londra agli inglesi e di scegliere l’Unione col continente. Per i nord irlandesi, in più, la riunificazione nazionale dell’isola nella stessa entità repubblicana con Dublino.
Stefania Serafini, su La Stampa, sottolinea come in quella parte di Irlanda contesa da Londra, al voto del referendum Brexit del 2016, così come accaduto in Scozia, è prevalso il voto a favore della permanenza nell’Unione Europea.

Per tutta l’Irlanda già regole Ue

«Vogliamo una riforma costituzionale ordinata, pacifica e democratica, non il disordine della Brexit», la ‘guerra delle salsicce’ ad esempio, tra Unione europea e Londra. Quel gran pasticcio di Brexit che sta creando grandi problemi nell’isola attualmente divisa, spingendo tutta l’economia del Nord e di Belfast e un sempre maggior riferimento con l’Irlanda repubblicana europea e con Dublino.
Poi la sintesi politica forse troppo semplificata: «È nostra ferma convinzione che il decennio in cui viviamo sarà cruciale e vedrà lo svolgersi del referendum sulla riunificazione del nord e del sud», ha affermato McDonald in una videoconferenza con la stampa straniera. «Credo che andremo alle urne entro cinque anni e che il voto per l’unificazione vincerebbe con un ampio margine al primo turno».

Irlanda del Nord fortemente danneggiata

L’Irlanda del Nord ha subito pesanti ripercussioni negative dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Per evitare l’istituzione di un confine fisico tra le due Irlanda, è stato raggiunto un accordo doganale UE e UK che prevede il controllo del traffico di certi tipi di merci già all’uscita dall’isola grande del Regno, prima di attraversare il mare che collega le due isole. Insomma, regole doganali europee per le due Irlanda.
E questo non piace agli esponenti del movimento unionista, che storicamente comprende i partiti politici e le associazioni che parteggiano per il mantenimento e il rafforzamento delle relazioni di Belfast con Londra. Boris Johnson, convinto «unionista», è stato criticato per l’accordo che ora cerca di boicottare violando atti firmati, tra lo scetticismo dei suoi ex sostenitori, che infatti non votarono la legge.

Tensioni interne a crescere

Nei mesi scorsi c’è stata una recrudescenza degli scontri che per decenni hanno segnato la storia dell’Irlanda del Nord, con disordini a Derry e a Belfast e il ferimento di numerosi agenti di polizia causato da lanci di pietre e bombe molotov. Pessimi segnali e temute tensioni ‘di aasaggio’ destinate e crescere, rispetto ad istigatori anche politici 8la proposta di referendum) non del tutto innocenti.
Colm Tóibín, uno dei massimi scrittori irlandesi viventi, autore di “Bad Blood”, “sangue cattivo”, un’opera che racconta il suo viaggio lungo tutto il confine irlandese durante l’epoca dei Troubles, dei sanguinosi scontri nord irlandesi, denuncia. «Tra gli obiettivi degli accordi del Venerdì Santo c’era anche il passaggio dei combattenti repubblicani in un percorso politico e non violento, ed è accaduto».

«Ma attenzione: l’Irlanda non è assolutamente pronta a un referendum sulla riunificazione, come vuole Sinn Féin».

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