
I Talebani, gli ex “studenti di teologia” educati nelle “madrase” locali, sono più forti che mai e disposti a continuare la guerra sino alla vittoria finale.
Negli ultimi tempi hanno conquistato ben 14 distretti del Paese. Dimostrando una notevole furbizia tattica, hanno inoltre evitato attacchi alle truppe occidentali.
A finire sotto il fuoco sono stati i soldati dell’esercito nazionale afghano addestrati dagli americani e dai loro alleati. Ovviamente, dal punto di vista talebano, essi sono soltanto dei “collaborazionisti” e come tali vanno trattati.
Ne sono stati uccisi 650 questo mese e circa 500 in quello precedente. Ciò significa che, pur ben armati e ancora protetti da un sottile velo di truppe occidentali, a lungo termine sono destinati a soccombere di fronte al furore religioso e alla maggiore determinazione dei Talebani.
Come si diceva in precedenza, si tratta di uno scenario già visto in tanti casi precedenti. Fatte le debite differenze, accadde pure in Vietnam. Gli americani dotarono di un grande arsenale bellico i loro alleati sudvietnamiti.
Non servì a nulla. Le truppe Usa sgomberarono in fretta e furia. Tutti rammentano le terribili scene di civili e soldati sudvietnamiti che cercavano di aggrapparsi agli elicotteri statunitensi in partenza.
Vennero quasi sempre respinti, facili prede dei Vietcong e dei militari di Hanoi che riuscirono ad occupare l’ex Vietnam del Sud in pochissimi giorni. In quel caso si trattava di una guerra d’indipendenza condotta secondo criteri marxisti.
In Afghanistan, invece, abbiamo un fondamentalismo islamico che non ammette le libertà civili e religiose. Pur essendo una larga parte della popolazione afghana – soprattutto nelle città – refrattaria al fondamentalismo, si può tranquillamente prevedere che i Talebani riusciranno in tempi brevi a controllare l’intero territorio.
Biden lo sa benissimo, e sta cercando di rallentare la partenza dei soldati occidentali. Tuttavia la frittata è già fatta. Si cerca di portare in salvo i traduttori afghani che avevano collaborato con gli occidentali (italiani inclusi), ma tutti gli altri? Particolarmente preoccupante la situazione delle donne alle quali i Talebani non riconoscono diritti.
Biden sta ora cercando di rendere l’ambasciata di Washington a Kabul una fortezza inespugnabile ma, come tutti ricordano, si dissero le stesse cose dell’ambasciata americana a Saigon, e sappiamo come finì.
Ancora una volta, quindi, gli interventi armati occidentali si dimostrano un fiasco. Le truppe alleate, addestrate e ben armate dagli occidentali, combattono poco e male, mentre la furia dei fondamentalisti si dimostra vincente sul campo.
Ora gli Usa parlano di sanzioni contro i Talebani. Ma queste ci sono già e si sono dimostrate inefficaci. Può essere questa, per Biden, la prima sconfitta in politica estera. Anche se va riconosciuto che la colpa non è interamente sua