
Versione di Londra. Il cacciatorpediniere britannico che, versione di Mosca, avrebbe violato le acque territoriali russe nel Mar Nero, zona di Capo Fiolent (a conferma che era molto a ridosso della costa), prima conferma l’imbarcazione della Royal Navy «stava effettuando un innocente passaggio attraverso le acque territoriali ucraine nel rispetto del diritto internazionale» -e qui è polemica politica su di chi è la Crimea-. Ma poi nega che he una motovedetta russa e un jet Su-24 avrebbero sparato colpi di avvertimento contro il cacciatorpediniere britannico.
Per Londra la Crimea è ancora Ucraina e fin qui è provocazione politica comprensibile. Più difficile capire il perché vantare o negare una sfida molto pericolosa a bombe e cannonate, sia pure di solo avvertimento. Nella dichiarazione abbastanza confusa di Londra, e più riprese, si fa anche cenno a «manovre militari in corso nella stessa zona del Mar Nero da parte delle forze russe, come comunicato alla comunità marittima da Mosca». Ed ecco che quei colpi negati attorno al Defender, rispuntano sotto altra veste: «potrebbero avere a che fare con tiri di esercitazione sparati in quell’ambito».
Poi, guardandoti un po’ più attentamente attorno, scopri che nel Maro Nero è tutto un esibire di muscoli navali. L’unità britannica, che a inizio del mese si era distaccata da un gruppo navale nel Mediterraneo, era arrivata nel Mar Nero per prendere parte a esercitazioni organizzate insieme da Ucraina e Stati Uniti, ‘Sea Breeze 2021’ che prenderanno il via la prossima settimana, con la partecipazione di 5mila militari, 32 unità navali e 40 aerei. Appuntamento di 12 giorni con 32 Paesi, non solo Nato. Provocazione per Mosca che con i colpi negati dal Defender. Avverte.
L’Ucraina ovviamente coglie l’occasione per ribadire la sua protesta storica contro la Russia, che sette anni fa occupò la Crimea dopo un contestato referendum nella penisola che determinò la secessione di quel territorio ritenuto storicamente russo. Azione navale (strana) e reazione politica scontata. Il ministro degli Esteri ucraino ha definito l’imprecisato incidente «la prova delle politiche aggressive e provocatorie della Russia nel Mar Nero e ha chiesto l’intervento della Nato». E torna l’obiettivo neppure più nascosto di una futura ammissione dell’Ucraina nella Nato su sollecitazione Usa.