Israele fuori da Netanyahu. Governo Bennet, collage di speranze e contraddizioni
Israele fuori da Netanyahu. Governo Bennet collage di speranze e contraddizioni

Israele dopo 12 anni senza Netanyahu che impone comunque il suo stile con dibattito rissa. I legislatori del Likud gridano mentre il primo ministro entrante tenta sottolinere l’unità nazionale.
Netanyahu evoca l’Olocausto per attaccare Bennett e il “pericoloso governo di sinistra”, e promette di rovesciarlo presto. Poi sull’Iran: “Chi dirà di no a Biden?”
Ma Bennett: “Riprendere l’accordo nucleare con l’Iran è un errore”, e promette un nuovo capitolo nelle relazioni dello Stato con i cittadini arabi.
Bennett 13esimo premier di Israele nel 36esimo governo del Paese: 27 ministri di cui 9 donne

La Knesset vota il governo Bennett-Lapid

Il governo del cambiamento di Naftali Bennett ha ottenuto la fiducia della Knesset. Ha avuto a favore 60 voti e contro 59, uno si è astenuto.

La maggioranza è composta da 8 partiti molto diversi tra loro: 3 di destra – Yamina (Bennett), Israele casa Nostra (Lieberman) e Nuova Speranza (Saar); 2 di centro – C’e’ futuro (Lapid), Blu Bianco (Gantz); 2 di sinistra – Laburisti (Micaheli) e Meretz (Horowitz); e Raam (Abbas), formazione araba islamista, per la prima volta al potere.

Se 15 anni di potere gli sembran pochi

36 esimo governo di Israele, il primo senza Netanyahu o premier o almeno ministro da 15 anni, di cui gli ultimi 12 consecutivi.

Il programma politico di Bennet

Cortesia in risposta a tante male parole e sgarbi. «Grazie al Primo Ministro uscente, Benjamin Netanyahu, per i suoi molti anni di servizio, ricchi di successi, per il bene dello Stato di Israele». Un saluto anche all’uscente presidente della repubblica Revlin, non sempre arbitro imparziale, e auguri al subentrante Isaac Herzog. Dopo i convenevoli, le intenzioni.

Le sfide aperte

«Le sfide esterne che abbiamo di fronte sono grandi: il progetto nucleare iraniano, che si avvia verso un punto cruciale; la guerra in corso al terrorismo; L’immagine di Israele nel mondo e il trattamento ingiusto che riceve nelle istituzioni internazionali: sono tutti compiti importanti e complessi».

Sfide interne

«Sfida interna, la frattura in corso nella nazione, come vediamo proprio in questi momenti , che continua a lacerare le giunture che ci tengono insieme, e ci ha gettato – un’elezione dopo l’altra – in un vortice di odio e lotte intestine. Tali litigi, tra le persone che dovrebbero governare il paese, hanno portato alla paralisi».

Ebrei ‘con forti opinioni’

Gli ebrei, persone con ‘forti opinioni’. «Continuare in questo modo – più elezioni, più odio, più post al vetriolo su Facebook – non è un’opzione. Pertanto, abbiamo fermato il treno, un attimo prima che precipitasse nell’abisso».

Avanti su cosa saremo d’accordo

«Il governo che verrà formato rappresenta molti cittadini israeliani: da Ofra a Tel Aviv, da Rahat a Kiryat Shmona. Proprio qui sta l’opportunità. Il nostro principio è che ci siederemo insieme e andremo avanti su ciò che siamo d’accordo – e c’è molto su cui siamo d’accordo, trasporti, istruzione e così via, e ciò che ci separa lo lasceremo da parte».

Ebrei ultraortodossi

«Consentiremo a molti giovani ultra-ortodossi di andare al lavoro abbassando l’età dell’esenzione (servizio nazionale) da 24 a 21 anni. Non con la forza, ma con un incoraggiamento positivo, consentendo ai giovani che vogliono imparare una vocazione di poter, e coloro che vogliono studiare la Torah continueranno a farlo».

Israele e i cittadini arabi

«Comprendiamo la difficile situazione e le esigenze della società araba. Verranno affrontati la lotta alla criminalità e alla violenza, la crisi abitativa, le lacune nell’istruzione e nelle infrastrutture. Inizieremo il processo di regolamentazione degli insediamenti beduini nel Negev, in modo che i cittadini beduini di Israele possano vivere dignitosamente».

Stato ebraico, i non ebrei e la democrazia

«Salvaguarderemo lo Stato di Israele, lo Stato nazionale del popolo ebraico, come Stato ebraico e democratico».

Iran la più grave minaccia

«Il progetto nucleare iraniano, sta raggiungendo un punto critico. L’Iran, attraverso la sua Forza Quds della Guardia Rivoluzionaria, ha stabilito avamposti terroristici – dalla Siria, attraverso Gaza e il Libano, fino allo Yemen. Rinnovare l’accordo nucleare con l’Iran è un errore che darà ancora una volta legittimità a uno dei regimi più discriminatori e violenti del mondo».

Mano libera nella reazione

«Israele non permetterà all’Iran di essere dotato di armi nucleari. Israele non è parte dell’accordo e manterrà piena libertà di azione».

Palestinesi e Hamas

«Spero che il cessate il fuoco nel sud venga mantenuto. Ma se Hamas sceglie di nuovo la via della violenza contro i civili israeliani, incontrerà un muro di ferro».
«Detto questo, la calma della sicurezza porterà a mosse economiche che porteranno a ridurre gli attriti e il conflitto».

Stati Uniti dopo Trump

«Apprezziamo molto il sostegno degli Stati Uniti, il nostro più grande amico. Il mio governo farà uno sforzo per approfondire e coltivare le relazioni con i nostri amici in entrambe le parti, bipartisan. Se ci sono controversie, le gestiremo con fiducia fondamentale e rispetto reciproco»

L’uomo che pose fine all’era di Netanyahu


«C’è un uomo che ha forgiato questa coalizione innaturalmente eterogenea e il governo della “squadra di rivali”: Benjamin Netanyahu», scrive Alon Pinkas su Haaretz.

«Il suo comportamento lungo anni, dei tratti della sua personalità, del risentimento che ha generato su tutta la linea, dell’enorme massa di bugie che ha reiterato, della massa critica di persone che ha offeso e ingannato e della guerra che ha condotto contro la democrazia israeliana, Netanyahu è il vero autore della coalizione impossibile».

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