Alle radici dell’immaginario (riprendersi la libertà)
Alle radici dell’immaginario (riprendersi la libertà)

Nello scorso Polemos ho parlato della Redazione Aperta che ha realizzato le Mappe Leggendarie, un progetto culturale, universitario, editoriale, visionario. Pazzesco nel suo essere innovativo, nella semplicità degli elementi che lo compongono: creatività, disciplina, curiosità, umiltà. Senza fronzoli di finta ricchezza, nel cuore della narrazione che attraversa le epoche, unisce le generazioni, sconfigge il format obbediente.

Oggi racconto di altri giovani e giovanissimi. Di meno giovani e pur sempre cuori ruggenti che hanno il coraggio e la passione per mettersi in gioco, per sfidare il tepore mediatico dell’epoca, fatto di crudeltà generazionali e sociali, come fossero acqua fresca e indifferenza. Parlo di un progetto laboratoriale di formazione, studio e attivismo, per costruire una mappa partecipata dei luoghi e delle relazioni sociali e culturali.

Si chiama “In Viaggio – Segni, immagini e sogni del nostro abitare”. È un lavoro corale, nel dono dell’incontro, promosso dall’associazione El Mastaba insieme con il Cesvot, il Centro servizi volontariato Toscana.

Anche questo progetto agisce come Redazione Aperta. Nel corso dei mesi ha attivato incontri, a distanza e anche in presenza, per mettere in questione, pensare e cercare strade espressive per dare voce a chi generalmente non ce l’ha. Per narrare un abitare che non è mai sotto i riflettori, ma che costituisce la grandezza e speranza delle nostre comunità, sia urbana che rurale. Tante storie. Tanti volti, tanti virgolettati per raccontare se stessi e i luoghi del vivere civile, gli incontri, le diffidenze, la bellezza, i desideri. Il viaggio, la vita.

Per esempio Nabila e Jamal. Con la loro macchina fotografica, i telefonini, i video, la passione e lo studio hanno messo il loro sguardo a disposizione di tutti gli altri. Servono giovani pieni di idee che agiscano con la comunità e non per prendere le distanze, adeguando la propria creatività a un meccanismo che riproduce, generazione dopo generazione, una narrazione tossica, assuefatta e asimmetrica. Assieme a Salah, a Pablo, a Omar, a Bruno, ad Anna Rita, ad Amadou, a Leila, a Paolo, a Silvia, e a tante altre persone abbattono confini, mostrano le storie potenti di quelli che lavorano accanto a noi, che viaggiano sugli autobus, che camminano sui sentieri e aspettano alla fermata del treno una coincidenza. Lacrime, emozioni, desideri, lotta.

“In Viaggio” è un’azione sulla memoria collettiva e sull’insieme delle memorie individuali, su ciò che ci riconnette con la vita. Per affermare che noi siamo le nostre radici che affondano nella memoria e che ci fanno essere l’uomo o la donna che siamo. Non siamo le macchiette previste dalla perfidia delle narrazioni a gettone, quelle per far felice questo o quel politico inutile e feroce. Siamo donne e uomini in viaggio.

Quindi, partendo dal concetto che non è importante una narrazione lineare, o una mappa di luoghi e strade o monumenti, quello che sta affiorando tra immagini, incontri e parole, è una cartografia dei sentimenti. Costruire una mappa vuol dire sperimentarla, non sapere precedentemente, ma acquisire conoscenza nel corso della ricerca.  È un’esperienza, un ponte, un incontro tra sconosciuti. 

E poi i desideri. La ricerca delle stelle che mancano. Le speranze, le leggende e l’immaginazione di ognuno – l’insieme delle caratteristiche che rendano inconfondibile la mappa dell’abitare nella comunità. Ciò che manca e che vorremmo. Alle radici dell’immaginario, della libertà e della lotta per ciò che è giusto.

Tags: Polemos
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